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Cronaca

Inchiesta sui due magistrati di Trani, Savasta non risponde al gip

L'altro pm Nardi e del poliziotto Di Chiaro hanno respinto le accuse

Ha deciso di non rispondere ai giudici il magistrato Antonio Savasta, l'ex pm della Procura di Trani arrestato lunedì scorso con l'accusa di associazione per delinque finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Savasta è stato il primo a comparire davanti al gip di Lecce Giovanni Gallo, insieme ai suoi difensori, per l'interrogatorio di garanzia. La decisione di non rispondere alle domande del gip, hanno spiegato i legali Guido Calvi e Massimo Manfreda all'Ansa, deriva dalla necessità di guardare con attenzione tutte le carte dell'inchiesta. Con Savasta sono stati arrestati anche l'altro magistrato Michele Nardi e l'ispettore di polizia Vincenzo di Chiaro, che hanno risposto alle domande del giudice respingendo le accuse. I fatti contestati si riferiscono a quando i due magistrati erano in servizio presso il Tribunale di Trani. Dalle indagini sarebbe emerso che i due magistrati avrebbero garantito positivi esiti processuali nelle complessive vicende giudiziarie e tributarie di interesse per gli imprenditori coinvolti in cambio di ingenti somme di denaro e in alcuni casi di altre utilità tra cui anche gioielli e pietre preziose. Al riguardo gli imprenditori avrebbero provveduto ai pagamenti e ai favori erogati, mentre gli avvocati avrebbero prestato la propria opera a titolo di intermediari e facilitatori. Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. Per gli altri indagati inoltre sono in sospeso le accuse di millantato credito, calunnia e corruzione in atti giudiziari.

Nardi, ora pm a Roma che all'epoca dei fatti contestati era gip a Trani, ha invece risposto per circa tre ore alle domande del gip di Lecce, respingendo tutte le contestazioni. Assistito dai propri legali, Nardi ha raccontato la sua versione dei fatti fornendo al magistrato, Roberta Licci, anche spunti per verificare e riscontrare le dichiarazioni rese. Nardi ha ribadito la sua innocenza, attribuendo le accuse a dissidi di natura personale col suo principale accusatore, l'imprenditore coratino Flavio D'Introno. Contrasti che Nardi avrebbe ricondotto alla vicenda della ristrutturazione di una villa di proprietà di sua moglie a Trani. Riguardo la presunta associazione per delinquere che lo vedrebbe coinvolto insieme all'ex Pm di Trani Savasta, Nardi ha riferito di non aver avuto con questi rapporti di amiciza, anzi. Ha riferito, in più, che da tempo, quando i due magistrati erano in servizio a Trani, i loro rapporti si erano deteriorati per disparità di vedute e di comportamenti. Al termine dell'interrogatorio il gip Gallo si è riservato di decidere.

In merito alla deposizione di Di Chiaro, a parlare è il suo legale, avv. Tiziana Tandoi, la quale ha riferito al Tg3 che il suo assistito ha accettato di rispondere ma non ha riferito alla stampa i contenuti della deposizione.




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