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Cronaca
Incidente Turi, ai domiciliari il sacerdote accusato di aver investito Fabiana Chiarappa
Ordinanza emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica
Bari - martedì 29 aprile 2025
12.23
Don Nicola D'Onghia, il sacerdote di Turi accusato di omicidio stradale ed omissione di soccorso per la morte della 32enne Fabiana Chiarappa è stato arrestato nelle scorse ore e posto ai domiciliari.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta del pubblico ministero Ileana Ramundo e del procuratore aggiunto, Ciro Angelillis.
Al prete vengono, secondo quanto si apprende da fonti investigative, contestati il pericolo di inquinamento probatorio ed un presunto pericolo di reiterazione.
La soccorritrice biscegliese del servizio 118 perse la vita il 2 aprile scorso sulla strada provinciale 172 cadendo dalla sua Suzuki, ma secondo i tecnici la sua motocicletta sarebbe stata travolta dall'automobile del sacerdote quando era ancora in vita. Fabiana Chiarappa, secondo l'impianto accusatorio, sarebbe dunque finita contro il muretto a secco ma sarebbe stata travolta dal mezzo guidato dal prete che infatti aveva confermato in un interrogatorio come sentito un urto «come se avessi colpito una pietra». Il sacerdote aveva quindi raccontato di essersi fermato ad una stazione di servizio per controllare i danni al mezzo, versione non avallata dai giudici che hanno invece ravvisato una guida non adeguata alle condizioni della strada, resa scivolosa dalla pioggia e soprattutto in un tratto buio.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta del pubblico ministero Ileana Ramundo e del procuratore aggiunto, Ciro Angelillis.
Al prete vengono, secondo quanto si apprende da fonti investigative, contestati il pericolo di inquinamento probatorio ed un presunto pericolo di reiterazione.
La soccorritrice biscegliese del servizio 118 perse la vita il 2 aprile scorso sulla strada provinciale 172 cadendo dalla sua Suzuki, ma secondo i tecnici la sua motocicletta sarebbe stata travolta dall'automobile del sacerdote quando era ancora in vita. Fabiana Chiarappa, secondo l'impianto accusatorio, sarebbe dunque finita contro il muretto a secco ma sarebbe stata travolta dal mezzo guidato dal prete che infatti aveva confermato in un interrogatorio come sentito un urto «come se avessi colpito una pietra». Il sacerdote aveva quindi raccontato di essersi fermato ad una stazione di servizio per controllare i danni al mezzo, versione non avallata dai giudici che hanno invece ravvisato una guida non adeguata alle condizioni della strada, resa scivolosa dalla pioggia e soprattutto in un tratto buio.