Territorio
Inquinamento acustico, la situazione è critica nei pressi delle scuole
Tappa a Bari per il treno verde di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane
Bari - martedì 7 marzo 2017
15.02 Comunicato Stampa
L'inquinamento acustico a Bari raggiunge livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge: sembra un problema marginale ma l'eccessivo rumore ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Per combattere smog e inquinamento acustico occorre un decisivo cambio di passo nel pensare lo sviluppo di una città: per questo Legambiente lancia la sua sfida alle amministrazioni delle città pugliesi per una nuova idea di mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale; una mobilità fatta di aree pedonali e zone a traffico 30 per agevolare anche la ciclabilità nelle aree urbane.
È questa la richiesta che arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - realizzata con la partecipazione del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare - che oggi chiude la sua tappa a Bari, quarta città toccata dal tour 2017. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Manuela Cardarelli, portavoce Treno Verde; Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia alla presenza di Domenico Santorsola, assessore all'Ambiente Regione Puglia; Pietro Petruzzelli, assessore all'Ambiente Comune di Bari; Vito Bruno, presidente Arpa Puglia e Mariella Polla, direttore Divisione Trasporto regionale Trenitalia Puglia.
"Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell'aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata - Manuela Cardarelli, portavoce Treno Verde -. Le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo. Occorre uscire dalla logica dell'emergenza e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, oltre a investimenti nella riqualificazione e nell'innovazione nell'edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. Anche qui in Puglia il trasporto privato continua ad essere anche qui la modalità più diffusa per muoversi verso le città e al loro interno. Solo invertendo questa tendenza e garantendo un trasporto pubblico efficace e competitivo si possono restituire ai cittadini una migliore qualità dell'aria e della vita".
Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani avviando ripensando al sistema della mobilità, facendo scelte innovative per farle uscire dall'immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all'inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana.
"Sebbene quello del Treno Verde sia un monitoraggio puntuale, una fotografia momentanea, ci preoccupano le soglie di rumore raggiunte nella città di Bari, oltre i valori di legge consentiti, ecco perché chiediamo che nel capoluogo pugliese venga approvato un piano di zonizzazione acustica, obbligatorio per legge ormai da anni - dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. Nonostante negli ultimi anni non siano mancate le buone pratiche sul fronte della mobilità sostenibile, utili a ridurre i livelli di inquinamento atmosferico e a migliorare la qualità dell'aria in città, come i parcheggi di scambio, la tariffazione concentrica, e in ultimo la velostazione di Bari, resta ancora poco il verde urbano fruibile, e risultano assenti le zone 30 che favoriscono spostamenti sicuri a piedi e in bici. Per ridurre non di poco l'inquinamento acustico e atmosferico in città sarebbe opportuno potenziare e rendere più efficiente il trasporto pubblico locale che continua a perdere passeggeri. Le politiche urbane pesano non poco sulla qualità dell'aria. Di fronte allo smog non servono interventi sporadici ma misure radicali e, talvolta, impopolari per una mobilità verso "zero emissioni".
Il monitoraggio del Treno Verde - realizzato grazie alla collaborazione con VALORIZZA brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell'Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un'istantanea, in termini d'inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all'interno dei quartieri delle nostre città.
Nei cinque punti individuati nel capoluogo pugliese sono state eseguite, nelle giornate del 5 e 6 marzo, misurazioni di un'ora di polveri sottili e di rumore (Corso Cavour nei pressi del Liceo scientifico Scacchi, via Vito Fornari all'altezza della scuola Mazzini, Corso Vittorio Emanuele II all'incrocio con via Da Bari, via Argiro nell'area pedonale della città ed infine a Corso Italia altezza via Quintino Sella). Non essendo dotata la città di Bari di un piano di zonizzazione acustica, le misurazioni del rumore eseguita dai tecnici di Legambiente sono state confrontate con i limiti legislativi appartenenti a classi di destinazione d'uso simili a quelle monitorate: il quadro che emerge mostra come nelle strade di fronte alle due scuole in Corso Cavour e via Fornari, il rumore immesso dalle diverse sorgenti cittadine abbia raggiunto rispettivamente un LAeq (l'unità di misura equivalente per le misurazioni ambientali) di 66,3 db e 62,5db contro i 50db come limite normativo per zone che ricadono nella prima classe (aree particolarmente protette come, appunto, le scuole). Male anche gli altri punti dove il LAeq ha raggiunto i 71,6db in corso Vittorio Emanuele II (contro un limite di 65db), 61,8db nell'area pedonale di via Argiro (che rientrerebbe in una III classe di aree di tipo misto con un limite di 60db), e 71,2db in Corso Italia (limite previsto 65db). Bassi i valori di polveri sottili registrati nelle misurazioni di un'ora eseguite in alcuni punti strategici della città e nelle misurazioni di 10 minuti eseguite nelle vie secondarie.
Novità di quest'anno è la misurazione dell'inquinamento indoor con l'analisi di alcuni inquinanti che determinano la buona o la cattiva qualità dell'aria in un ambiente chiuso, come a scuola, a casa, al lavoro. A Bari il monitoraggio è stato eseguito nell'Istituto comprensivo "San Giovanni Bosco – Melo da Bari", presso il plesso Guglielmo Marconi. L'inquinamento indoor - un problema oggi troppo spesso sottovalutato - è riconducibile sia ad una serie di sorgenti (pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiali per uffici come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici) che alle caratteristiche di ventilazione, delle attività e delle abitudini di chi vive o lavora negli ambienti chiusi. Per esigenze di risparmio energetico, inoltre, si tende a sigillare gli ambienti che, di conseguenza, tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone e prodotti. Il monitoraggio svolto dai tecnici di Legambiente, col supporto dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR, è stato eseguito campionando nei 10 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazione dei composti organici volatili (VOC), un insieme di sostanze che posso essere emesse dai materiali e prodotti precedentemente descritti. I risultati mostrano delle concentrazioni interne agli ambienti monitorati leggermente al di sopra delle concentrazioni esterne, come normalmente si verifica, ma in quantità assolutamente accettabili. "Anche se basse, le concentrazioni alla lunga possono portare all'insorgenza di diverse tipologie di problemi, quindi l'importanza di fare attenzione ai piccoli gesti quotidiani che vanno da una scelta consapevole dei prodotti che si utilizzano ad una costante areazione dei locali, non è mai da sottovalutare", sottolinea Lucia Paciucci, dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR.
Il monitoraggio del Treno Verde - realizzato grazie alla collaborazione con valorizza brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell'Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un'istantanea, in termini d'inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all'interno dei quartieri delle nostre città.
Nei cinque punti individuati nel capoluogo pugliese sono state eseguite, nelle giornate del 5 e 6 marzo, misurazioni di un'ora di polveri sottili e di rumore (Corso Cavour nei pressi del Liceo scientifico Scacchi, via Vito Fornari all'altezza della scuola Mazzini, Corso Vittorio Emanuele II all'incrocio con via Da Bari, via Argiro nell'area pedonale della città ed infine a Corso Italia altezza via Quintino Sella).
Non essendo dotata la città di Bari di un piano di zonizzazione acustica, le misurazioni del rumore eseguita dai tecnici di Legambiente sono state confrontate con i limiti legislativi appartenenti a classi di destinazione d'uso simili a quelle monitorate: il quadro che emerge mostra come nelle strade di fronte alle due scuole in Corso Cavour e via Fornari, il rumore immesso dalle diverse sorgenti cittadine abbia raggiunto rispettivamente un LAeq (l'unità di misura equivalente per le misurazioni ambientali) di 66,3 db e 62,5db contro i 50db come limite normativo per zone che ricadono nella prima classe (aree particolarmente protette come, appunto, le scuole). Male anche gli altri punti dove il LAeq ha raggiunto i 71,6db in corso Vittorio Emanuele II (contro un limite di 65db), 61,8db nell'area pedonale di via Argiro (che rientrerebbe in una III classe di aree di tipo misto con un limite di 60db), e 71,2db in Corso Italia (limite previsto 65db). Bassi i valori di polveri sottili registrati nelle misurazioni di un'ora eseguite in alcuni punti strategici della città e nelle misurazioni di 10 minuti eseguite nelle vie secondarie.
Novità di quest'anno è la misurazione dell'inquinamento indoor con l'analisi di alcuni inquinanti che determinano la buona o la cattiva qualità dell'aria in un ambiente chiuso, come a scuola, a casa, al lavoro. A Bari il monitoraggio è stato eseguito nell'Istituto comprensivo "San Giovanni Bosco – Melo da Bari", presso il plesso Guglielmo Marconi. L'inquinamento indoor - un problema oggi troppo spesso sottovalutato - è riconducibile sia ad una serie di sorgenti (pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiali per uffici come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici) che alle caratteristiche di ventilazione, delle attività e delle abitudini di chi vive o lavora negli ambienti chiusi. Per esigenze di risparmio energetico, inoltre, si tende a sigillare gli ambienti che, di conseguenza, tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone e prodotti.
Il monitoraggio svolto dai tecnici di Legambiente, col supporto dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR, è stato eseguito campionando nei 10 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazione dei composti organici volatili (VOC), un insieme di sostanze che posso essere emesse dai materiali e prodotti precedentemente descritti. I risultati mostrano delle concentrazioni interne agli ambienti monitorati leggermente al di sopra delle concentrazioni esterne, come normalmente si verifica, ma in quantità assolutamente accettabili. "Anche se basse, le concentrazioni alla lunga possono portare all'insorgenza di diverse tipologie di problemi, quindi l'importanza di fare attenzione ai piccoli gesti quotidiani che vanno da una scelta consapevole dei prodotti che si utilizzano ad una costante areazione dei locali, non è mai da sottovalutare", sottolinea Lucia Paciucci, dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR.
È questa la richiesta che arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane - realizzata con la partecipazione del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare - che oggi chiude la sua tappa a Bari, quarta città toccata dal tour 2017. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Manuela Cardarelli, portavoce Treno Verde; Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia alla presenza di Domenico Santorsola, assessore all'Ambiente Regione Puglia; Pietro Petruzzelli, assessore all'Ambiente Comune di Bari; Vito Bruno, presidente Arpa Puglia e Mariella Polla, direttore Divisione Trasporto regionale Trenitalia Puglia.
"Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell'aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata - Manuela Cardarelli, portavoce Treno Verde -. Le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo. Occorre uscire dalla logica dell'emergenza e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, oltre a investimenti nella riqualificazione e nell'innovazione nell'edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. Anche qui in Puglia il trasporto privato continua ad essere anche qui la modalità più diffusa per muoversi verso le città e al loro interno. Solo invertendo questa tendenza e garantendo un trasporto pubblico efficace e competitivo si possono restituire ai cittadini una migliore qualità dell'aria e della vita".
Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani avviando ripensando al sistema della mobilità, facendo scelte innovative per farle uscire dall'immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all'inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana.
"Sebbene quello del Treno Verde sia un monitoraggio puntuale, una fotografia momentanea, ci preoccupano le soglie di rumore raggiunte nella città di Bari, oltre i valori di legge consentiti, ecco perché chiediamo che nel capoluogo pugliese venga approvato un piano di zonizzazione acustica, obbligatorio per legge ormai da anni - dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. Nonostante negli ultimi anni non siano mancate le buone pratiche sul fronte della mobilità sostenibile, utili a ridurre i livelli di inquinamento atmosferico e a migliorare la qualità dell'aria in città, come i parcheggi di scambio, la tariffazione concentrica, e in ultimo la velostazione di Bari, resta ancora poco il verde urbano fruibile, e risultano assenti le zone 30 che favoriscono spostamenti sicuri a piedi e in bici. Per ridurre non di poco l'inquinamento acustico e atmosferico in città sarebbe opportuno potenziare e rendere più efficiente il trasporto pubblico locale che continua a perdere passeggeri. Le politiche urbane pesano non poco sulla qualità dell'aria. Di fronte allo smog non servono interventi sporadici ma misure radicali e, talvolta, impopolari per una mobilità verso "zero emissioni".
IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE
Il monitoraggio del Treno Verde - realizzato grazie alla collaborazione con VALORIZZA brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell'Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un'istantanea, in termini d'inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all'interno dei quartieri delle nostre città.Nei cinque punti individuati nel capoluogo pugliese sono state eseguite, nelle giornate del 5 e 6 marzo, misurazioni di un'ora di polveri sottili e di rumore (Corso Cavour nei pressi del Liceo scientifico Scacchi, via Vito Fornari all'altezza della scuola Mazzini, Corso Vittorio Emanuele II all'incrocio con via Da Bari, via Argiro nell'area pedonale della città ed infine a Corso Italia altezza via Quintino Sella). Non essendo dotata la città di Bari di un piano di zonizzazione acustica, le misurazioni del rumore eseguita dai tecnici di Legambiente sono state confrontate con i limiti legislativi appartenenti a classi di destinazione d'uso simili a quelle monitorate: il quadro che emerge mostra come nelle strade di fronte alle due scuole in Corso Cavour e via Fornari, il rumore immesso dalle diverse sorgenti cittadine abbia raggiunto rispettivamente un LAeq (l'unità di misura equivalente per le misurazioni ambientali) di 66,3 db e 62,5db contro i 50db come limite normativo per zone che ricadono nella prima classe (aree particolarmente protette come, appunto, le scuole). Male anche gli altri punti dove il LAeq ha raggiunto i 71,6db in corso Vittorio Emanuele II (contro un limite di 65db), 61,8db nell'area pedonale di via Argiro (che rientrerebbe in una III classe di aree di tipo misto con un limite di 60db), e 71,2db in Corso Italia (limite previsto 65db). Bassi i valori di polveri sottili registrati nelle misurazioni di un'ora eseguite in alcuni punti strategici della città e nelle misurazioni di 10 minuti eseguite nelle vie secondarie.
Novità di quest'anno è la misurazione dell'inquinamento indoor con l'analisi di alcuni inquinanti che determinano la buona o la cattiva qualità dell'aria in un ambiente chiuso, come a scuola, a casa, al lavoro. A Bari il monitoraggio è stato eseguito nell'Istituto comprensivo "San Giovanni Bosco – Melo da Bari", presso il plesso Guglielmo Marconi. L'inquinamento indoor - un problema oggi troppo spesso sottovalutato - è riconducibile sia ad una serie di sorgenti (pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiali per uffici come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici) che alle caratteristiche di ventilazione, delle attività e delle abitudini di chi vive o lavora negli ambienti chiusi. Per esigenze di risparmio energetico, inoltre, si tende a sigillare gli ambienti che, di conseguenza, tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone e prodotti. Il monitoraggio svolto dai tecnici di Legambiente, col supporto dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR, è stato eseguito campionando nei 10 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazione dei composti organici volatili (VOC), un insieme di sostanze che posso essere emesse dai materiali e prodotti precedentemente descritti. I risultati mostrano delle concentrazioni interne agli ambienti monitorati leggermente al di sopra delle concentrazioni esterne, come normalmente si verifica, ma in quantità assolutamente accettabili. "Anche se basse, le concentrazioni alla lunga possono portare all'insorgenza di diverse tipologie di problemi, quindi l'importanza di fare attenzione ai piccoli gesti quotidiani che vanno da una scelta consapevole dei prodotti che si utilizzano ad una costante areazione dei locali, non è mai da sottovalutare", sottolinea Lucia Paciucci, dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR.
Il monitoraggio del Treno Verde - realizzato grazie alla collaborazione con valorizza brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell'Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un'istantanea, in termini d'inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all'interno dei quartieri delle nostre città.
Nei cinque punti individuati nel capoluogo pugliese sono state eseguite, nelle giornate del 5 e 6 marzo, misurazioni di un'ora di polveri sottili e di rumore (Corso Cavour nei pressi del Liceo scientifico Scacchi, via Vito Fornari all'altezza della scuola Mazzini, Corso Vittorio Emanuele II all'incrocio con via Da Bari, via Argiro nell'area pedonale della città ed infine a Corso Italia altezza via Quintino Sella).
Non essendo dotata la città di Bari di un piano di zonizzazione acustica, le misurazioni del rumore eseguita dai tecnici di Legambiente sono state confrontate con i limiti legislativi appartenenti a classi di destinazione d'uso simili a quelle monitorate: il quadro che emerge mostra come nelle strade di fronte alle due scuole in Corso Cavour e via Fornari, il rumore immesso dalle diverse sorgenti cittadine abbia raggiunto rispettivamente un LAeq (l'unità di misura equivalente per le misurazioni ambientali) di 66,3 db e 62,5db contro i 50db come limite normativo per zone che ricadono nella prima classe (aree particolarmente protette come, appunto, le scuole). Male anche gli altri punti dove il LAeq ha raggiunto i 71,6db in corso Vittorio Emanuele II (contro un limite di 65db), 61,8db nell'area pedonale di via Argiro (che rientrerebbe in una III classe di aree di tipo misto con un limite di 60db), e 71,2db in Corso Italia (limite previsto 65db). Bassi i valori di polveri sottili registrati nelle misurazioni di un'ora eseguite in alcuni punti strategici della città e nelle misurazioni di 10 minuti eseguite nelle vie secondarie.
Novità di quest'anno è la misurazione dell'inquinamento indoor con l'analisi di alcuni inquinanti che determinano la buona o la cattiva qualità dell'aria in un ambiente chiuso, come a scuola, a casa, al lavoro. A Bari il monitoraggio è stato eseguito nell'Istituto comprensivo "San Giovanni Bosco – Melo da Bari", presso il plesso Guglielmo Marconi. L'inquinamento indoor - un problema oggi troppo spesso sottovalutato - è riconducibile sia ad una serie di sorgenti (pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiali per uffici come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici) che alle caratteristiche di ventilazione, delle attività e delle abitudini di chi vive o lavora negli ambienti chiusi. Per esigenze di risparmio energetico, inoltre, si tende a sigillare gli ambienti che, di conseguenza, tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone e prodotti.
Il monitoraggio svolto dai tecnici di Legambiente, col supporto dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR, è stato eseguito campionando nei 10 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazione dei composti organici volatili (VOC), un insieme di sostanze che posso essere emesse dai materiali e prodotti precedentemente descritti. I risultati mostrano delle concentrazioni interne agli ambienti monitorati leggermente al di sopra delle concentrazioni esterne, come normalmente si verifica, ma in quantità assolutamente accettabili. "Anche se basse, le concentrazioni alla lunga possono portare all'insorgenza di diverse tipologie di problemi, quindi l'importanza di fare attenzione ai piccoli gesti quotidiani che vanno da una scelta consapevole dei prodotti che si utilizzano ad una costante areazione dei locali, non è mai da sottovalutare", sottolinea Lucia Paciucci, dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR.