Politica
Irma Melini attacca dopo gli insulti: «Si rinunci alla segretezza del voto»
La richiesta della consigliera indirizzata ai 23 presenti al consiglio comunale in modo da arrivare al responsabile
Bari - giovedì 16 novembre 2017
18.47
Non si ferma la consigliera Melini dopo le accuse sessiste nei suoi confronti. È determinata ad ottenere giustizia, e ha conoscere il volto e il nome di chi ha deciso l'altro giorno in consiglio comunale di offendere lei come donna in primis, ma anche l'istituzione rappresentata. Un gesto, quel biglietto anonimo durante una votazione, che non può e non deve essere lasciato impunito. E dopo avere incassato la solidarietà di moltissimi membri della politica barese e pugliese, tra cui molti uomini come il sindaco Antonio Decaro e il presidente della Regione Michele Emiliano, va all'attacco.
«Oggi pomeriggio – ha dichiarato la consigliera – dopo avere acquisito la scheda nulla che contiene la diffamazione aggravata in mio danno, depositerò la querela e nei prossimi giorni chiederò ai colleghi di sottoporsi spontaneamente a perizia calligrafica, presso la mia stanza in Comune alla presenza di un consulente esperto».
Inoltre, Irma Melini ha inviato formalmente una domanda al presidente del consiglio comunale, Pasquale Di Rella, al sindaco, Antonio Decaro e al segretario generale, Donato Susca, con la quale richiede, formalmente, la rinuncia unanime dei 23 consiglieri presenti al diritto alla segretezza, in modo da accertare nel modo più rapido possibile la responsabilità dell'accaduto.
A questo punto non resta che aspettare la decisione delle 23 persone presenti in aula durante il voto, e capire se davvero chi ha avuto il coraggio di offendere, abbia anche il coraggio di ammettere di averlo fatto e, magari, chiedere scusa non solo alla Melini, ma a tutte le donne offese e alla politica stessa.
«Oggi pomeriggio – ha dichiarato la consigliera – dopo avere acquisito la scheda nulla che contiene la diffamazione aggravata in mio danno, depositerò la querela e nei prossimi giorni chiederò ai colleghi di sottoporsi spontaneamente a perizia calligrafica, presso la mia stanza in Comune alla presenza di un consulente esperto».
Inoltre, Irma Melini ha inviato formalmente una domanda al presidente del consiglio comunale, Pasquale Di Rella, al sindaco, Antonio Decaro e al segretario generale, Donato Susca, con la quale richiede, formalmente, la rinuncia unanime dei 23 consiglieri presenti al diritto alla segretezza, in modo da accertare nel modo più rapido possibile la responsabilità dell'accaduto.
A questo punto non resta che aspettare la decisione delle 23 persone presenti in aula durante il voto, e capire se davvero chi ha avuto il coraggio di offendere, abbia anche il coraggio di ammettere di averlo fatto e, magari, chiedere scusa non solo alla Melini, ma a tutte le donne offese e alla politica stessa.