Cronaca
Iva non pagata per 3,5 milioni. Sequestrati beni a un'azienda di Bari
La Zanoni Distribuzione SRL si occupava di import/export di profumi, saponi e detersivi
Bari - giovedì 28 giugno 2018
12.48
Emettevano fatture per oltre 16 milioni di Euro senza corrispondere l'IVA. La Guardia di Finanza di Bari ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa 3,5 milioni di euro, importo corrispondente all'imposta evasa, sulle fatture emesse dalla società barese ZANONI DISTRIBUZIONE SRL. Le cessioni intracomunitarie in Slovenia e Bulgaria si sono rivelate fittizie, a seguito di una complessa attività di polizia giudiziaria, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari.
L'operazione di sequestro preventivo, decretata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, nasce dalle approfondite analisi dei finanzieri che hanno individuato una possibile "frode carosello" perpetrata dalla Zanoni operante nel commercio all'ingrosso di profumi, detersivi ed articoli per l'igiene personale, le cui cessioni intracomunitarie, negli ultimi anni, erano aumentate in maniera anomala. A insospettire gli inquirenti l'esiguo numero di operatori esteri, i quali, a loro volta, risultavano fornitori di diverse imprese italiane, evasori totali e dunque con le caratteristiche di società "cartiere".
L'ipotesi investigativa ha trovato riscontri dalle successive indagini effettuate in collaborazione con le autorità estere, le quali hanno confermato l'esistenza della frode a cui la società barese partecipava consapevolmente, traendone un duplice vantaggio.
Infatti, in un settore commerciale caratterizzato da bassi margini di ricarico, il poter vendere merce senza l'applicazione delI'IVA ne favorisce una maggiore richiesta, incrementando notevolmente il volume delle vendite – e quindi dei margini di guadagno - a discapito degli operatori che operano nella legalità. Inoltre, la mancata riscossione dell'IVA sulle vendite ha determinato una posizione di IVA a credito sempre crescente, utilizzata dalla società barese in compensazione per il pagamento di altri tributi o chiesta a rimborso all'Erario.
L'operazione di sequestro preventivo, decretata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, nasce dalle approfondite analisi dei finanzieri che hanno individuato una possibile "frode carosello" perpetrata dalla Zanoni operante nel commercio all'ingrosso di profumi, detersivi ed articoli per l'igiene personale, le cui cessioni intracomunitarie, negli ultimi anni, erano aumentate in maniera anomala. A insospettire gli inquirenti l'esiguo numero di operatori esteri, i quali, a loro volta, risultavano fornitori di diverse imprese italiane, evasori totali e dunque con le caratteristiche di società "cartiere".
L'ipotesi investigativa ha trovato riscontri dalle successive indagini effettuate in collaborazione con le autorità estere, le quali hanno confermato l'esistenza della frode a cui la società barese partecipava consapevolmente, traendone un duplice vantaggio.
Infatti, in un settore commerciale caratterizzato da bassi margini di ricarico, il poter vendere merce senza l'applicazione delI'IVA ne favorisce una maggiore richiesta, incrementando notevolmente il volume delle vendite – e quindi dei margini di guadagno - a discapito degli operatori che operano nella legalità. Inoltre, la mancata riscossione dell'IVA sulle vendite ha determinato una posizione di IVA a credito sempre crescente, utilizzata dalla società barese in compensazione per il pagamento di altri tributi o chiesta a rimborso all'Erario.