
Scuola e Lavoro
L'Università di Bari aderisce al bando "Resto al Sud": «Un riferimento per giovani imprenditori»
Il dott. Coco (consulente del ministro De Vincenti): «50.000 Euro a partecipante fino a 200.000 per le società»
Bari - lunedì 26 febbraio 2018
18.59
L'Università di Bari è il primo ente universitario a livello nazionale ad accreditarsi per l'erogazione dei servizi nell'ambito del bando "Resto al Sud", e una delle pochissime amministrazioni pubbliche ad aver sposato la misura promossa dal ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno De Vincenti.
Il bando "Resto al Sud" prevede una serie di finanziamenti per favorire le start up e l'imprenditoria tra i giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni, promuovendo attività individuali o in società e/o cooperativa.
«Ci è sembrato naturale che UniBa si presentasse come ente sviluppatore di questo progetto - esordisce il rettore Antonio Felice Uricchio durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi stamattina in ateneo - alla luce dell'esperienza fortunata del BaLab, struttura istituita dal nostro ateneo per favorire le start-up e l'imprenditoria giovanile. Con l'accreditamento per il bando "Resto al Sud" il nostro ateneo si candida a essere il luogo dove sostenere i giovani imprenditori, e attraverso il BaLab proveremo a sostenere le imprese del nostro territorio pronte a nascere grazie ai nostri laureati».
«Eravamo deficitari nell'area del placement - continua il dottor Giuseppe Coco, docente delle università di Bari e Firenze e collaboratore del ministro De Vincenti - e su questo l'università di Bari è stata la prima a muoversi accreditandosi per "Resto al Sud"; una scelta che mi riempio d'orgoglio. Ogni giovane disoccupato meridionale ha a disposizione una dotazione potenziale di 50.000 Euro, di cui il 35% a fondo perduto concesso da Invitalia, e il restante 65% coperto dall'erogazione di un finanziamento bancario a tasso agevolato. Costituendo una società o una cooperativa si può accedere a un finanziamento fino a 200.000 Euro, per una dotazione totale di 1 miliardo e 250 mila Euro per tutte le regioni del Sud Italia. Con questi soldi si può fare tutto tranne che dare avvio a iniziative puramente commerciali e studi professionali. Le imprese che puntiamo a sovvenzionare con questo bando si muoveranno soprattutto nel turismo, ma anche artigianato e industria. La procedura è semplicissima, come si può vedere sul sito di Invitalia. Non serve, quindi, correre allo sportello, ma elaborare proposte progettuali serie che valorizzino l'identità di chi elabora il progetto e la sua validità. Invitalia, da parte sua, valuterà i progetti in soli 60 giorni».
«In questi 60 giorni - prosegue il professor Raffaele Lagravinese, anch'egli collaboratore di De Vincenti - ci sarà un colloquio con il proponente in cui invitalia cercherà di comprendere le motivazioni e l'ampiezza della proposta progettuale. Abbiamo in compilazione già 5.800 domande: in poco più di un mese questa misura ha sortito gli effetti che speravamo».
Il bando "Resto al Sud" prevede una serie di finanziamenti per favorire le start up e l'imprenditoria tra i giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni, promuovendo attività individuali o in società e/o cooperativa.
«Ci è sembrato naturale che UniBa si presentasse come ente sviluppatore di questo progetto - esordisce il rettore Antonio Felice Uricchio durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi stamattina in ateneo - alla luce dell'esperienza fortunata del BaLab, struttura istituita dal nostro ateneo per favorire le start-up e l'imprenditoria giovanile. Con l'accreditamento per il bando "Resto al Sud" il nostro ateneo si candida a essere il luogo dove sostenere i giovani imprenditori, e attraverso il BaLab proveremo a sostenere le imprese del nostro territorio pronte a nascere grazie ai nostri laureati».
«Eravamo deficitari nell'area del placement - continua il dottor Giuseppe Coco, docente delle università di Bari e Firenze e collaboratore del ministro De Vincenti - e su questo l'università di Bari è stata la prima a muoversi accreditandosi per "Resto al Sud"; una scelta che mi riempio d'orgoglio. Ogni giovane disoccupato meridionale ha a disposizione una dotazione potenziale di 50.000 Euro, di cui il 35% a fondo perduto concesso da Invitalia, e il restante 65% coperto dall'erogazione di un finanziamento bancario a tasso agevolato. Costituendo una società o una cooperativa si può accedere a un finanziamento fino a 200.000 Euro, per una dotazione totale di 1 miliardo e 250 mila Euro per tutte le regioni del Sud Italia. Con questi soldi si può fare tutto tranne che dare avvio a iniziative puramente commerciali e studi professionali. Le imprese che puntiamo a sovvenzionare con questo bando si muoveranno soprattutto nel turismo, ma anche artigianato e industria. La procedura è semplicissima, come si può vedere sul sito di Invitalia. Non serve, quindi, correre allo sportello, ma elaborare proposte progettuali serie che valorizzino l'identità di chi elabora il progetto e la sua validità. Invitalia, da parte sua, valuterà i progetti in soli 60 giorni».
«In questi 60 giorni - prosegue il professor Raffaele Lagravinese, anch'egli collaboratore di De Vincenti - ci sarà un colloquio con il proponente in cui invitalia cercherà di comprendere le motivazioni e l'ampiezza della proposta progettuale. Abbiamo in compilazione già 5.800 domande: in poco più di un mese questa misura ha sortito gli effetti che speravamo».