Politica
La Bari antifascista dice no a violenza e discriminazione: «Chiudere sedi degli squadristi»
Emiliano: «Governo figlio dei nostri errori». Maselli: «Sinistra unita è possibile». Forenza: «Non sedersi a discutere con i fascisti»
Bari - martedì 25 settembre 2018
21.34
In migliaia hanno risposto presente all'appello contro la violenza squadrista. La Bari antifascista si è riunita questo pomeriggio in piazza Prefettura, chiamata a raccolta dalla Cgil, per dire no alle discriminazioni e reagire ai fatti di venerdì 21 settembre, quando un gruppo di Casapound ha assaltato con oggetti contundenti alcune persone di ritorno dal corteo antirazzista indetto dai centri sociali per protestare contro il governo Lega-M5S.
Un fatto su cui indaga la Questura di Bari, ma nel frattempo la città ha voluto lanciare un segnale da una piazza gremita e piena dei vari simboli della sinistra, capace di far fronte comune e andare oltre le divisioni interne quando c'è da schierarsi apertamente contro i rigurgiti fascisti.
Dal palco allestito in piazza ha preso la parola Eleonora Forenza, europarlamentare di L'Altra Europa con Tsipras ed esponente di Potere al Popolo, tra le vittime dell'agguato di venerdì scorso al Libertà: «Non dobbiamo dimenticare la storia perché quello che sta accadendo in questo paese è pericoloso» è il monito di Eleonora Forenza che fa diretti riferimenti alle politiche messe in pratica dall'attuale governo. «Il Decreto sicurezza è anticostituzionale, nega il permesso di soggiorno per motivi umanitari - dice. Ci hanno detto che fascismo e antifascismo non avessero più senso, ma noi crediamo che per essere costituzionali si debba essere antifascisti. Che antirazzismo è quello che si vanta di aver fatto più rimpatri? Con i fascisti e con chi li sostiene e proteggere non ci si siede neanche a prendere un caffè», è la stilettata dell'eurodeputata tanto al PD quanto al ministro Salvini e alle sue frequentazioni con gli esponenti di Casapound.
«Per me era necessario esserci - ha detto dal pubblico l'assessore comunale alle Culture Silvio Maselli. Quello che è successo venerdì è gravissimo, ma quello che sta succedendo stasera qui è, invece, bellissimo. Questo è il segno dell'esistenza di un popolo democratico e antifascista che crede nei valori della costituzione. Democrazia è qualcosa che va costruito quotidianamente con impegno, occupando le strade: la politica è una cosa bellissima, e la gente deve capire che non bisogna delegare bensì appropriarsi dei proprio diritti. C'è gente che va in giro con tirapugni e mazze chiodate; questi sono i veri fascisti. Le organizzazioni neofasciste vanno chiuse per decreto: Casapound non può essere lasciata libera di agire con delle armi contundenti. Purtroppo abbiamo un ministro dell'Interno che non la pensa così e anzi va a cena con i leader di Casapound, stringendo con loro patti e alleanze politiche. La minaccia va respinta con militanza, alla violenza va opposto questo popolo meraviglioso. Le bandiere presenti in questa piazza raccontano certamente il pluralismo, ma raccontano anche di una sinistra che quando è divisa perde. Bisogna trovare ragioni comuni dell'unità contro i neofascisti».
Fra i manifestanti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ai microfoni della stampa commenta: «Significativo è il fatto che queste persone si siano riunite qui, sotto la targa che ricorda Benedetto Petrone. Il fascismo offre una soluzione rapida alla crisi del sistema, riducendo democrazia e diritti delle persone, piegando i deboli alle ragione dei più potenti. Questo le giovani generazioni devono impararlo», ricorda il governatore, che come al solito non risparmia critiche al PD. «Il fascismo esplode quando la democrazia non ha sufficiente autorevolezza: in questo caso anche il Partito Democratico ha favorito la costituzione di un governo giallo-vede in cui si sapeva che ministro dell'Interno sarebbe stato Salvini. Questo è stato un errore politico gravissimo, a cui bisogna rimediare con una politica inversa a quella dell'attuale establishment PD, cercando a tutti i costi di staccare M5S dalla Lega. Questo è un partito politico che utilizza le parole del fascismo, creando quell'atmosfera negativa che non tende a una risoluzione condivisa dei problemi, ma solo allo spargimento di parole d'odio. Mi auguro che il PD cambi linea: non bastano le manifestazioni ma serve una politica intelligente, che ricostruisca il fronte antifascista. Mi auguro che le prossime coalizioni che candideremo al Comune di Bari e alla Regione Puglia sia un grande schieramento antifascista per i diritti delle persone».
A parlare per la Cgil il professor Luciano Canfora, che con il suo consueto acume pone l'accento sulla connessione fra le politiche dell'attuale governo e gli autori dei gravi fatti di violenza verificatisi in via Eritrea il 21 settembre, ponendo però l'accento sul passato della città, una delle capitali della resistenza. «Bari ha una storia antifascista - ricorda Canfora: i comitati di liberazione nazionale nel 1944 si riunirono proprio in questa città, dove nel 1943 ci l'eccidio di via Niccolò dell'Arca. Le ferite che il fascismo ha inferto a Bari sono tante, ma questa città ha saputo produrre persone, concetti e iniziative culturali di segno contrario. Questo per noi è un grande motivo di speranza».
Un fatto su cui indaga la Questura di Bari, ma nel frattempo la città ha voluto lanciare un segnale da una piazza gremita e piena dei vari simboli della sinistra, capace di far fronte comune e andare oltre le divisioni interne quando c'è da schierarsi apertamente contro i rigurgiti fascisti.
Dal palco allestito in piazza ha preso la parola Eleonora Forenza, europarlamentare di L'Altra Europa con Tsipras ed esponente di Potere al Popolo, tra le vittime dell'agguato di venerdì scorso al Libertà: «Non dobbiamo dimenticare la storia perché quello che sta accadendo in questo paese è pericoloso» è il monito di Eleonora Forenza che fa diretti riferimenti alle politiche messe in pratica dall'attuale governo. «Il Decreto sicurezza è anticostituzionale, nega il permesso di soggiorno per motivi umanitari - dice. Ci hanno detto che fascismo e antifascismo non avessero più senso, ma noi crediamo che per essere costituzionali si debba essere antifascisti. Che antirazzismo è quello che si vanta di aver fatto più rimpatri? Con i fascisti e con chi li sostiene e proteggere non ci si siede neanche a prendere un caffè», è la stilettata dell'eurodeputata tanto al PD quanto al ministro Salvini e alle sue frequentazioni con gli esponenti di Casapound.
«Per me era necessario esserci - ha detto dal pubblico l'assessore comunale alle Culture Silvio Maselli. Quello che è successo venerdì è gravissimo, ma quello che sta succedendo stasera qui è, invece, bellissimo. Questo è il segno dell'esistenza di un popolo democratico e antifascista che crede nei valori della costituzione. Democrazia è qualcosa che va costruito quotidianamente con impegno, occupando le strade: la politica è una cosa bellissima, e la gente deve capire che non bisogna delegare bensì appropriarsi dei proprio diritti. C'è gente che va in giro con tirapugni e mazze chiodate; questi sono i veri fascisti. Le organizzazioni neofasciste vanno chiuse per decreto: Casapound non può essere lasciata libera di agire con delle armi contundenti. Purtroppo abbiamo un ministro dell'Interno che non la pensa così e anzi va a cena con i leader di Casapound, stringendo con loro patti e alleanze politiche. La minaccia va respinta con militanza, alla violenza va opposto questo popolo meraviglioso. Le bandiere presenti in questa piazza raccontano certamente il pluralismo, ma raccontano anche di una sinistra che quando è divisa perde. Bisogna trovare ragioni comuni dell'unità contro i neofascisti».
Fra i manifestanti anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ai microfoni della stampa commenta: «Significativo è il fatto che queste persone si siano riunite qui, sotto la targa che ricorda Benedetto Petrone. Il fascismo offre una soluzione rapida alla crisi del sistema, riducendo democrazia e diritti delle persone, piegando i deboli alle ragione dei più potenti. Questo le giovani generazioni devono impararlo», ricorda il governatore, che come al solito non risparmia critiche al PD. «Il fascismo esplode quando la democrazia non ha sufficiente autorevolezza: in questo caso anche il Partito Democratico ha favorito la costituzione di un governo giallo-vede in cui si sapeva che ministro dell'Interno sarebbe stato Salvini. Questo è stato un errore politico gravissimo, a cui bisogna rimediare con una politica inversa a quella dell'attuale establishment PD, cercando a tutti i costi di staccare M5S dalla Lega. Questo è un partito politico che utilizza le parole del fascismo, creando quell'atmosfera negativa che non tende a una risoluzione condivisa dei problemi, ma solo allo spargimento di parole d'odio. Mi auguro che il PD cambi linea: non bastano le manifestazioni ma serve una politica intelligente, che ricostruisca il fronte antifascista. Mi auguro che le prossime coalizioni che candideremo al Comune di Bari e alla Regione Puglia sia un grande schieramento antifascista per i diritti delle persone».
A parlare per la Cgil il professor Luciano Canfora, che con il suo consueto acume pone l'accento sulla connessione fra le politiche dell'attuale governo e gli autori dei gravi fatti di violenza verificatisi in via Eritrea il 21 settembre, ponendo però l'accento sul passato della città, una delle capitali della resistenza. «Bari ha una storia antifascista - ricorda Canfora: i comitati di liberazione nazionale nel 1944 si riunirono proprio in questa città, dove nel 1943 ci l'eccidio di via Niccolò dell'Arca. Le ferite che il fascismo ha inferto a Bari sono tante, ma questa città ha saputo produrre persone, concetti e iniziative culturali di segno contrario. Questo per noi è un grande motivo di speranza».