Servizi sociali
La Città Metropolitana lascia a terra i ragazzi disabili
Sospeso da lunedì il servizio di trasporto scolastico, Strada Facendo Onlus: «Nessuna comunicazione, grave problema culturale»
Bari - mercoledì 10 gennaio 2018
16.59
Brutta sorpresa lunedì scorso alla ripresa della scuola per i ragazzi disabili e i loro genitori. Duecento ragazzi, infatti, sono stati lasciati al freddo ad aspettare un servizio di trasporto con bus, che avrebbe dovuto accompagnarli a scuola, ma che invece non è mai arrivato. Un servizio che nessuno sapeva fosse sospeso, dato che la Città Metropolitana di Bari non ha provveduto ad avvisare in alcun modo i ragazzi e le loro famiglie. Una mancanza che le associazioni Strada Facendo Onlus e Mano a Mano hanno immediatamente denunciato, criticando soprattutto la mancanza di comunicazione, inconcepibile nel 2018. A quanto si apprende dai responsabili della Città Metropolitana di Bari il servizio dovrebbe ripartire da domani mattina, garantendo di nuovo ai ragazzi e alle famiglie un diritto che in questi giorni è stato loro tolto.
«Il servizio dovrebbe ufficialmente ripartire domani – dichiara il presidente di Strada Facendo Onlus, Walter Albrizio – i problemi dovrebbero essere stati risolti e tutto dovrebbe tornare alla normalità. Ma siamo come San Tommaso, dobbiamo verificare prima di esserne certi, anche se abbiamo preso atto dell'ufficialità comunicata. Il fatto più grave è stato che dalla fine della scuola per le vacanze natalizie alla ripresa dell'8 gennaio non c'era stato sentore di nulla, e lunedì mattina chi per strada chi a casa aspettava che il pullman arrivasse a prendere i ragazzi ha aspettato invano. Abbiamo quindi protestato, non solo per il fatto che non si è ottemperato al dovere istituzionale del trasporto pubblico, interrompendo un servizio, ma l'indelicatezza del non comunicare».
«Comprendiamo che possano esserci dei problemi – prosegue Albrizio – ma non si possono lasciare 200 ragazzi con gravi problematiche per strada. Considerando anche che ormai i ragazzi che vengono accompagnati sono i casi più gravi e quelli non autosufficienti. Purtroppo, questo può solo essere definito un atto di inciviltà. Abbiamo avuto risposte solo burocratiche che dal punto di vista umano non sono accettabili, è come se fossero stati lasciati di notte degli anziani al freddo dando come giustificazioni l'aver forato una ruota. Da quanto sappiamo, anche se non ne siamo certi, sembrerebbe che nemmeno le scuole ne sapessero nulla. Non è ammissibile questo comportamento, ma il problema è che siccome ci si rivolge ad una fetta di cittadini "diversi" e più fragili anche numericamente si crede che si può fare quello che si vuole. E questo è un dramma culturale, non sono i due-tre giorni di disagio per i ragazzi e le famiglie, c'è un problema di mancanza di rispetto. Comunicare il problema sarebbe stato il minimo».
«Se le associazioni non si fossero mosse – conclude – loro avrebbero tranquillamente risolto la situazione con i loro tempi, che non sono certo i due giorni. Nel 2018 è impensabile non mettere nemmeno una comunicazione online per avvisare. Noi come associazioni siamo anni che combattiamo e discutiamo con gli organi istituzionali per stimolare un miglioramento. Per fortuna quest'anno c'è stata la continuità con gli educatori, la Regione Puglia ha cercato di prevenire eventuali problemi. Non sono sorti i problemi con gli educatori quest'anno, sono sorti ora per quanto riguarda il trasporto».
«Il servizio dovrebbe ufficialmente ripartire domani – dichiara il presidente di Strada Facendo Onlus, Walter Albrizio – i problemi dovrebbero essere stati risolti e tutto dovrebbe tornare alla normalità. Ma siamo come San Tommaso, dobbiamo verificare prima di esserne certi, anche se abbiamo preso atto dell'ufficialità comunicata. Il fatto più grave è stato che dalla fine della scuola per le vacanze natalizie alla ripresa dell'8 gennaio non c'era stato sentore di nulla, e lunedì mattina chi per strada chi a casa aspettava che il pullman arrivasse a prendere i ragazzi ha aspettato invano. Abbiamo quindi protestato, non solo per il fatto che non si è ottemperato al dovere istituzionale del trasporto pubblico, interrompendo un servizio, ma l'indelicatezza del non comunicare».
«Comprendiamo che possano esserci dei problemi – prosegue Albrizio – ma non si possono lasciare 200 ragazzi con gravi problematiche per strada. Considerando anche che ormai i ragazzi che vengono accompagnati sono i casi più gravi e quelli non autosufficienti. Purtroppo, questo può solo essere definito un atto di inciviltà. Abbiamo avuto risposte solo burocratiche che dal punto di vista umano non sono accettabili, è come se fossero stati lasciati di notte degli anziani al freddo dando come giustificazioni l'aver forato una ruota. Da quanto sappiamo, anche se non ne siamo certi, sembrerebbe che nemmeno le scuole ne sapessero nulla. Non è ammissibile questo comportamento, ma il problema è che siccome ci si rivolge ad una fetta di cittadini "diversi" e più fragili anche numericamente si crede che si può fare quello che si vuole. E questo è un dramma culturale, non sono i due-tre giorni di disagio per i ragazzi e le famiglie, c'è un problema di mancanza di rispetto. Comunicare il problema sarebbe stato il minimo».
«Se le associazioni non si fossero mosse – conclude – loro avrebbero tranquillamente risolto la situazione con i loro tempi, che non sono certo i due giorni. Nel 2018 è impensabile non mettere nemmeno una comunicazione online per avvisare. Noi come associazioni siamo anni che combattiamo e discutiamo con gli organi istituzionali per stimolare un miglioramento. Per fortuna quest'anno c'è stata la continuità con gli educatori, la Regione Puglia ha cercato di prevenire eventuali problemi. Non sono sorti i problemi con gli educatori quest'anno, sono sorti ora per quanto riguarda il trasporto».