Cronaca
«La Lopez è una vittima innocente. È stato un errore di esecuzione»
L'obiettivo era Palermiti con cui Lavopa aveva ruggini da tempo. Il pm: «Ragazzini, tutti gli attori sono poco più che 20enni»
Bari - martedì 24 settembre 2024
7.34
«La donna è una vittima innocente. È stato un errore di esecuzione». L'ha detto il sostituto procuratore dell'Antimafia, Federico Perrone Capano, commentando il fermo del presunto responsabile dell'omicidio della 19enne Antonella Lopez, il 21enne Michele Lavopa, noto per una rapina commessa quando era minorenne.
Il sostituto procuratore antimafia, intervenuto in una conferenza stampa assieme al coordinatore dell'Antimafia, Francesco Giannella, ha spiegato che «ci sono i giovani rampolli di queste casate criminali che ormai hanno individuato la discoteca come luogo in cui passare la serata e, in qualche modo, dare manifestazioni di forza se vogliamo. Perché tutti i soggetti coinvolti in questi episodi, che stiamo cercando di mappare - ha detto -, sono le ultime generazioni di famiglie note».
E conclude con una nota amara: «La cosa che ha un po' inquietato è che abbiamo ascoltato sostanzialmente dei bambini, tutti quasi gli attori della vicenda sono poco più che 20enni». Quando il pm antimafia gli ha chiesto «scusi, ma lei perché è andato armato in discoteca? E lui mi ha risposto "Dottore, ormai non si va più tranquilli in discoteca per divertirsi"». Secondo il 21enne, che non era in stato di fermo al momento delle dichiarazioni, il «reale bersaglio era Eugenio Palermiti».
Secondo le dichiarazioni di Lavopa, soprannominato «Tupac», come il rapper statunitense ammazzato a Las Vegas nel 1996, «è vero che era armato - ha spiegato ancora Perrone Capano -, ma avrebbe subito una provocazione, cioè era il gruppo che era capeggiato da Palermiti che cercava lo scontro». Dal racconto pare che tra i due c'era stato un precedente risalente a 7 anni fa: il fermato, a Bari vecchia, vicino al Fortino, avrebbe «subito un pestaggio per una questione di ragazze».
«Il video, secondo quello che lui dice, era stato pubblicato o era poi girato nelle chat. Perché lui ha detto "dopo questo fatto qualcosa è cambiato"». All'arrivo del gruppo di Palermiti, alle ore 02.36, «il fermato aveva deciso di andare via, perché aveva capito l'aria che tirava. E mentre scendeva per la rampa che gli consentiva l'uscita è stato accerchiato, l'hanno provocato dicendogli "Che sta succedendo, tutto a posto?" e lui ha poi ceduto la provocazione, perché c'era quel pregresso».
«Ha avuto la percezione che Palermiti stesse tirando fuori un'arma e ha sparato per primo. Questo è il racconto che ci ha fatto lui», ha concluso Perrone Capano. Dopo di che, alle ore 02.49, dopo 13 minuti le immagini di videosorveglianza inquadrano il "fuggi fuggi" generale. A terra, una vittima innocente, di soli 19 anni.
Il sostituto procuratore antimafia, intervenuto in una conferenza stampa assieme al coordinatore dell'Antimafia, Francesco Giannella, ha spiegato che «ci sono i giovani rampolli di queste casate criminali che ormai hanno individuato la discoteca come luogo in cui passare la serata e, in qualche modo, dare manifestazioni di forza se vogliamo. Perché tutti i soggetti coinvolti in questi episodi, che stiamo cercando di mappare - ha detto -, sono le ultime generazioni di famiglie note».
E conclude con una nota amara: «La cosa che ha un po' inquietato è che abbiamo ascoltato sostanzialmente dei bambini, tutti quasi gli attori della vicenda sono poco più che 20enni». Quando il pm antimafia gli ha chiesto «scusi, ma lei perché è andato armato in discoteca? E lui mi ha risposto "Dottore, ormai non si va più tranquilli in discoteca per divertirsi"». Secondo il 21enne, che non era in stato di fermo al momento delle dichiarazioni, il «reale bersaglio era Eugenio Palermiti».
Secondo le dichiarazioni di Lavopa, soprannominato «Tupac», come il rapper statunitense ammazzato a Las Vegas nel 1996, «è vero che era armato - ha spiegato ancora Perrone Capano -, ma avrebbe subito una provocazione, cioè era il gruppo che era capeggiato da Palermiti che cercava lo scontro». Dal racconto pare che tra i due c'era stato un precedente risalente a 7 anni fa: il fermato, a Bari vecchia, vicino al Fortino, avrebbe «subito un pestaggio per una questione di ragazze».
«Il video, secondo quello che lui dice, era stato pubblicato o era poi girato nelle chat. Perché lui ha detto "dopo questo fatto qualcosa è cambiato"». All'arrivo del gruppo di Palermiti, alle ore 02.36, «il fermato aveva deciso di andare via, perché aveva capito l'aria che tirava. E mentre scendeva per la rampa che gli consentiva l'uscita è stato accerchiato, l'hanno provocato dicendogli "Che sta succedendo, tutto a posto?" e lui ha poi ceduto la provocazione, perché c'era quel pregresso».
«Ha avuto la percezione che Palermiti stesse tirando fuori un'arma e ha sparato per primo. Questo è il racconto che ci ha fatto lui», ha concluso Perrone Capano. Dopo di che, alle ore 02.49, dopo 13 minuti le immagini di videosorveglianza inquadrano il "fuggi fuggi" generale. A terra, una vittima innocente, di soli 19 anni.