Cronaca
La sorella del boss Stramaglia condannata per usura
Chiara Stramaglia, sorella di Michelangelo, dovrà scontare 3 anni e 6 mesi per una storia di usura e tentata estorsione
Bari - sabato 4 gennaio 2025
13.44
Si è concluso con due condanne e una assoluzione il processo sul presunto giro di usura che fino al 2021 sarebbe stato gestito a Valenzano dai famigliari dell'ex boss Michelangelo Stramaglia e del pregiudicato Salvatore Buscemi. Fra i condannati - a 3 anni e 6 mesi - la 68enne sorella di «Chelangelo», Chiara Stramaglia.
La seconda sezione penale del Tribunale di Bari, oltre alla sorella di Stramaglia e zia di Buscemi - accusata di usura e di tentata estorsione -, ha condannato suo figlio Francesco Giangregorio, 31enne, a 3 anni per usura, mentre ha assolto il 61enne Filippo Giangregorio, marito di Stramaglia, dalla accusa di abusiva attività finanziaria. «Porti i soldi o... vuoi mazzate?» è una delle minacce che Stramaglia avrebbe rivolto ad un commerciante per pagare gli interessi sui soldi prestati.
La vicenda risale al periodo tra giugno 2020 e marzo 2021. L'attività della Guardia di Finanza, diretta dal pubblico ministero antimafia Fabio Buquicchio, è partita dalle denunce presentate dalla vittima. Nelle denunce il commerciante aveva raccontato dei debiti contratti con Buscemi e che poi, dopo le minacce ricevute dal boss, si era rivolto ai suoi famigliari, sperando in una mediazione e chiedendo un ulteriore prestito per coprire i debiti accumulati col suo parente pregiudicato.
A giugno 2020 il commerciante aveva ricevuto 5mila euro, a luglio 10mila, a settembre altri 10mila, per un totale di 25mila euro. Per ogni tranche sarebbero stati pattuiti interessi tra i 250 euro e i 1.250 euro al mese da pagare anticipatamente. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro il termine di 90 giorni.
La seconda sezione penale del Tribunale di Bari, oltre alla sorella di Stramaglia e zia di Buscemi - accusata di usura e di tentata estorsione -, ha condannato suo figlio Francesco Giangregorio, 31enne, a 3 anni per usura, mentre ha assolto il 61enne Filippo Giangregorio, marito di Stramaglia, dalla accusa di abusiva attività finanziaria. «Porti i soldi o... vuoi mazzate?» è una delle minacce che Stramaglia avrebbe rivolto ad un commerciante per pagare gli interessi sui soldi prestati.
La vicenda risale al periodo tra giugno 2020 e marzo 2021. L'attività della Guardia di Finanza, diretta dal pubblico ministero antimafia Fabio Buquicchio, è partita dalle denunce presentate dalla vittima. Nelle denunce il commerciante aveva raccontato dei debiti contratti con Buscemi e che poi, dopo le minacce ricevute dal boss, si era rivolto ai suoi famigliari, sperando in una mediazione e chiedendo un ulteriore prestito per coprire i debiti accumulati col suo parente pregiudicato.
A giugno 2020 il commerciante aveva ricevuto 5mila euro, a luglio 10mila, a settembre altri 10mila, per un totale di 25mila euro. Per ogni tranche sarebbero stati pattuiti interessi tra i 250 euro e i 1.250 euro al mese da pagare anticipatamente. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro il termine di 90 giorni.