Vita di città
Largo Adua, la rabbia di un commerciante: «Vogliamo lavorare onestamente»
Parla uno dei titolari delle attività dopo la diffida della Sovraintendenza a togliere i tavolini esterni, appello al sindaco: «Trovi una soluzione»
Bari - lunedì 22 luglio 2019
«Siamo qui da oltre vent'anni, vogliamo solo lavorare onestamente e pagare per posizionare i tavoli all'esterno. Non siamo soddisfatti di dover andare contro le ordinanze ma anche sabato siamo stati costretti a farlo a nostro rischio. Chiediamo che il sindaco intervenga e trovi una soluzione giusta e idonea per tutti».
Con queste parole uno dei commercianti di largo Adua, in centro a Bari, esprime tutta la propria rabbia per una situazione difficile, che da tempo mette commercianti e abitanti della zona gli uni contro gli altri. I commercianti chiedono di poter lavorare, senza essere penalizzati. Un paio di giorni fa, invece, è arrivata a tutti loro una diffida da parte della Sovraintendenza a togliere i tavolini dal marciapiede, con annessa multa da 5 mila euro. Una situazione che torna a ripetersi dopo quanto accaduto due anni fa, e che si trascina da ormai 5 anni.
«Il problema sta nel fatto che la Asl non ci ha dato il permesso per l'attraversamento della strada - sottolinea il commerciante - Non siamo riusciti a parlare con nessuno purtroppo, ma chiediamo che vengano trovate delle soluzioni temporanee fino a settembre, magari la chiusura della strada dalle 20 alle 24. Sarebbero solo 4 ore che non creerebbero problemi e ci permetterebbe di lavorare. E poi ci sarebbe il tempo fino a maggio prossimo di sedersi a discutere e trovare una soluzione una volta per tutte».
«Non è giusto che le attività siano così penalizzate, specialmente nel mezzo dell'estate quando per noi senza tavolini fuori diventa impossibile lavorare - prosegue - Ormai sono 3-4 anni che siamo costretti a lavorare abusivamente ma non vogliamo continuare così, noi vogliamo farlo onestamente e pagare per stare in regola. Tra le diverse attività si parla di 60-70 persone che lavorano, così si rischia di lavorare per un quarto del potenziale. Tante vie sono state rese pedonali, alcune anche inutili, largo Adua è cambiato molto, ormai la movida cittadina è qui e sarebbe necessario comprendere tali cambiamenti e agire di conseguenza»
«Ora ci troviamo in stato di emergenza e bisogna fare qualcosa. Capisco le esigenze di chi abita in questa zona, ma non possono pretendere di trasformarla in un ospizio» conclude amareggiato.
Con queste parole uno dei commercianti di largo Adua, in centro a Bari, esprime tutta la propria rabbia per una situazione difficile, che da tempo mette commercianti e abitanti della zona gli uni contro gli altri. I commercianti chiedono di poter lavorare, senza essere penalizzati. Un paio di giorni fa, invece, è arrivata a tutti loro una diffida da parte della Sovraintendenza a togliere i tavolini dal marciapiede, con annessa multa da 5 mila euro. Una situazione che torna a ripetersi dopo quanto accaduto due anni fa, e che si trascina da ormai 5 anni.
«Il problema sta nel fatto che la Asl non ci ha dato il permesso per l'attraversamento della strada - sottolinea il commerciante - Non siamo riusciti a parlare con nessuno purtroppo, ma chiediamo che vengano trovate delle soluzioni temporanee fino a settembre, magari la chiusura della strada dalle 20 alle 24. Sarebbero solo 4 ore che non creerebbero problemi e ci permetterebbe di lavorare. E poi ci sarebbe il tempo fino a maggio prossimo di sedersi a discutere e trovare una soluzione una volta per tutte».
«Non è giusto che le attività siano così penalizzate, specialmente nel mezzo dell'estate quando per noi senza tavolini fuori diventa impossibile lavorare - prosegue - Ormai sono 3-4 anni che siamo costretti a lavorare abusivamente ma non vogliamo continuare così, noi vogliamo farlo onestamente e pagare per stare in regola. Tra le diverse attività si parla di 60-70 persone che lavorano, così si rischia di lavorare per un quarto del potenziale. Tante vie sono state rese pedonali, alcune anche inutili, largo Adua è cambiato molto, ormai la movida cittadina è qui e sarebbe necessario comprendere tali cambiamenti e agire di conseguenza»
«Ora ci troviamo in stato di emergenza e bisogna fare qualcosa. Capisco le esigenze di chi abita in questa zona, ma non possono pretendere di trasformarla in un ospizio» conclude amareggiato.