Territorio
Latte "munto" in Puglia, firmato accordo al Villaggio Coldiretti a Bari
Obiettivo stabilire regole certe che tutti debbano seguire, per evitare importazione di prodotti a prezzi stracciati
Bari - domenica 29 aprile 2018
Comunicato Stampa
Un accordo per proteggere la produzione di latte nostrano, che detti regole ben precise al settore in modo da salvaguardarlo. Ad annunciarlo è la Coldiretti Puglia che ha illustrato i termini dell'accordo siglato da Coldiretti, la Cooperativa 'Latte Munto in Puglia' e la Delizia Spa al Villaggio Coldiretti a Bari, alla presenza del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e del vicepresidente nazionale di Coldiretti, Prandini.
«Con l'accordo per 1 anno saranno conferiti minimo 100 quintali al giorno di latte - spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - al prezzo di 0,405 euro al litro di latte crudo alla stalla. Il quantitativo aumenterà in base ai periodi dell'anno in cui aumenta la necessità di latte. Si inizia, così, a mettere un stop alle continue fluttuazioni di mercato, dovute a manovre speculative e a frequenti decisioni unilaterali da parte dei caseifici di sospendere il ritiro del latte anche per 15 giorni. Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di "latte equivalente" tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente».
Coldiretti Puglia chiede la massima attenzione e tutela per gli allevatori ed il Made in Puglia, in primo luogo perché arriva un prodotto non soggetto ai controlli, a cui per obbligo di legge sono assoggettati gli allevamenti e le produzioni italiane, e di conseguenza con un prezzo stracciato che mortifica l'intero mercato, rendendo a volte perfino inutile l'esistenza stessa delle aziende.
«Un fiume di latte sta invadendo la Puglia - ha incalzato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - a prezzi bassissimi, fino a € 0,23/0,24 franco stabilimento da Francia, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, mentre un litro di latte al consumo continua a costare da 1,30 fino ad 1,60 euro e i prezzi dei prodotti lattiero - caseari nei negozi di vicinato e sui banchi della distribuzione organizzata sono rimasti stabili. Chiediamo che vengano intensificati i controlli, che venga verificata la destinazione finale di questo latte straniero di dubbia qualità, anche per garantire la reale applicazione del Decreto sull'indicazione obbligatoria dell'origine del latte in etichetta».
Con la pratica troppo diffusa delle offerte e della vendita di prodotti a prezzi stracciati, come sottolinea Coldiretti Puglia, anche una parte della grande distribuzione organizzata rende insostenibili i costi di una produzione di qualità e realmente garante della sicurezza alimentare. Alla luce dell'entrata in vigore del Decreto sull'etichettatura obbligatoria sono determinanti scelte chiare sotto svariati aspetti, a partire dal sostegno ai sistemi produttivi e della trasformazione in termini promozionali e, più in particolare, in termini di programmazione di fondi pubblici per esaltare il valore del Made in Puglia.
In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall'estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero - caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero - caseari "Made in Puglia".
«Con l'accordo per 1 anno saranno conferiti minimo 100 quintali al giorno di latte - spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - al prezzo di 0,405 euro al litro di latte crudo alla stalla. Il quantitativo aumenterà in base ai periodi dell'anno in cui aumenta la necessità di latte. Si inizia, così, a mettere un stop alle continue fluttuazioni di mercato, dovute a manovre speculative e a frequenti decisioni unilaterali da parte dei caseifici di sospendere il ritiro del latte anche per 15 giorni. Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di "latte equivalente" tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente».
Coldiretti Puglia chiede la massima attenzione e tutela per gli allevatori ed il Made in Puglia, in primo luogo perché arriva un prodotto non soggetto ai controlli, a cui per obbligo di legge sono assoggettati gli allevamenti e le produzioni italiane, e di conseguenza con un prezzo stracciato che mortifica l'intero mercato, rendendo a volte perfino inutile l'esistenza stessa delle aziende.
«Un fiume di latte sta invadendo la Puglia - ha incalzato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - a prezzi bassissimi, fino a € 0,23/0,24 franco stabilimento da Francia, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, mentre un litro di latte al consumo continua a costare da 1,30 fino ad 1,60 euro e i prezzi dei prodotti lattiero - caseari nei negozi di vicinato e sui banchi della distribuzione organizzata sono rimasti stabili. Chiediamo che vengano intensificati i controlli, che venga verificata la destinazione finale di questo latte straniero di dubbia qualità, anche per garantire la reale applicazione del Decreto sull'indicazione obbligatoria dell'origine del latte in etichetta».
Con la pratica troppo diffusa delle offerte e della vendita di prodotti a prezzi stracciati, come sottolinea Coldiretti Puglia, anche una parte della grande distribuzione organizzata rende insostenibili i costi di una produzione di qualità e realmente garante della sicurezza alimentare. Alla luce dell'entrata in vigore del Decreto sull'etichettatura obbligatoria sono determinanti scelte chiare sotto svariati aspetti, a partire dal sostegno ai sistemi produttivi e della trasformazione in termini promozionali e, più in particolare, in termini di programmazione di fondi pubblici per esaltare il valore del Made in Puglia.
In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall'estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero - caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero - caseari "Made in Puglia".