Politica
Licenziamento in Ikea Bari, Losacco (PD): «Presenterò un'interrogazione parlamentare»
Il deputato barese: «Troppi casi sospetti. Forse dietro c'è una riorganizzazione senza consenso sindacati»
Bari - venerdì 1 dicembre 2017
10.18
Il gigante svedese dell'arredamento low-cost Ikea sotto la lente d'ingrandimento della politica e del mondo del lavoro. Dopo l'assurdo licenziamento di una lavoratrice impiegata nella sede di Milano, anche Ikea Bari nelle scorse ore si è "distinta" per il pretestuoso licenziamento di un dipendente che, in due mesi, aveva fatto cinque minuti di ritardo per sole cinque volte.
Non sono tardate le reazioni della politica, locale e nazionale, capeggiata dal deputato barese Alberto Losacco, in Parlamento tra le fila del Partito Democratico: «Nelle prossime ore - annuncia Losacco - presenterò un'interrogazione parlamentare per chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico di accendere un riflettore sul clima e le condizioni complessive di lavoro in Ikea, a cominciare dallo stabilimento di Bari».
Lo stesso Losacco ricostruisce la vicenda, alla luce di altre situazioni-limite verificatesi nelle sedi Ikea di tutta Italia: «A Bari - prosegue il deputato barese - un lavoratore è stato licenziato perché si è trattenuto qualche minuto in più in bagno. Una lavoratrice è stata licenziata a 60 anni, dopo 26 anni in azienda, perché ha rifiutato il trasferimento in Sardegna a 20 ore e con tre livelli stipendiali in meno. Il tutto a pochi giorni dal licenziamento della dipendente dell'Ikea di Milano perché non poteva accettare il turno delle 7 del mattino visto che a quell'ora si occupa di suo figlio disabile».
La paura, quindi, è che la multinazionale svedese covi qualcosa sotto la cenere, magari un rimpasto dell'organico a spese dei lavoratori: «Colpisce questo fare così aggressivo e poco rispettoso di una multinazionale che ha sempre fatto del rapporto coi propri dipendenti un fiore all'occhiello. E fa ancor più specie che tutto questo avvenga nel volgere di pochissimi giorni. Non vorremmo che dietro ci sia dell'altro, magari una riorganizzazione a colpi di licenziamento, senza un confronto coi sindacati», attacca Losacco.
Una questione spinosa e spiacevole, che ben presto tornerà sui tavoli della politica nazionale per far luce su dei licenziamenti che hanno tratti inquietanti. «Giorni fa il viceministro Bellanova ha già invitato l'azienda a ritirare il licenziamento della mamma di Milano, ma a questo punto bisogna chiarire bene cosa sta accadendo, perché tutti questi casi non lasciano presagire nulla di positivo», conclude Losacco.
Non sono tardate le reazioni della politica, locale e nazionale, capeggiata dal deputato barese Alberto Losacco, in Parlamento tra le fila del Partito Democratico: «Nelle prossime ore - annuncia Losacco - presenterò un'interrogazione parlamentare per chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico di accendere un riflettore sul clima e le condizioni complessive di lavoro in Ikea, a cominciare dallo stabilimento di Bari».
Lo stesso Losacco ricostruisce la vicenda, alla luce di altre situazioni-limite verificatesi nelle sedi Ikea di tutta Italia: «A Bari - prosegue il deputato barese - un lavoratore è stato licenziato perché si è trattenuto qualche minuto in più in bagno. Una lavoratrice è stata licenziata a 60 anni, dopo 26 anni in azienda, perché ha rifiutato il trasferimento in Sardegna a 20 ore e con tre livelli stipendiali in meno. Il tutto a pochi giorni dal licenziamento della dipendente dell'Ikea di Milano perché non poteva accettare il turno delle 7 del mattino visto che a quell'ora si occupa di suo figlio disabile».
La paura, quindi, è che la multinazionale svedese covi qualcosa sotto la cenere, magari un rimpasto dell'organico a spese dei lavoratori: «Colpisce questo fare così aggressivo e poco rispettoso di una multinazionale che ha sempre fatto del rapporto coi propri dipendenti un fiore all'occhiello. E fa ancor più specie che tutto questo avvenga nel volgere di pochissimi giorni. Non vorremmo che dietro ci sia dell'altro, magari una riorganizzazione a colpi di licenziamento, senza un confronto coi sindacati», attacca Losacco.
Una questione spinosa e spiacevole, che ben presto tornerà sui tavoli della politica nazionale per far luce su dei licenziamenti che hanno tratti inquietanti. «Giorni fa il viceministro Bellanova ha già invitato l'azienda a ritirare il licenziamento della mamma di Milano, ma a questo punto bisogna chiarire bene cosa sta accadendo, perché tutti questi casi non lasciano presagire nulla di positivo», conclude Losacco.