Cronaca
Mafia, 22 condanne definitive per gli Strisciuglio: fra loro cinque boss
Ieri l'Appello del blitz "Vortice-Maestrale". 20 anni di reclusione inflitti ai luogotenenti Valentino, Caldarola, Faccilongo Campanale e Ruta
Bari - sabato 6 luglio 2024
13.49
La Corte d'Appello di Bari ha confermato le condanne per 22 imputati, ridotto le pene per altri 55 presunti affiliati, mentre 7 imputati sono stati assolti o prescritti al termine del processo di secondo grado a capi e affiliati del clan Strisciuglio di Bari. E fra coloro i quali sono stati condannati in via definitiva, cinque sono boss.
Gli imputati sono accusati associazione mafiosa, traffico e detenzione di droga e armi, estorsioni a commercianti, lesioni ed una rissa nel carcere di Bari risalente al gennaio 2016 che coinvolse 41 detenuti con lamette e taglierini, nella quale rimasero feriti anche alcuni poliziotti penitenziari. Dopo le 121 condanne del primo grado, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, i giudici baresi (presidente Francesca La Malfa) hanno confermato le condanne di 22 imputati.
Definitive, dunque, le condanne (in qualche caso continuazione con altre vicende) a 20 anni di reclusione inflitti ai boss Vito Valentino, Lorenzo Caldarola, Saverio Faccilongo (che non hanno impugnato il verdetto di primo grado). Stessa pena confermata ieri in secondo grado per Giacomo Campanale e Alessandro Ruta. 55, invece, gli imputati a cui i giudici hanno ridotto le pene di primo grado: tra gli altri i figli di Caldarola, Francesco e Ivan, condannati, rispettivamente a 10 e 6 anni.
L'indagine di Carabinieri e Polizia di Stato, "Vortice-Maestrale", ha ricostruito gerarchia e attività illecite del clan, dal 2015, per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo e nei comuni di Palo del Colle e di Conversano. Tra 90 giorni le motivazioni del verdetto.
Gli imputati sono accusati associazione mafiosa, traffico e detenzione di droga e armi, estorsioni a commercianti, lesioni ed una rissa nel carcere di Bari risalente al gennaio 2016 che coinvolse 41 detenuti con lamette e taglierini, nella quale rimasero feriti anche alcuni poliziotti penitenziari. Dopo le 121 condanne del primo grado, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, i giudici baresi (presidente Francesca La Malfa) hanno confermato le condanne di 22 imputati.
Definitive, dunque, le condanne (in qualche caso continuazione con altre vicende) a 20 anni di reclusione inflitti ai boss Vito Valentino, Lorenzo Caldarola, Saverio Faccilongo (che non hanno impugnato il verdetto di primo grado). Stessa pena confermata ieri in secondo grado per Giacomo Campanale e Alessandro Ruta. 55, invece, gli imputati a cui i giudici hanno ridotto le pene di primo grado: tra gli altri i figli di Caldarola, Francesco e Ivan, condannati, rispettivamente a 10 e 6 anni.
L'indagine di Carabinieri e Polizia di Stato, "Vortice-Maestrale", ha ricostruito gerarchia e attività illecite del clan, dal 2015, per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo e nei comuni di Palo del Colle e di Conversano. Tra 90 giorni le motivazioni del verdetto.