Cronaca
Monopoli, applicava interessi del 300 percento sui prestiti. Arrestato usuraio 57enne
Secondo le ricostruzioni di Carabinieri e Procura, l'uomo era uno strozziono "professionista". Era vicino alle organizzazioni criminali
Provincia - martedì 23 luglio 2019
9.22
Prestava soldi a strozzo, con tassi d'interesse esorbitanti. I Carabinieri della compagnia di Monopoli hanno arrestato, in esecuzione di una misura applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, L.N., 57enne, con l'accusa di usura ed estorsione ai danni di imprenditori del luogo.
Le indagini hanno consentito di documentare che l'indagato, già noto alle forze di polizia per via dei suoi numerosi trascorsi giudiziari, annoverando precedenti per vari reati, fra i quali traffico di stupefacenti e porto di armi, viveva abitualmente di usura, avendo una notevole disponibilità di denaro contante che "prestava" alle persone in difficoltà per poi chiedere, in cambio, interessi superiori al 300 percento annui, costringendo le vittime a entrare in un vortice di ricatti e debiti dai quali non riuscivano più ad uscirne.
La sua semplice presenza o il suo nome, erano sufficienti a intimidire le vittime, per via della sua pregressa appartenenza ad una organizzazione di stampo mafioso operante in Monopoli e ormai disciolta. L'attività investigativa è stata avviata a seguito della denuncia di alcuni imprenditori, i quali, da anni, erano vittime di usura da parte dell'indagato, le cui richieste erano divenute ormai insostenibili. Quest'ultimi, con storie identiche identiche, si erano rivolti all'usuraio a seguito della crisi delle loro attività. Di conseguenza, dopo aver ricevuto denaro contante, erano costretti a versare interessi spropositati, in pratica, pari a dieci volte la cifra ricevuta in prestito. Le stesse vittime riferivano che nel giro di pochi anni avevano versato al loro aguzzino denaro per centinaia di migliaia di euro.
Le richieste erano divenute talmente esose che le vittime, terminata la liquidità e maturato ritardo nei pagamenti, erano oggetto di continue minacce da parte dello strozzino, che non esitava ad avvicinare anche mogli e figli, arrivando persino a pedinare le vittime appostandosi anche sotto casa per incutere maggior timore. Continue erano chiamate o i messaggi inviati a qualsiasi ora del giorno e della notte: un metodo descritto dalle vittime come asfissiante. Talvolta le stesse ricevevano un appuntamento dall'arrestato il quale, dopo averle prelevate e accompagnate in luoghi isolati, le minacciava con un coltello a serramanico e le picchiava brutalmente.
L'intervento dei militari ha di fatto liberato i due imprenditori dalla morsa di ricatti e minacce alla quale erano sottoposti da anni. In casa dell'arrestato i militari hanno trovato circa 13 mila euro in contanti, un quaderno contabile, verosimilmente utilizzato per annotare i prestiti e le scadenze, ed un coltello. Sono in corso ulteriori indagini al fine di accertare se il giro dell'usura riguardasse anche altre persone in stato di bisogno.
Le indagini hanno consentito di documentare che l'indagato, già noto alle forze di polizia per via dei suoi numerosi trascorsi giudiziari, annoverando precedenti per vari reati, fra i quali traffico di stupefacenti e porto di armi, viveva abitualmente di usura, avendo una notevole disponibilità di denaro contante che "prestava" alle persone in difficoltà per poi chiedere, in cambio, interessi superiori al 300 percento annui, costringendo le vittime a entrare in un vortice di ricatti e debiti dai quali non riuscivano più ad uscirne.
La sua semplice presenza o il suo nome, erano sufficienti a intimidire le vittime, per via della sua pregressa appartenenza ad una organizzazione di stampo mafioso operante in Monopoli e ormai disciolta. L'attività investigativa è stata avviata a seguito della denuncia di alcuni imprenditori, i quali, da anni, erano vittime di usura da parte dell'indagato, le cui richieste erano divenute ormai insostenibili. Quest'ultimi, con storie identiche identiche, si erano rivolti all'usuraio a seguito della crisi delle loro attività. Di conseguenza, dopo aver ricevuto denaro contante, erano costretti a versare interessi spropositati, in pratica, pari a dieci volte la cifra ricevuta in prestito. Le stesse vittime riferivano che nel giro di pochi anni avevano versato al loro aguzzino denaro per centinaia di migliaia di euro.
Le richieste erano divenute talmente esose che le vittime, terminata la liquidità e maturato ritardo nei pagamenti, erano oggetto di continue minacce da parte dello strozzino, che non esitava ad avvicinare anche mogli e figli, arrivando persino a pedinare le vittime appostandosi anche sotto casa per incutere maggior timore. Continue erano chiamate o i messaggi inviati a qualsiasi ora del giorno e della notte: un metodo descritto dalle vittime come asfissiante. Talvolta le stesse ricevevano un appuntamento dall'arrestato il quale, dopo averle prelevate e accompagnate in luoghi isolati, le minacciava con un coltello a serramanico e le picchiava brutalmente.
L'intervento dei militari ha di fatto liberato i due imprenditori dalla morsa di ricatti e minacce alla quale erano sottoposti da anni. In casa dell'arrestato i militari hanno trovato circa 13 mila euro in contanti, un quaderno contabile, verosimilmente utilizzato per annotare i prestiti e le scadenze, ed un coltello. Sono in corso ulteriori indagini al fine di accertare se il giro dell'usura riguardasse anche altre persone in stato di bisogno.