Cronaca
Monopoli, sequestrata un'area di 5 mila metri ad un opificio per inquinamento ambientale
Le accuse vanno dall'abbandono di rifiuti, alle emissioni di fumi in atmosfera, all’inquinamento del suolo e sottosuolo
Bari - lunedì 6 gennaio 2020
12.53
Una denuncia di un cittadino al sindaco di Monopoli in provincia di Bari, Angelo Annese, ha portato al sequestro di un'area di circa 5 mila mq di pertinenza di un opificio.
Tutto ha avuto inizio lo scorso 2 gennaio, quando un cittadino ha segnalato l'emissione nell'atmosfera di fumi fortemente sgradevoli. La polizia locale, insieme Dirigente della IV Area Organizzativa Ambiente del Comune di Monopoli, ingegner Antonicelli, ha effettuato un sopralluogo all'interno di un opificio, situato in via Marina del Mondo. Dalla prima descrizione dei luoghi è apparsa una situazione di possibile degrado ambientale; tuttavia si è deciso di investigare meglio con l'ausilio dei tecnici dell'Arpa.
Il giorno successivo, a seguito di sopralluogo congiunto, si è proceduto al sequestro preventivo d'urgenza di una superficie di circa 5 mila mq di pertinenza dello stabilimento la cui ubicazione, da accertamenti esperiti per il tramite dell'ufficio tecnico, ricade in parte in zona tutelata dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.
«Il sequestro – spiega il comandante della polizia locale Michele Cassano – si è reso necessario poiché nella predetta area sono stati accertati diversi fatti costituenti reato tra cui l'abbandono incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi (diversi quintali di materiale ferroso, semiassi di autotreno con relativi pneumatici in evidente stato di deterioramento, carcasse di veicoli non di categoria M1 ed N1) che nel loro insieme hanno configurato una chiara attività di gestione di rifiuti non autorizzata a cui si aggiunge la presenza di percolato derivante da sansa che, così come constatato dall'ARPA, rappresenta una forma di inquinamento del sottosuolo».
Del sequestro d'urgenza dell'area è stata resa subito edotta la competente Autorità Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Bari. Il rappresentante legale dell'azienda, unitamente al proprietario del suolo, sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria per violazioni inerenti il Testo Unico dell'Ambiente; sono in corso ulteriori attività di indagine finalizzate all'accertamento di altre violazioni. I reati ipotizzati sono tutti inseriti nel testo unico sull'Ambiente e vanno dall'abbandono di rifiuti speciali e pericolosi su suolo, alle emissioni di fumi in atmosfera senza averne dato la preventiva comunicazione prescritta, dall'aver cagionato, con il lagunaggio delle acque di percolazione della sansa, l'inquinamento del suolo e sottosuolo con sostanze non pericolose, al non aver dotato lo stabilimento di impianto di trattamento delle acque meteoriche.
«Il Sindaco di Monopoli, Annese, il Presidente della Regione Puglia, Emiliano, e la Senatrice Patty Labbate esprimono grande soddisfazione per la capacità delle istituzioni pubbliche di essere unite e contrastare ogni fenomeno ed attività illecita, a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Da qualche tempo Comune e Arpa Puglia hanno trovato le giuste modalità per operare sinergicamente a tutela del territorio. Siamo sulla strada giusta e riteniamo opportuno e doveroso continuare in questo modo».
Tutto ha avuto inizio lo scorso 2 gennaio, quando un cittadino ha segnalato l'emissione nell'atmosfera di fumi fortemente sgradevoli. La polizia locale, insieme Dirigente della IV Area Organizzativa Ambiente del Comune di Monopoli, ingegner Antonicelli, ha effettuato un sopralluogo all'interno di un opificio, situato in via Marina del Mondo. Dalla prima descrizione dei luoghi è apparsa una situazione di possibile degrado ambientale; tuttavia si è deciso di investigare meglio con l'ausilio dei tecnici dell'Arpa.
Il giorno successivo, a seguito di sopralluogo congiunto, si è proceduto al sequestro preventivo d'urgenza di una superficie di circa 5 mila mq di pertinenza dello stabilimento la cui ubicazione, da accertamenti esperiti per il tramite dell'ufficio tecnico, ricade in parte in zona tutelata dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.
«Il sequestro – spiega il comandante della polizia locale Michele Cassano – si è reso necessario poiché nella predetta area sono stati accertati diversi fatti costituenti reato tra cui l'abbandono incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi (diversi quintali di materiale ferroso, semiassi di autotreno con relativi pneumatici in evidente stato di deterioramento, carcasse di veicoli non di categoria M1 ed N1) che nel loro insieme hanno configurato una chiara attività di gestione di rifiuti non autorizzata a cui si aggiunge la presenza di percolato derivante da sansa che, così come constatato dall'ARPA, rappresenta una forma di inquinamento del sottosuolo».
Del sequestro d'urgenza dell'area è stata resa subito edotta la competente Autorità Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Bari. Il rappresentante legale dell'azienda, unitamente al proprietario del suolo, sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria per violazioni inerenti il Testo Unico dell'Ambiente; sono in corso ulteriori attività di indagine finalizzate all'accertamento di altre violazioni. I reati ipotizzati sono tutti inseriti nel testo unico sull'Ambiente e vanno dall'abbandono di rifiuti speciali e pericolosi su suolo, alle emissioni di fumi in atmosfera senza averne dato la preventiva comunicazione prescritta, dall'aver cagionato, con il lagunaggio delle acque di percolazione della sansa, l'inquinamento del suolo e sottosuolo con sostanze non pericolose, al non aver dotato lo stabilimento di impianto di trattamento delle acque meteoriche.
«Il Sindaco di Monopoli, Annese, il Presidente della Regione Puglia, Emiliano, e la Senatrice Patty Labbate esprimono grande soddisfazione per la capacità delle istituzioni pubbliche di essere unite e contrastare ogni fenomeno ed attività illecita, a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Da qualche tempo Comune e Arpa Puglia hanno trovato le giuste modalità per operare sinergicamente a tutela del territorio. Siamo sulla strada giusta e riteniamo opportuno e doveroso continuare in questo modo».