Politica
Monotematica sulle "zone di tutela", va in scena la politica niente numero legale
Polemiche in aula Dalfino dove si sarebbe dovuto discutere un unico punto all'ordine del giorno, la maggioranza abbandona l'aula
Bari - martedì 3 aprile 2018
18.43
Un consiglio comunale monotematico oggi pomeriggio per discutere dell'istituzione a Bari delle cosiddette zone di tutela. Ma invece di entrare nel merito della discussione ancora una volta in aula Dalfino va in scena la politica. Le elezioni comunali ormai vicine impediscono all'amministrazione di discutere nel merito di un argomento a cui tengono soprattutto i cittadini dei comitati presenti in aula, il Comitato Salvaguardia Zona Umbertina e il Comitato Cittadini Attivi del Libertà.
Né la maggioranza, né l'opposizione oggi hanno lavorato davvero per i cittadini, ma hanno messo in campo le proprie contraddizioni. E a fare da spettatori proprio i cittadini, che esprimono con un cartello quanto avverrà di lì a poco nell'aula. «Oggi inascoltati cittadini, domani corteggiati elettori», questo recita lo striscione portato dai comitati, che ancora una volta si sentono al centro di una diatriba politica che probabilmente non porta da nessuna parte, e non fa di sicuro bene alla città di Bari.
Ma andiamo in ordine, cercando di raccontare quanto avvenuto oggi in consiglio comunale. La seduta "monotematica" era stata convocata proprio per discutere della richiesta fatta dal Comitato Salvaguardia Zona Umbertina di istituire a Bari delle zone di tutela ex art.64, comma 1~3, d.lgs 59/2010 sulla quale lo stesso aveva presentato al sindaco una diffida in data 7 novembre dello scorso anno. Però, all'interno della seduta sono stati inseriti altri punti all'ordine del giorno ritenuti urgenti, relativi principalmente a debiti fuori bilancio, per cui il punto che avrebbe dovuto essere l'unico all'ordine del giorno diventa l'ultimo da dover essere trattato.
La seduta si scalda fin da subito con l'ex presidente del consiglio comunale, Pasquale Di Rella, che sottolinea quanto sia stato inappropriato e forse anche illegale inserire altri punti, e la consigliera Irma Melini, prima firmataria della monotematica convocata, che richiede l'anticipazione della discussione sull'argomento della monotematica. Richiesta bocciata dalla maggioranza con 14 voti contrari su 24 presenti in aula. E dopo la discussione ed approvazione di alcuni altri punti, è sempre la Melini a tornare all'attacco chiedendo di nuovo di anticipare la discussione, e ribadendo come in questo modo si sarebbe arrivati alla mancanza del numero legale. Cosa che avviene al momento della votazione in merito all'anticipazione, con soli 12 votanti rimasti in aula.
E tra un rilancio di accuse reciproche, con il vicesindaco Introna che accusa la stessa Melini di "strumentalizzare i cittadini" e il presidente del consiglio comunale, Michelangelo Cavone, che sostiene che così "si fa solo il male" delle persone presenti, si arriva alla conclusione che si è parlato di tutto tranne che di quanto si dovesse parlare.
«Hanno fatto insediare il consiglio in prima convocazione per far poi cadere il numero legale – dichiara Irma Melini – Questa amministrazione ci racconta che sta istruendo l'iter secondo la legge e le ordinanze del sindaco, e invece lo stesso sindaco è assente e invita la sua maggioranza ad abbandonare l'aula. Così si ignorano i cittadini».
«Il valore della democrazia, tanto sbandierato – dicono Michele Caradonna e Filippo Melchiorre – ridotto solo ad uno slogan di propaganda elettorale, mentre nelle procedure di governo dell'aula viene raggirato, offeso, calpestato».
Né la maggioranza, né l'opposizione oggi hanno lavorato davvero per i cittadini, ma hanno messo in campo le proprie contraddizioni. E a fare da spettatori proprio i cittadini, che esprimono con un cartello quanto avverrà di lì a poco nell'aula. «Oggi inascoltati cittadini, domani corteggiati elettori», questo recita lo striscione portato dai comitati, che ancora una volta si sentono al centro di una diatriba politica che probabilmente non porta da nessuna parte, e non fa di sicuro bene alla città di Bari.
Ma andiamo in ordine, cercando di raccontare quanto avvenuto oggi in consiglio comunale. La seduta "monotematica" era stata convocata proprio per discutere della richiesta fatta dal Comitato Salvaguardia Zona Umbertina di istituire a Bari delle zone di tutela ex art.64, comma 1~3, d.lgs 59/2010 sulla quale lo stesso aveva presentato al sindaco una diffida in data 7 novembre dello scorso anno. Però, all'interno della seduta sono stati inseriti altri punti all'ordine del giorno ritenuti urgenti, relativi principalmente a debiti fuori bilancio, per cui il punto che avrebbe dovuto essere l'unico all'ordine del giorno diventa l'ultimo da dover essere trattato.
La seduta si scalda fin da subito con l'ex presidente del consiglio comunale, Pasquale Di Rella, che sottolinea quanto sia stato inappropriato e forse anche illegale inserire altri punti, e la consigliera Irma Melini, prima firmataria della monotematica convocata, che richiede l'anticipazione della discussione sull'argomento della monotematica. Richiesta bocciata dalla maggioranza con 14 voti contrari su 24 presenti in aula. E dopo la discussione ed approvazione di alcuni altri punti, è sempre la Melini a tornare all'attacco chiedendo di nuovo di anticipare la discussione, e ribadendo come in questo modo si sarebbe arrivati alla mancanza del numero legale. Cosa che avviene al momento della votazione in merito all'anticipazione, con soli 12 votanti rimasti in aula.
E tra un rilancio di accuse reciproche, con il vicesindaco Introna che accusa la stessa Melini di "strumentalizzare i cittadini" e il presidente del consiglio comunale, Michelangelo Cavone, che sostiene che così "si fa solo il male" delle persone presenti, si arriva alla conclusione che si è parlato di tutto tranne che di quanto si dovesse parlare.
«Hanno fatto insediare il consiglio in prima convocazione per far poi cadere il numero legale – dichiara Irma Melini – Questa amministrazione ci racconta che sta istruendo l'iter secondo la legge e le ordinanze del sindaco, e invece lo stesso sindaco è assente e invita la sua maggioranza ad abbandonare l'aula. Così si ignorano i cittadini».
«Il valore della democrazia, tanto sbandierato – dicono Michele Caradonna e Filippo Melchiorre – ridotto solo ad uno slogan di propaganda elettorale, mentre nelle procedure di governo dell'aula viene raggirato, offeso, calpestato».