Attualità
Movida a Bari, è guerra. I titolari dei locali si riuniscono in comitato
Nello stesso momento altri residenti decidono di lanciare una petizione digitale per discutere del tema
Bari - domenica 15 dicembre 2024
11.50
È guerra a Bari sulla questione movida al quartiere Umbertino, dopo il rinnovo della tanto criticata ordinanza del sindaco Leccese il cui obiettivo, stando alle parole dello stesso sindaco, era cercare di mettere ordine ad una situazione ormai degenerata.
All'ormai famoso comitato di residenti della zona Umbertina, si vanno a contrapporre ora da una parte il neo comitato messo in piedi dai titolari dei locali della zona, e un altro gruppo di residenti che si espone a favore della movida e nelle scorse ore ha lanciato una petizione digitale sul tema.
I titolari dei locali hanno costituito lo scorso 7 dicembre il "Comitato per la Salvaguardia degli Esercenti della Zona Umbertina di Bari". Di questo comitato fanno parte al momento il 77% dei titolari di locali della zona (58 su 75) e il loro obiettivo è quello di «tutelare gli esercenti e gli avventori delle attività commerciali della zona sotto il profilo economico, occupazionale, igienico-sanitario e di immagine. Il Comitato è preoccupato non solo per il calo del fatturato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e per la grave crisi occupazionale che sta portando alla riduzione della forza lavoro a seguito dei licenziamenti che si sono resi necessari a fronte del calo del numero degli avventori, ma anche per la perdita di valore del mercato immobiliare della zona». Ciò che chiedono all'amministrazione comunale è di «concordare soluzioni agli inconvenienti lamentati dai residenti che siano anche rispettose del diritto all'esistenza delle attività commerciali, nell'ambito di regole ben definite che non avvantaggino esclusivamente esercenti di altre zone di Bari».
Per quanto riguarda invece l'altra faccia dei residenti, a promuovere una raccolta firme sono state Claudia Attimonelli, docente dell'Uniba, e Roberta Troiano, esperta di comunicazione e community management, e il loro obiettivo è quello di stimolare un dibattito che vada oltre la semplice criminalizzazione del fenomeno. «Sta per partire una petizione digitale contro la criminalizzazione della notte a Bari, a favore dei processi di evoluzione e cambiamento fondati realisticamente su un modello partecipato di night management - scrive Troiano via Facebook -L'iniziativa relativa alla città di Bari, ma di più ampio interesse, includerà diverse proposte atte alla creazione di una dimensione della notte maggiormente inclusiva come risultato ed espressione dell'unione di più voci e prospettive. La petizione si propone di individuare rilevazione di pareri, esigenze, desideri, proposte di attività commerciali, di associazioni culturali, d'intellettuali, di professionisti (come urbanisti, architetti, sociologi, psicologici, esperti di comunicazione e di promozione del territorio, giuristi), ricercatori, artisti, musicisti, dj, producer, performer, cittadini per costruire delle visioni partecipate sul futuro della notte di Bari».
All'ormai famoso comitato di residenti della zona Umbertina, si vanno a contrapporre ora da una parte il neo comitato messo in piedi dai titolari dei locali della zona, e un altro gruppo di residenti che si espone a favore della movida e nelle scorse ore ha lanciato una petizione digitale sul tema.
I titolari dei locali hanno costituito lo scorso 7 dicembre il "Comitato per la Salvaguardia degli Esercenti della Zona Umbertina di Bari". Di questo comitato fanno parte al momento il 77% dei titolari di locali della zona (58 su 75) e il loro obiettivo è quello di «tutelare gli esercenti e gli avventori delle attività commerciali della zona sotto il profilo economico, occupazionale, igienico-sanitario e di immagine. Il Comitato è preoccupato non solo per il calo del fatturato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e per la grave crisi occupazionale che sta portando alla riduzione della forza lavoro a seguito dei licenziamenti che si sono resi necessari a fronte del calo del numero degli avventori, ma anche per la perdita di valore del mercato immobiliare della zona». Ciò che chiedono all'amministrazione comunale è di «concordare soluzioni agli inconvenienti lamentati dai residenti che siano anche rispettose del diritto all'esistenza delle attività commerciali, nell'ambito di regole ben definite che non avvantaggino esclusivamente esercenti di altre zone di Bari».
Per quanto riguarda invece l'altra faccia dei residenti, a promuovere una raccolta firme sono state Claudia Attimonelli, docente dell'Uniba, e Roberta Troiano, esperta di comunicazione e community management, e il loro obiettivo è quello di stimolare un dibattito che vada oltre la semplice criminalizzazione del fenomeno. «Sta per partire una petizione digitale contro la criminalizzazione della notte a Bari, a favore dei processi di evoluzione e cambiamento fondati realisticamente su un modello partecipato di night management - scrive Troiano via Facebook -L'iniziativa relativa alla città di Bari, ma di più ampio interesse, includerà diverse proposte atte alla creazione di una dimensione della notte maggiormente inclusiva come risultato ed espressione dell'unione di più voci e prospettive. La petizione si propone di individuare rilevazione di pareri, esigenze, desideri, proposte di attività commerciali, di associazioni culturali, d'intellettuali, di professionisti (come urbanisti, architetti, sociologi, psicologici, esperti di comunicazione e di promozione del territorio, giuristi), ricercatori, artisti, musicisti, dj, producer, performer, cittadini per costruire delle visioni partecipate sul futuro della notte di Bari».