Cronaca
Naufragio Norman Atlantic, Tribunale di Bari accoglie l'Autorità portuale come parte civile
Dal 14 febbraio 2015 il relitto della nave ha bloccato la banchina 12 del porto. Patroni Griffi: «Dopo lo spostamento incrementato il traffico»
Bari - venerdì 24 maggio 2019
11.29
L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ammessa come parte civile nel procedimento a carico di persone fisiche per il naufragio della nave Norman Atlantic, avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2014 al largo delle coste albanesi, per via di un incendio che causò la morte di 31 persone il ferimento di altri 64 passeggeri.
Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bari ha accolto la tesi rappresentata dall'Autorità portuale, ammettendone la costituzione come parte civile e aggiornando il prosieguo dell'udienza preliminare al prossimo 29,30 e 31 ottobre 2019.
L'ente portuale è stato rappresentato dall'avvocato Nicola Favia che ha esposto al Giudice il grave danno d'immagine ricevuto dal porto di Bari e riscontrabile attraverso dati statistici incontrovertibili riferiti ai traffici portuali. Dal 14 febbraio 2015, infatti, il relitto della nave, in regime di sequestro, ha praticamente bloccato la banchina n. 12 del porto, un molo operativo e nevralgico per i traffici portuali.
Solo il 5 giugno dello scorso anno, l'Autorità portuale ha ottenuto la possibilità di spostare la Norman alla banchina n.30, meno operativa, ormeggiandola in sicurezza. Operazioni estremamente complesse che furono coordinate con grande successo dalla Capitaneria di Porto di Bari
«Abbiamo riscontrato, dati alla mano– commenta il presidente dell'AdSP MAM Ugo Patroni Griffi-che la permanenza del relitto presso la banchina 12 ha provocato un calo del 38% del traffico crocieristico, con un notevole riverbero negativo per l'economia del territorio. Da quando abbiamo spostato la motonave, e ancora non è trascorso un anno, si evidenzia già una netta ripresa, il molo è tornato nella sua piena operatività. È giusto che il danno arrecato sia riconosciuto al porto e alla città».
Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bari ha accolto la tesi rappresentata dall'Autorità portuale, ammettendone la costituzione come parte civile e aggiornando il prosieguo dell'udienza preliminare al prossimo 29,30 e 31 ottobre 2019.
L'ente portuale è stato rappresentato dall'avvocato Nicola Favia che ha esposto al Giudice il grave danno d'immagine ricevuto dal porto di Bari e riscontrabile attraverso dati statistici incontrovertibili riferiti ai traffici portuali. Dal 14 febbraio 2015, infatti, il relitto della nave, in regime di sequestro, ha praticamente bloccato la banchina n. 12 del porto, un molo operativo e nevralgico per i traffici portuali.
Solo il 5 giugno dello scorso anno, l'Autorità portuale ha ottenuto la possibilità di spostare la Norman alla banchina n.30, meno operativa, ormeggiandola in sicurezza. Operazioni estremamente complesse che furono coordinate con grande successo dalla Capitaneria di Porto di Bari
«Abbiamo riscontrato, dati alla mano– commenta il presidente dell'AdSP MAM Ugo Patroni Griffi-che la permanenza del relitto presso la banchina 12 ha provocato un calo del 38% del traffico crocieristico, con un notevole riverbero negativo per l'economia del territorio. Da quando abbiamo spostato la motonave, e ancora non è trascorso un anno, si evidenzia già una netta ripresa, il molo è tornato nella sua piena operatività. È giusto che il danno arrecato sia riconosciuto al porto e alla città».