Enti locali
Neuropsichiatria infantile a Bari si reinventa con il lockdown, l'esperienza in remoto in un video
"Non è solo la sintesi di un percorso, affrontato in un momento difficile, ma è anche il modo di dirsi “grazie” reciprocamente"
Bari - lunedì 15 giugno 2020
13.04 Comunicato Stampa
A distanza, ma insieme. I limiti e le restrizioni dell'emergenza Coronavirus, durante il lockdown, hanno fermato le visite ambulatoriali, ma non l'attività della Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (NPIA) dell'ASL di Bari, che ha in cura pazienti tra i due e i 18 anni, affetti da diverse patologie: disabilità intellettive, autismo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi specifici dell'apprendimento, disturbi del linguaggio e del comportamento, patologie neurologiche neuromotorie, disarmonie evolutive, esordi precoci e disturbi di varia natura psichiatrica.
Un "mondo complesso" che ad inizio marzo ha rischiato di essere interrotto bruscamente. E invece gli operatori della riabilitazione hanno sperimentato l'uso delle nuove tecnologie della comunicazione, utilizzando il canale Skype, Google Meet, Whatsapp e cimentandosi con la videoconferenza, e hanno velocemente reinventato il loro lavoro. La riabilitazione in remoto è nata così, per necessità e per la volontà di andare oltre lo spazio e il tempo, di vedere un'opportunità dietro ciò che sembrava un ostacolo. «Riuscendo in tre mesi – spiega il direttore della NPIA, Vito Lozito – ad assicurare migliaia di prestazioni in remoto, tra visite, consulenze, terapie, colloqui. Un lavoro intenso che ha impegnato tutte le nostre Aree, Metropolitana, Nord, Sud e Alta Murgia e i centri di Npia sparsi sul territorio, in grado di garantire le terapie classiche dove non si poteva fare diversamente, ma anche d'innovare laddove c'erano possibilità tecnologiche per evitare d'interrompere percorsi già iniziati e, soprattutto, per non perdere il contatto umano con i pazienti».
E ora questa esperienza, una vera e propria esplorazione di modalità alternative di fare terapia, viene raccontata in un video, "cucito" con le parole sincere ("ci abbiamo provato…") di operatori e terapisti e le immagini – sempre rispettose della loro privacy - dei piccoli pazienti. Protagonisti principali, assieme ai sanitari e alle famiglie di questa alleanza terapeutica capace di trasformare un progetto sperimentale in un modo innovativo, sicuro ed efficace, di fare riabilitazione durante l'emergenza Covid 19. Un'attività che resterà anche oltre, essendo divenuta patrimonio degli specialisti della NPIA che, a seconda dei casi e delle situazioni, potranno decidere di utilizzare anche questi nuovi strumenti e metodiche acquisiti e affinati sul campo. Il video non è solo la sintesi di un percorso, affrontato in un momento difficile, ma è anche il modo di dirsi "grazie" reciprocamente. Da una parte i circa 100 fisioterapisti, logopedisti, educatori professionali, neuropsicomotricisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, psicologi ed assistenti sociali impegnati nell'attività di tele-riabilitazione e, dall'altra, le centinaia di mamme e papà che, con la loro insostituibile e paziente collaborazione, hanno permesso che un progetto del genere potesse essere realizzato, testimoniandone sia i buoni risultati sia la forza inclusiva ("non siamo mai stati abbandonati…").
In mezzo, gli oltre 1400 bambini e ragazzi che hanno potuto continuare ad essere seguiti, assistiti e curati almeno una volta alla settimana e nonostante la pandemia. A casa e in famiglia e, tuttavia, insieme ai medici specialisti e ai terapisti di sempre, con i quali ora stanno tornando a vedersi "dal vivo" in ambulatorio, grazie alla graduale ripresa delle attività, sebbene con la massima cautela e le dovute precauzioni: pre-triage, prenotazione obbligatorie, distanziamento e impiego dei dpi. Usando, dopo gli spazi virtuali, anche tutti quelli fisici possibili nei sedici Centri territoriali e nel Dipartimento di NPIA di Bari. Anche all'aperto e col sottofondo musicale della videofiaba "Superkids – La Corona", un inno alla vita e alla creatività nato dalle parole e dai disegni dei piccoli pazienti: anche questo un frutto, positivo e inatteso, della riabilitazione a distanza al tempo della pandemia.
Un "mondo complesso" che ad inizio marzo ha rischiato di essere interrotto bruscamente. E invece gli operatori della riabilitazione hanno sperimentato l'uso delle nuove tecnologie della comunicazione, utilizzando il canale Skype, Google Meet, Whatsapp e cimentandosi con la videoconferenza, e hanno velocemente reinventato il loro lavoro. La riabilitazione in remoto è nata così, per necessità e per la volontà di andare oltre lo spazio e il tempo, di vedere un'opportunità dietro ciò che sembrava un ostacolo. «Riuscendo in tre mesi – spiega il direttore della NPIA, Vito Lozito – ad assicurare migliaia di prestazioni in remoto, tra visite, consulenze, terapie, colloqui. Un lavoro intenso che ha impegnato tutte le nostre Aree, Metropolitana, Nord, Sud e Alta Murgia e i centri di Npia sparsi sul territorio, in grado di garantire le terapie classiche dove non si poteva fare diversamente, ma anche d'innovare laddove c'erano possibilità tecnologiche per evitare d'interrompere percorsi già iniziati e, soprattutto, per non perdere il contatto umano con i pazienti».
E ora questa esperienza, una vera e propria esplorazione di modalità alternative di fare terapia, viene raccontata in un video, "cucito" con le parole sincere ("ci abbiamo provato…") di operatori e terapisti e le immagini – sempre rispettose della loro privacy - dei piccoli pazienti. Protagonisti principali, assieme ai sanitari e alle famiglie di questa alleanza terapeutica capace di trasformare un progetto sperimentale in un modo innovativo, sicuro ed efficace, di fare riabilitazione durante l'emergenza Covid 19. Un'attività che resterà anche oltre, essendo divenuta patrimonio degli specialisti della NPIA che, a seconda dei casi e delle situazioni, potranno decidere di utilizzare anche questi nuovi strumenti e metodiche acquisiti e affinati sul campo. Il video non è solo la sintesi di un percorso, affrontato in un momento difficile, ma è anche il modo di dirsi "grazie" reciprocamente. Da una parte i circa 100 fisioterapisti, logopedisti, educatori professionali, neuropsicomotricisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, psicologi ed assistenti sociali impegnati nell'attività di tele-riabilitazione e, dall'altra, le centinaia di mamme e papà che, con la loro insostituibile e paziente collaborazione, hanno permesso che un progetto del genere potesse essere realizzato, testimoniandone sia i buoni risultati sia la forza inclusiva ("non siamo mai stati abbandonati…").
In mezzo, gli oltre 1400 bambini e ragazzi che hanno potuto continuare ad essere seguiti, assistiti e curati almeno una volta alla settimana e nonostante la pandemia. A casa e in famiglia e, tuttavia, insieme ai medici specialisti e ai terapisti di sempre, con i quali ora stanno tornando a vedersi "dal vivo" in ambulatorio, grazie alla graduale ripresa delle attività, sebbene con la massima cautela e le dovute precauzioni: pre-triage, prenotazione obbligatorie, distanziamento e impiego dei dpi. Usando, dopo gli spazi virtuali, anche tutti quelli fisici possibili nei sedici Centri territoriali e nel Dipartimento di NPIA di Bari. Anche all'aperto e col sottofondo musicale della videofiaba "Superkids – La Corona", un inno alla vita e alla creatività nato dalle parole e dai disegni dei piccoli pazienti: anche questo un frutto, positivo e inatteso, della riabilitazione a distanza al tempo della pandemia.