Niente scuola oggi per gli studenti del "De Nittis": sono tutti in sciopero
Gli alunni si sono stanziati al di fuori del plesso per denunciare le condizioni in cui si trova l'edilizia scolastica
Sono anni che gli studenti sono costretti a studiare con soffitti che crollano e finestre che si rompono.
A causa della mancanza di fondi della scuola, le condizioni fatiscenti dell'edilizia scolastica causa ormai quotidianamente crolli e incidenti, rendendo gli studenti precari e senza sicurezza.
L'abbandono in cui versa la struttura della scuola, le aule, i bagni, la mancanza di laboratori e di spazi è un problema che peggiora ogni giorno al De Nittis, mentre continuano a promettere di ricollocare gli studenti in altra sede entro pochi anni. Ma nel frattempo gli studenti continuano ad andare a scuola rischiando ogni giorno, a dimostrare che questo modello di scuola non corrisponde alle necessità e esigenze reali degli studenti. Per questo gli studenti scendono in piazza: contro un modello di scuola che taglia fondi sulla loro pelle.
Gli studenti del De nittis ci dimostrano però che al contrario di chi ci vorrebbe passivi e silenziosi solo con la lotta si può pensare ad un nuovo modello di scuola pubblica gratuito e sicuro per gli studenti.
I problemi di edilizia sono all'ordine del giorno in tutte le scuole della città e del paese poiché i soldi che dovrebbero essere destinati all'istruzione vengono usati per le spese militari. Questo governo non fa altro che peggiorare le condizioni di noi studenti con le riforme Valditara, l'autonomia differenziata e il ddl 1660 che andranno ad aumentare le disuguaglianze tra scuole e studenti e reprimere ogni forma di dissenso.
A partire da questo sciopero, affermano gli studenti, vogliamo che ce ne siano molti altri in tutte le scuole della città, del Meridione e del paese, per portare avanti unitariamente la lotta di noi studenti contro questa modello di scuola.
Di seguito i motivi dello sciopero:
"Noi studenti del liceo artistico De Nittis abbiamo deciso di indire questa manifestazione per lanciare un chiaro messaggio: la comunità studentesca è attiva. Non abbiamo paura di rivendicare il nostro diritto a uno studio GRATUITO e SICURO. Non possiamo più accontentarci di una situazione per cui è paradossalmente più sicuro studiare per strada che all'interno di questa struttura.
È oggettiva la critica condizione in cui si trova l'edilizia del nostro plesso, sia per quanto riguarda il prospetto esterno che spazi interni e infissi, la quale mette a rischio la nostra incolumità. Siamo consapevoli che una ristrutturazione completa sia impossibile, però è urgente intervenire sugli spazi maggiormente utilizzati dagli studenti, dato che, seppur il trasferimento dell'istituto avverrà entro i prossimi anni, è comunque impensabile vivere con serenità spazi così instabili, non solo per noi studenti, ma per tutto il personale scolastico.
Denunciamo nello specifico:
- la precarietà di porte e finestre, la maggior parte impossibili da chiudere o aprire, laddove effettivamente presenti. Ricordiamo l'episodio dello scorso anno scolastico, in cui, a causa di una folata di vento, una finestra nell'aula 31 ha sbattuto in maniera talmente brusca da frantumarsi a un passo dagli studenti. Il colpo è stato così violento da arrecare danni a una studentessa per lo spavento;
- il malfunzionamento dei servizi igienici, con lavandini intasati e porte continuamente bloccate o impossibili da chiudere, ai limiti dell'utilizzabile. Moltissimi bagni sono inagibili o adibiti a magazzino;
- la pulizia spesso carente, è capitato infatti che i lavandini venissero sturati da noi studenti. Durante le ore di laboratorio gli alunni devono entrare a contatto con muffa e ruggine presenti sui supporti dei materiali e sugli stessi. È inoltre estremamente rischioso il macchinario utilizzato per il riciclaggio dell'argilla usata o avanzata da tempo, nel momento in cui non viene acquistata quella nuova;
- i numerosi punti nella scuola in cui si stacca l'intonaco, finendo per cadere in testa agli studenti, o addirittura i buchi nel soffitto dell'aula 25 dai quali entra l'acqua in giornate di pioggia;
- l'impianto elettrico spesso scoperto o pericolante, con diversi cavi che intralciano il passaggio e con intere lampade a neon letteralmente appese a un filo;
- la formazione di classi pollaio, per le quali non ci sono sufficienti spazi né la possibilità di seguire tutti gli studenti, impedendo loro di avere le stesse possibilità. Inoltre, questa problematica crea disagio anche per quanto riguarda le calde temperature, insostenibili soprattutto nelle aule sovraffollate. Nelle stagioni fredde è inaccettabile l'insufficiente riscaldamento delle classi, fenomeno che colpisce soprattutto gli spazi dei piani superiori. La situazione è aggravata dall'impossibilità sopracitata di chiudere le finestre, che, oltre ad aprirsi e sbattere in continuazione, presentano innumerevoli spifferi;
- la mancanza di materiale scolastico e artistico fornito dalla scuola per far fronte al caro studi che di anno in anno va peggiorando. Per di più, non solo manca il materiale, ma anche lo spazio nei laboratori che vengono parzialmente o interamente adibiti a magazzini e depositi di lavori molto vecchi.
Troviamo inaccettabile che nella nostra posizione di studenti e studentesse per anni ci siamo trovati a frequentare le mura pericolanti di un edificio ormai in sfratto, vogliamo ribadire la sfiducia che le false promesse ci hanno recato nel corso degli anni. È inaccettabile praticare le proprie ore scolastiche in una struttura munita di balconi, motivo anch'essi di pericolo e infatti inaccessibili a tutta la comunità scolastica, i quali in passato hanno subito dei lavori di ristrutturazione che si sono rivelati inefficienti e inesaustivi.
Come comunità studentesca ci rendiamo conto, inoltre, del contesto politico in cui la nostra scuola è inserita e riconosciamo che non è un caso singolo, ma solo un esempio di fino a che punto di precarietà può arrivare la mancanza di fondi all'istruzione pubblica, stanziate invece per ambiti quali le guerre o l'industria bellica e privata.
Denunciamo anche l'approvazione dell' autonomia differenziata, che va a rafforzare le differenze tra i diversi territori del nostro paese, creando sempre più svantaggi per le scuole di "serie B", diminuendo sempre di più i fondi pubblici nelle regioni più povere.
Ci schieriamo contro il DL 1660, proposto e approvato solo con lo scopo di aumentare il generale clima di repressione nei confronti di chi protesta contro un governo che non ci rappresenta.
Siamo pronti a portare avanti la nostra lotta per manifestare dissenso e lavorare tutti insieme per un cambiamento urgente e necessario all'interno di una sede nella quale dovremo comunque vivere i prossimi anni scolastici fino al trasferimento della nostra scuola.
Contro questo sistema scolastico e politico gridiamo NON VI CREDIAMO PIÙ".