Sequestro di persona noci
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Cronaca

Noci, sequestro di persona ai danni di un 21enne. I nomi degli arrestati: un debito di droga il movente

Operazione-lampo dei Carabinieri, che in poche ore hanno risolto il caso, liberato la vittima e messo le manette a 5 pregiudicati

Operazione-lampo dei Carabinieri del Comando provinciale di Bari per risolvere un caso di sequestro di persona a scopo di estorsione ai danni del 21enne di Noci Valerio Locorotondo. In manette sono finiti ieri cinque pregiudicati: Nicola e Luigi Annoscia (di 29 e 20 anni, fratelli), Pasquale Lorusso (32enne), Carmine Manzari (25enne) e Cristofer Manzari (28enne). Gli arrestati, in flagranza, sono accusati dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina aggravata e detenzione di armi e munizionamento comuni e da guerra, tutti commessi in concorso tra di loro.

I FATTI

La ricostruzione fornita dai carabinieri mostra un quadro chiaro degli eventi. Alle 22:30 circa del 18 novembre, un commando costituito da Nicola e Luigi Annoscia, Cristofer Manzari e Pasquale Lorusso, ha fatto irruzione e per sequestrare, sotto la minaccia delle armi, il giovane Valerio Locorotondo che si trovava nella sua abitazione di Noci. Il 21enne è stato preso in ostaggio, incappucciato, legato e condotto in altra ignota località. Dalle 22:30 fino alle successive 01 circa del 19 novembre, sempre sotto la minaccia di un AK 47 Kalashnikov ed almeno tre pistole, i malfattori hanno trattenuto Angelo Locorotondo, padre di Valerio e Mariagrazia Lopinto, 18enne compagna del sequestrato, per rapinare l'abitazione della vittima. I malfattori, tutti a volto scoperto, si sono resi autori di efferati gesti durante la rapina, arrivando anche a sparare. «Si è trattato di un episodio veramente grave- dice il Comandante Provinciale di Bari, Colonnello Cairo. Questo gruppo di persone non ha esitato a sparare in un ambiente molto piccolo, correndo il rischio di ferire anche solo accidentalmente i familiari che erano in casa».

Nella circostanza, infatti, i criminali hanno sparato un colpo di pistola all'indirizzo di Angelo Locorotondo, esplodendo altri due colpi di fucile mitragliatore in aria. Non contenti, i malviventi hanno colpito ripetutamente al capo, col calcio di un fucile, lo stesso Angelo Locorotondo, il quale ha riportato ferite giudicate guaribili in sette giorni.

Allertate da Paolo Locorotondo (fratello di Angelo), con precedenti in materia di stupefacenti, alcune pattuglie della Compagnia di Gioia del Colle hanno raggiunto il luogo del sequestro di persona e della rapina. Alla vista dei militari, i malviventi si sono dati a precipitosa fuga a piedi, attraverso le campagne limitrofe. Dopo una vasta battuta di ricerca i militari hanno localizzato e sequestrato i mezzi utilizzati e abbandonati dai malfattori, all'interno dei quali, oltre a quanto rapinato nell'abitazione, sono stati rinvenuti un fucile Kalashnikov AK 47 privo di calcio, un caricatore contenente 25 cartucce cal. 7,62x39 ed un sacchetto contenente 19 cartucce cal. 7.62x39.

In tale quadro, con l'intervento sul posto del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari e l'ausilio delle Compagnie di Triggiano e Monopoli, è stata messa in opera una tempestiva indagine che consentiva di accertare che i fatti erano stati originati da un presunto debito di circa 50.000,00 euro, contratto nel passato da Paolo Locorotondo con Nicola Annoscia e non onorato, in merito all'acquisto di una partita di sostanze stupefacenti. «In cambio della restituzione del sequestrato - prosegue Cairo - i malviventi hanno chiesto il pagamento di una cifra che asserivano essere loro legittimamente dovuta, probabilmente in relazione a una partita di droga».

Lo stesso Paolo Locorotondo ha riferito agli inquirenti, infatti, che già nella serata del 18 novembre aveva subito un raid punitivo presso il laboratorio di panificazione di Noci di cui è proprietario insieme al fratello Angelo. In quella circostanza i presunti creditori avevano aggredito i due congiunti con calci e pugni e, sotto la minaccia delle armi, avevano sottratto agli stessi un Fiat scudo bianco ed un Renault traffic, quale parziale pagamento del debito. Le dichiarazioni rese da Paolo Locorotondo sono corroborate in seguito da quelle di suo fratello Angelo e della giovane Mariagrazia Lopinto, che hanno favorito una dettagliata descrizione, oltre al successivo riconoscimento dei malviventi dei quali erano stati ostaggio.

GLI ARRESTI

«L'elemento vincente di questa operazione - continua Cairo - è stata la tempestività dell'intervento. Subito dopo l'allarme dato da uno dei familiari, i Carabinieri di Gioia e di Bari sono intervenuti a casa delle vittime, acquisendo gli elementi fondamentali per riuscire a identificare i membri della banda che aveva aggredito la famiglia. Nel prosieguo della notte sono stati identificati tutti e arrestati. Fortunatamente è stata trovata anche il sequestrato, tenuto in uno sgabuzzino legato a una sedia».

Raccolte le denunce, quindi, verso le 04 è stato tratto in arresto Nicola Annoscia, indicato, insieme Cristofer Manzari, Luigi Annoscia e Pasquale Lorusso, quale uno degli organizzatori ed autori del sequestro e poi individuato come il creditore originario nei confronti di Paolo Locorotondo. Alle 07 circa, a Noicattaro, a seguito di un'irruzione effettuata all'interno dell'abitazione di via Sant'Elia 38, di proprietà di Carmine Manzari, è stato localizzato e liberato Valerio Locorotondo, trovato ancora in evidente stato di shock, sotto la custodia di Manzari .In tale quadro, la liberazione del sequestrato ha rappresentato un importante riscontro investigativo a quanto preliminarmente acquisito dalle dichiarazioni delle vittime, dando ulteriore positivo impulso alle indagini e quindi alla ricerca degli altri componenti del gruppo criminale. Alle 07:25 circa, è stato tratto in arresto Pasquale Lorusso, rifugiatosi ad Adelfia, presso l'abitazione dei genitori; alle ore 14, è stato arrestato Cristofer Manzari, sorpreso dai militari nei pressi di un esercizio pubblico di Noicattaro, in via I Maggio; alle 15 circa, infine, è stato tratto in arresto Luigi Annoscia, anch'egli rifugiatosi presso l'abitazione dei genitori, a Noicattaro.

Tutti gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Bari a disposizione dell'Autorità Giudiziaria del capoluogo pugliese. Le indagini proseguono per ricostruire ancora più dettagliatamente gli eventi e identificare eventuali complici.
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