La protesta dei Nastrini Rossi
La protesta dei Nastrini Rossi
Scuola e Lavoro

Nuovo piano di mobilità: sit-in dei Nastrini Rossi davanti al Consiglio Regionale

Francesca Marsico, docente e coordinatrice del movimento: «Prima avevamo il contratto precario, oggi è la nostra vita precaria».

Si sono presentati in tanti ieri mattina presso il Consiglio Regionale, con un nastrino rosso al polso che simboleggia l'amore per la famiglia, per la terra e per il lavoro. Sono i docenti assunti con il piano straordinario, Legge 107 del 2015, sulla Buona Scuola che non sono affatto soddisfatti del piano di mobilità sottoscritto solo qualche settimana fa dalle organizzazioni sindacali e dal MIUR. Solo il 30% è destinato alla mobilità, quindi sostanzialmente la situazione dei docenti coattivamente assunti al nord persisterà. Gli insegnanti di sostegno che hanno accettato il ruolo al nord, chiedono di tornare nella provincia di origine, perché stanno attualmente coprendo i posti vacanti con le sostituzioni e quindi se ci sono posti nelle terra di origine, tutti si chiedono: «Perché siamo stati costretti ad accettare un posto al nord per essere stabilizzati?».

Nel 2015, in occasione della legge sulla buona scuola, nasce il movimento Nastrini Rossi coordinato attualmente da Francesca Marsico, insegnante assunta in ruolo con il piano straordinario a Cassano Murge, che ci racconta: «Abbiamo chiesto, ancora una volta alla politica nazionale, regionale e alle organizzazioni sindacali, un rimedio a questo grave guaio che è appunto la buona scuola. Chiediamo la creazione di un piano di assegnazioni provvisorie, cioè di un nuovo contratto, che permetta per un anno di poter far rientrare i docenti trasferiti coattivamente al nord. In questo modo avrebbero la possibilità di ricongiungersi con le proprie famiglie, perché questo è un fenomeno che riguarda donne per lo più di 50 anni con mille incombenze familiari e che comunque hanno sempre insegnato nella propria terra. In Puglia siamo 3 mila, in tutta Italia 30 mila e guarda caso tutte delle regioni meridionali».

Con gli insegnanti presente anche l'assessore regionale Alfonso Pisicchio che continua Francesca Marsico: «È stato la nostra guida spirituale del nostro percorso di protesta. Il movimento è nato in Puglia, ma è diramato in tutte le regioni del mezzogiorno, e l'assessore è stato il primo firmatario della mozione regionsle la buona scuola, presentata e votata all'unanimità il 21 luglio del 2016. Da quel momento in poi la Puglia è stata una sorta di privilegiata nel panorama nazionale rispetto alle altre regioni. Molti di noi si sono salvati dalle cattedre al nord grazie a mosse intelligenti create dalla sinergia tra ufficio scolastico regionale e regione Puglia. Quindi la Puglia è stata vicina e continua ad esserlo. Adesso bisognerebbe cercare di risolvere il problema in maniera definitiva e chiediamo che ci sia la volontà da parte di tutti di non far finta di nulla, perché il problema esiste e riguarda tantissime persone che spendono i loro stipendi al nord impoverendo ancora di più il mezzogiorno».
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