Cronaca
Omicidio a Santo Spirito, al setaccio telecamere e contatti del 63enne
Le tracce ematiche recuperate portate a Bari dalla Sis, i vicini ai Carabinieri: «Abbiamo sentito delle urla»
Bari - giovedì 9 gennaio 2025
15.48
Al setaccio le telecamere di videosorveglianza di via Torino, ma anche e soprattutto lo smartphone in cui sono contenuti gli ultimi contatti e le ultime telefonate del 63enne Francesco Dogna, trovato privo di vita e ucciso da numerose coltellate nella propria abitazione del quartiere Santo Spirito di Bari dove viveva da solo.
Sarebbe stato proprio lui, dipendente della multinazionale Exprivia che ha la propria sede a Molfetta, ad aprire la porta di casa al suo assassino nella tarda serata di mercoledì. «Abbiamo sentito voci concitate provenire dall'appartamento di Francesco Dogna», avrebbero detto i vicini di casa agli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Carla Spagnuolo, e ai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bari San Paolo, guidati dal tenente Alessandro Contente.
Dichiarazione che fa pensare come l'assassinio del 63enne possa essere avvenuto alcune ore prima del ritrovamento, ieri mattina del corpo senza vita dell'uomo. Cosa che sarà verificata solo dall'esito dell'autopsia che sarà effettuata sul corpo della vittima. È emerso, poi, un altro particolare che porterebbe le indagini nella direzione dell'omicidio notturno, ed è quello legato al fatto che ieri mattina, un amico della vittima avrebbe citofonato a casa sua senza ricevere alcuna risposta.
Infatti nella prima mattinata di ieri, l'amico, con il quale la vittima usava prendere il caffè a prima mattina, ha tentato più volte di mettersi in contatto con Dogna, ma l'uomo non aveva risposto né al citofono né alle numerose chiamate. Cosa che ha portato l'uomo ad allertare i parenti che hanno fatto la macabra scoperta. Un litigio che lì vicino non poteva passare inascoltata soprattutto se si pensa che le abitazioni, in quella zona del capoluogo pugliese, sono davvero molto vicine.
Al setaccio degli investigatori e sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, oltre alle telecamere di videosorveglianza, viene passato ogni elemento della vita lavorativa e personale della vittima nel tentativo di stabilire quale possa essere stato il movente che ha indotto la mano dell'assassino a compiere questo delitto efferato e dai contorni ancora misteriosi. Le 45 tracce ematiche recuperate in strada, invece, sono state portate a Bari dalla Sezione Investigazioni Scientifiche.
In queste ore vengono ascoltati i familiari dell'uomo, i suoi colleghi di lavoro e gli amici, mentre da ieri è iniziato il controllo dei tabulati telefonici dello smartphone della vittima da cui potrebbe emergere qualche interessante indicazione per risalire al suo assassino e al motivo che lo a spinto a commettere questo crimine.
Sarebbe stato proprio lui, dipendente della multinazionale Exprivia che ha la propria sede a Molfetta, ad aprire la porta di casa al suo assassino nella tarda serata di mercoledì. «Abbiamo sentito voci concitate provenire dall'appartamento di Francesco Dogna», avrebbero detto i vicini di casa agli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Carla Spagnuolo, e ai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bari San Paolo, guidati dal tenente Alessandro Contente.
Dichiarazione che fa pensare come l'assassinio del 63enne possa essere avvenuto alcune ore prima del ritrovamento, ieri mattina del corpo senza vita dell'uomo. Cosa che sarà verificata solo dall'esito dell'autopsia che sarà effettuata sul corpo della vittima. È emerso, poi, un altro particolare che porterebbe le indagini nella direzione dell'omicidio notturno, ed è quello legato al fatto che ieri mattina, un amico della vittima avrebbe citofonato a casa sua senza ricevere alcuna risposta.
Infatti nella prima mattinata di ieri, l'amico, con il quale la vittima usava prendere il caffè a prima mattina, ha tentato più volte di mettersi in contatto con Dogna, ma l'uomo non aveva risposto né al citofono né alle numerose chiamate. Cosa che ha portato l'uomo ad allertare i parenti che hanno fatto la macabra scoperta. Un litigio che lì vicino non poteva passare inascoltata soprattutto se si pensa che le abitazioni, in quella zona del capoluogo pugliese, sono davvero molto vicine.
Al setaccio degli investigatori e sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, oltre alle telecamere di videosorveglianza, viene passato ogni elemento della vita lavorativa e personale della vittima nel tentativo di stabilire quale possa essere stato il movente che ha indotto la mano dell'assassino a compiere questo delitto efferato e dai contorni ancora misteriosi. Le 45 tracce ematiche recuperate in strada, invece, sono state portate a Bari dalla Sezione Investigazioni Scientifiche.
In queste ore vengono ascoltati i familiari dell'uomo, i suoi colleghi di lavoro e gli amici, mentre da ieri è iniziato il controllo dei tabulati telefonici dello smartphone della vittima da cui potrebbe emergere qualche interessante indicazione per risalire al suo assassino e al motivo che lo a spinto a commettere questo crimine.