Cronaca
Omicidio a Santo Spirito: Francesco Dogna ucciso a coltellate
L'uomo, incensurato, lavorava per la multinazionale Exprivia. Il corpo trovato in una pozza di sangue dalla sorella
Bari - mercoledì 8 gennaio 2025
18.12
Una delle pagine più buie della cronaca di Bari, il primo omicidio del nuovo anno. Un 63enne residente a Santo Spirito, quartiere a nord di Bari, è stato accoltellato a morte mentre era all'interno della propria abitazione. Il barese Francesco Dogna, 63 anni lo scorso 4 ottobre, ha perso la vita, ucciso da numerose coltellate.
Adesso è caccia aperta all'autore, riuscito a dileguarsi. Colpi violenti, il tonfo di oggetti rovesciati sul pavimento e un'abitazione al pianterreno, quella al civico 12 di via Torino, vicino piazza dei Mille, sottosopra, in completo disordine. È stata la sorella con un amico, insospettiti dal non sentirlo da ieri, ad allertare i soccorsi al numero 112, il nuovo numero unico di emergenza, dopo avere trovato il cadavere del fratello in una pozza di sangue. E la morte potrebbe risalire a ieri notte.
Il killer, evidentemente, si è dileguato a piedi lasciando il corpo di Dogna, che in quell'abitazione viveva da solo e non aveva figli, disteso a pancia in giù all'interno del salotto, al primo piano dell'immobile. È lì che deve avergli inferto gli ultimi fendenti fatali. Da una prima ispezione cadaverica esterna effettuata dal medico legale ad uccidere il 63enne, dipendente della multinazionale Exprivia di Molfetta, sarebbe stata una delle coltellate inferte all'altezza dell'addome e del torace.
A nulla sono valsi i soccorsi prestati dagli operatori sanitari del 118: per l'uomo, privo di precedenti o di segnalazioni di alcuna natura, non vi è stato più niente da fare. È morto a causa delle profonde ferite inferte con un'arma da taglio o da punta e per una emorragia. Sul posto sono arrivati i Carabinieri della locale Stazione con i colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bari San Paolo, coordinati nelle indagini dal pubblico ministero di turno Carla Spagnuolo.
I militari, al loro arrivo, hanno provveduto a delimitare l'area, per poter eseguire i rilievi e repertare le tracce. Proprio quest'ultima attività ha consentito di scovare, tra la strada dove abitava l'uomo e via principessa Mafalda, 45 tracce ematiche, probabilmente lasciate sul selciato dalla sgocciolatura del caduta dal coltello del killer. Non è dato, però, sapere che cosa sia accaduto di preciso, in quell'abitazione, in quegli istanti maledetti che hanno preceduto la tragedia di Santo Spirito.
Forse una lite o un chiarimento improvviso culminato con la voglia di colpire. Di uccidere. Tutto da ricostruire, in queste ore, il movente: le ipotesi, tutte ancora da accertare, ricadono su motivi personali, visto lo stato di incensuratezza di Dogna, che lavorava nell'azienda specializzata in progettazione e sviluppo di software.
Adesso è caccia aperta all'autore, riuscito a dileguarsi. Colpi violenti, il tonfo di oggetti rovesciati sul pavimento e un'abitazione al pianterreno, quella al civico 12 di via Torino, vicino piazza dei Mille, sottosopra, in completo disordine. È stata la sorella con un amico, insospettiti dal non sentirlo da ieri, ad allertare i soccorsi al numero 112, il nuovo numero unico di emergenza, dopo avere trovato il cadavere del fratello in una pozza di sangue. E la morte potrebbe risalire a ieri notte.
Il killer, evidentemente, si è dileguato a piedi lasciando il corpo di Dogna, che in quell'abitazione viveva da solo e non aveva figli, disteso a pancia in giù all'interno del salotto, al primo piano dell'immobile. È lì che deve avergli inferto gli ultimi fendenti fatali. Da una prima ispezione cadaverica esterna effettuata dal medico legale ad uccidere il 63enne, dipendente della multinazionale Exprivia di Molfetta, sarebbe stata una delle coltellate inferte all'altezza dell'addome e del torace.
A nulla sono valsi i soccorsi prestati dagli operatori sanitari del 118: per l'uomo, privo di precedenti o di segnalazioni di alcuna natura, non vi è stato più niente da fare. È morto a causa delle profonde ferite inferte con un'arma da taglio o da punta e per una emorragia. Sul posto sono arrivati i Carabinieri della locale Stazione con i colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bari San Paolo, coordinati nelle indagini dal pubblico ministero di turno Carla Spagnuolo.
I militari, al loro arrivo, hanno provveduto a delimitare l'area, per poter eseguire i rilievi e repertare le tracce. Proprio quest'ultima attività ha consentito di scovare, tra la strada dove abitava l'uomo e via principessa Mafalda, 45 tracce ematiche, probabilmente lasciate sul selciato dalla sgocciolatura del caduta dal coltello del killer. Non è dato, però, sapere che cosa sia accaduto di preciso, in quell'abitazione, in quegli istanti maledetti che hanno preceduto la tragedia di Santo Spirito.
Forse una lite o un chiarimento improvviso culminato con la voglia di colpire. Di uccidere. Tutto da ricostruire, in queste ore, il movente: le ipotesi, tutte ancora da accertare, ricadono su motivi personali, visto lo stato di incensuratezza di Dogna, che lavorava nell'azienda specializzata in progettazione e sviluppo di software.