I Carabinieri e, nel riquadro, Michele Lavopa
I Carabinieri e, nel riquadro, Michele Lavopa
Cronaca

Omicidio al Bahia, il 21enne ha confessato: «Ho sparato e buttato l'arma»

Michele Lavopa è stato identificato grazie alla videosorveglianza: «Ho sparato perché Palermiti stava per estrarre l'arma»

Sarebbe stato il 21enne Michele Lavopa a premere il grilletto di una calibro 7.65, togliendo la vita ad Antonella Lopez, incensurata del quartiere San Girolamo di Bari, e ferendo i suoi amici, tra cui il 20enne Eugenio Palermiti, mentre si trovavano nel lido disco-bar Bahia, a Molfetta, nella notte tra sabato e domenica scorsi.

Lavopa è accusato di omicidio e di tentato omicidio. I Carabinieri sono giunti nel locale poco dopo il "fuggi fuggi" generale, a seguito di una segnalazione. Arrivati nella zona bar, rialzata rispetto alla pista da ballo, hanno trovato una ragazza riversa sul pavimento, mentre gli operatori sanitari della Misericordia di Bisceglie tentavano di rianimarla. Poco dopo è stato constatato il decesso. Nella zona adiacente sono stati rinvenuti 7 bossoli esplosi da una 7.65 e un'ogiva deformata.

Dalle immagini di videosorveglianza del locale s'è potuto comprendere come, alle ore 02.30, Lopez era arrivata con i suoi amici, dal «fare baldanzoso», ignorando il divieto d'accesso al locale imposto dai vigilantes. Da quel momento sarebbe iniziata una discussione tra il gruppo capeggiato da Palermiti e un altro gruppo di giovani «di cui si individuava Giuseppe Fresa». Dopo alcuni minuti, le immagini hanno immortalato un parapiglia, con i giovani presenti che si davano alla fuga.

I quattro feriti, ascoltati come persone informate sui fatti accaduti «rilasciavano dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose, nonostante la loro giovane amica fosse morta». Lavopa, invece, avrebbe spiegato che si era recato in discoteca con la fidanzata e un gruppo di amici per trascorrere la serata «senza alcuna intenzione belligerante», portando con sé una pistola calibro 7.65 per difendersi dalle eventuali aggressioni, «come spesso avviene nei locali notturni baresi».

Notato il gruppo di Palermiti, con cui aveva «regressi trascorsi», per evitare problemi «decidevano di spostarsi in un'altra zona del locale», subendo però «offese e minacce dalla comitiva di Palermiti». Secondo Lavopa, nel corso dell'alterco, Palermiti «tentava di estrarre un'arma, scatenando la sua reazione di fuoco». Dopo l'esplosione dei colpi, Lavopa sarebbe fuggito a piedi dal locale e sarebbe stato recuperato da alcune ragazze del suo gruppo, rientrando al quartiere San Paolo.

Da qui, insieme a due amici, si sarebbero recati prima nell'agro di Bitonto, dove avrebbero nascosto l'arma del delitto, per poi rientrare al quartiere e disfarsi degli indumenti indossati al Bahia. Tuttavia, durante la verifica nel luogo indicato, non è stata trovata alcuna arma. Ieri, a tarda ora, il trasferimento nel carcere di Bari.
  • Eugenio Palermiti
  • Michele Lavopa
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