Cronaca
Omicidio Capriati, arrestata la donna che era con lui in auto
Secondo le indagini aveva una pistola caduta dal corpo: è accusata di aver fatto sparire l'arma e poi di essersi dileguata
Bari - mercoledì 5 giugno 2024
14.23
È stata arrestata questa mattina dal personale della Polizia di Stato la donna, Angela De Cosmo, 35enne incensurata residente a Triggiano, che si trovava in auto con Raffaele Capriati al momento del suo omicidio, avvenuto nel rione Torre a Mare di Bari la sera di Pasquetta: «Lello» era il nipote del boss di Bari vecchia, Tonino.
La donna che, la sera dello scorso 1 aprile, giorno di Pasquetta, si trovava alla guida dell'auto su cui viaggiava Capriati, 41 anni, figura di spicco dell'omonimo clan mafioso egemone nel borgo antico, quando l'uomo venne ucciso in un agguato mortale a colpi di arma da fuoco in via Bari, è stata raggiunta da un'ordinanza di custodia cautelare. Ad emetterla il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, su richiesta della Antimafia del capoluogo.
Gli investigatori hanno potuto determinare che Capriati era in possesso di una pistola, caduta, dal corpo ormai esanime, nel momento in cui il personale sanitario si stava adoperando nel tentativo di rianimarlo. «L'arma, nella circostanza, sarebbe stata recuperata con abilità dalla donna mentre Capriati veniva spostato nella ambulanza. La stessa sarebbe rimasta alla guida dell'auto e poi si sarebbe allontanata dal luogo del delitto con la pistola impedendone, infine, il ritrovamento».
Imprescindibili, per la ricostruzione dell'indagine coordinata dal pubblico ministero antimafia Grazia Errede, sono state le dichiarazioni di alcuni testimoni oculari. Ora la 35enne si trova in carcere: deve rispondere dei reati di detenzione e porto illegale d'arma da fuoco in luogo pubblico, commessi con l'aggravante mafiosa.
La donna che, la sera dello scorso 1 aprile, giorno di Pasquetta, si trovava alla guida dell'auto su cui viaggiava Capriati, 41 anni, figura di spicco dell'omonimo clan mafioso egemone nel borgo antico, quando l'uomo venne ucciso in un agguato mortale a colpi di arma da fuoco in via Bari, è stata raggiunta da un'ordinanza di custodia cautelare. Ad emetterla il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, su richiesta della Antimafia del capoluogo.
Gli investigatori hanno potuto determinare che Capriati era in possesso di una pistola, caduta, dal corpo ormai esanime, nel momento in cui il personale sanitario si stava adoperando nel tentativo di rianimarlo. «L'arma, nella circostanza, sarebbe stata recuperata con abilità dalla donna mentre Capriati veniva spostato nella ambulanza. La stessa sarebbe rimasta alla guida dell'auto e poi si sarebbe allontanata dal luogo del delitto con la pistola impedendone, infine, il ritrovamento».
Imprescindibili, per la ricostruzione dell'indagine coordinata dal pubblico ministero antimafia Grazia Errede, sono state le dichiarazioni di alcuni testimoni oculari. Ora la 35enne si trova in carcere: deve rispondere dei reati di detenzione e porto illegale d'arma da fuoco in luogo pubblico, commessi con l'aggravante mafiosa.