Cronaca
Omicidio Di Giacomo, parla il killer: «Colpi partiti per errore. Non volevo ucciderlo»
Salvatore Vassalli ha ammesso di aver avuto una colluttazione con l'uomo, ma non di essere andato da lui con l’intenzione di ucciderlo
Bari - sabato 18 maggio 2024
8.33
Ha ammesso di aver avuto la colluttazione con la vittima, ma ha riferito che i colpi di pistola sono partiti accidentalmente mentre impugnava l'arma: si è difeso così, nell'interrogatorio di garanzia Salvatore Vassalli, l'operaio edile di 59 anni, arrestato giovedì con l'accusa di essere l'autore del delitto di Mauro Di Giacomo.
Il medico 63enne fu assassinato a colpi di pistola la sera del 18 dicembre 2023 nel parcheggio a pochi passi dalla sua abitazione, in via Tauro, a Poggiofranco a Bari. Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Nicola Bonante, Vassalli non ha quindi confessato il delitto, ma ha dato la sua versione dei fatti cercando di attenuare le sue responsabilità. I suoi avvocati, Michele D'Ambra e Carmine Sarcinelli, non hanno chiesto l'attenuazione della misura restrittiva.
Dalle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pubblico ministero Matteo Soave, e dalla perizia medico legale, emerge che i colpi di pistola sono stati sparati con precisione e sono andati a segno, circostanza questa che contrasta con la versione dei fatti fornita dall'indagato. Vassalli, per l'accusa, ha compiuto il delitto perché convinto che il fisioterapista aveva provocato nel 2019 una lieve disabilità (circa il 3%) ad un braccio a sua figlia per una manovra fisioterapica sbagliata.
Per ciò nel 2020 aveva intentato una causa civile per danni, ma aveva maturato una scarsa fiducia nella giustizia: da qui l'idea di farsi giustizia da solo. L'uomo è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, perché avrebbe compiuto dei sopralluoghi, e dalla crudeltà, visto l'accanimento sull'uomo ormai morente.
Il medico 63enne fu assassinato a colpi di pistola la sera del 18 dicembre 2023 nel parcheggio a pochi passi dalla sua abitazione, in via Tauro, a Poggiofranco a Bari. Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Nicola Bonante, Vassalli non ha quindi confessato il delitto, ma ha dato la sua versione dei fatti cercando di attenuare le sue responsabilità. I suoi avvocati, Michele D'Ambra e Carmine Sarcinelli, non hanno chiesto l'attenuazione della misura restrittiva.
Dalle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pubblico ministero Matteo Soave, e dalla perizia medico legale, emerge che i colpi di pistola sono stati sparati con precisione e sono andati a segno, circostanza questa che contrasta con la versione dei fatti fornita dall'indagato. Vassalli, per l'accusa, ha compiuto il delitto perché convinto che il fisioterapista aveva provocato nel 2019 una lieve disabilità (circa il 3%) ad un braccio a sua figlia per una manovra fisioterapica sbagliata.
Per ciò nel 2020 aveva intentato una causa civile per danni, ma aveva maturato una scarsa fiducia nella giustizia: da qui l'idea di farsi giustizia da solo. L'uomo è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, perché avrebbe compiuto dei sopralluoghi, e dalla crudeltà, visto l'accanimento sull'uomo ormai morente.