Cronaca
Omicidio Dogna, il killer stava pianificando una fuga al nord Italia
Antonio Rizzi, che aveva una relazione con il 63enne, è stato fermato ieri sera dai Carabinieri: è stato rinchiuso in carcere
Bari - martedì 14 gennaio 2025
10.38
Fermato dai Carabinieri mentre stava pianificando la fuga dal suo paese per raggiungere il nord Italia e poi l'estero. Per questo, nella serata di ieri, i militari hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Bari nei confronti di Antonio Rizzi, di 42 anni, di Bitritto.
L'uomo, con precedenti per reati contro il patrimonio (nel lontano 2013 fu arrestato dopo aver rapinato una tabaccheria di via Dalmazia, a Bari) e maltrattamenti in famiglia, è ritenuto il presunto autore dell'omicidio di Francesco Dogna, avvenuto a Santo Spirito, a nord di Bari, lo scorso 7 gennaio. Quella dei Carabinieri, col coordinamento del pubblico ministero Carla Spagnuolo, è stata un'indagine lampo, che s'è basata sul contenuto del pc dell'uomo e sui filmati delle telecamere.
Proprio grazie all'analisi dei primi filmati acquisiti è stato possibile accertare l'orario di entrata e di uscita del presunto assassino all'interno dell'abitazione della vittima, in via Torino, e la successiva fuga a bordo di un'autovettura, una Ford Focus, parcheggiata in via principessa Jolanda, dove sono state rinvenute e, infine, repertate 45 tracce ematiche. Con l'analisi di ulteriori sistemi di videosorveglianza pubblici, posti lungo le vie di fuga, è stata poi individuata la targa del veicolo.
Con l'analisi di ulteriori sistemi di videosorveglianza posti sulle vie di fuga ed il monitoraggio del tracciato del Gps dell'autovettura è stata poi individuata la targa del veicolo in uso a Rizzi, con cui la vittima, qualche giorno prima, aveva scambiato alcuni messaggi, come è emerso successivamente dall'analisi dei computer di Dogna. «Francesco - ha raccontato un suo amico - mi diceva che aveva avuto una relazione sessuale con lui, ricordo che mi diceva "questo è un malavitoso"».
In questo modo, infatti, è stato possibile far luce su una conoscenza durata oltre dieci anni, non nota ai familiari e agli amici, che intercorreva tra i due uomini che saltuariamente si incontravano anche nell'abitazione di Santo Spirito. Così com'è avvenuto proprio la sera del 7 gennaio scorso, quando, a causa di una lite sorta verosimilmente a seguito di incomprensioni relative all'uso di sostanze stupefacenti (crack), l'assassino ha colpito per oltre 80 volte (85) il corpo della vittima.
All'esito di ininterrotte indagini condotte dai militari della Compagnia di Bari San Paolo è stato possibile localizzare l'assassino. Numerosi sono stati i gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso di fermare l'uomo che stava già pianificando una fuga dal capoluogo pugliese, per raggiungere il nord Italia e poi l'estero.
L'uomo, con precedenti per reati contro il patrimonio (nel lontano 2013 fu arrestato dopo aver rapinato una tabaccheria di via Dalmazia, a Bari) e maltrattamenti in famiglia, è ritenuto il presunto autore dell'omicidio di Francesco Dogna, avvenuto a Santo Spirito, a nord di Bari, lo scorso 7 gennaio. Quella dei Carabinieri, col coordinamento del pubblico ministero Carla Spagnuolo, è stata un'indagine lampo, che s'è basata sul contenuto del pc dell'uomo e sui filmati delle telecamere.
Proprio grazie all'analisi dei primi filmati acquisiti è stato possibile accertare l'orario di entrata e di uscita del presunto assassino all'interno dell'abitazione della vittima, in via Torino, e la successiva fuga a bordo di un'autovettura, una Ford Focus, parcheggiata in via principessa Jolanda, dove sono state rinvenute e, infine, repertate 45 tracce ematiche. Con l'analisi di ulteriori sistemi di videosorveglianza pubblici, posti lungo le vie di fuga, è stata poi individuata la targa del veicolo.
Con l'analisi di ulteriori sistemi di videosorveglianza posti sulle vie di fuga ed il monitoraggio del tracciato del Gps dell'autovettura è stata poi individuata la targa del veicolo in uso a Rizzi, con cui la vittima, qualche giorno prima, aveva scambiato alcuni messaggi, come è emerso successivamente dall'analisi dei computer di Dogna. «Francesco - ha raccontato un suo amico - mi diceva che aveva avuto una relazione sessuale con lui, ricordo che mi diceva "questo è un malavitoso"».
In questo modo, infatti, è stato possibile far luce su una conoscenza durata oltre dieci anni, non nota ai familiari e agli amici, che intercorreva tra i due uomini che saltuariamente si incontravano anche nell'abitazione di Santo Spirito. Così com'è avvenuto proprio la sera del 7 gennaio scorso, quando, a causa di una lite sorta verosimilmente a seguito di incomprensioni relative all'uso di sostanze stupefacenti (crack), l'assassino ha colpito per oltre 80 volte (85) il corpo della vittima.
All'esito di ininterrotte indagini condotte dai militari della Compagnia di Bari San Paolo è stato possibile localizzare l'assassino. Numerosi sono stati i gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso di fermare l'uomo che stava già pianificando una fuga dal capoluogo pugliese, per raggiungere il nord Italia e poi l'estero.