Cronaca
Omicidio Luisi nel 2015 al Libertà, arrestati tre esponenti del clan Strisciuglio. I nomi
Le ordinanze cautelari sono state eseguite a Lecce, Palermo e Siracusa. Nell'agguato rimase ferito il padre della vittima, poi morto in seguito
Bari - lunedì 3 febbraio 2020
12.23
Nella mattinata di oggi, a Lecce, Palermo e Siracusa, la polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di Remini Domenico, detto "Pondin" classe '87, Monno Antonio classe '87 e Cucumazzo Cristian, detto "kamikaze" classe '94, responsabili, quali esecutori materiali, dell'omicidio di Antonio Luisi e del tentato omicidio del padre Luigi avvenuti a Bari il 30 aprile 2015.
I destinatari del provvedimento cautelare, tutti appartenenti al clan mafioso Strisciuglio e operanti nel quartiere Libertà, erano in contrapposizione al gruppo criminale dei Mercante, storicamente stanziale nel quartiere, a cui era affiliato Luisi Luigi, considerato al tempo uno dei principali fornitori di cocaina ed eroina della provincia di Bari.
La sera del 30 aprile 2015, secondo le risultanze investigative acquisite, Monno e Cucumazzo raggiunsero, incappucciati, a bordo di un motociclo, un circolo ricreativo di via Calefati, nel quartiere Libertà, al cui interno si intratteneva il pregiudicato Luigi Luisi, vero obiettivo dei killer, con altre persone tra cui il figlio Antonio, ventisettenne. All'ingresso dei due sicari nel circolo, Antonio Luisi, nel tentativo di difendere il padre, si frappose tra lui e i killer e fu colpito a morte. Luigi Luisi, invece, benché ferito gravemente alla testa, sopravvisse.
Le indagini dimostrarono che Remini Domenico, che aveva organizzato l'agguato armato, era a poca distanza dal circolo ricreativo. Per l'omicidio di Luisi Antonio, nel marzo del 2017, Ruta Alessandro, detto "U Russ" classe '87 e Valentino Vito, detto "Vituccio" classe '85, in quel momento reggenti delle articolazioni rispettivamente del San Paolo e del Libertà del clan Strisciuglio, quali mandanti dell'omicidio, furono destinatari di un provvedimento cautelare in carcere, emesso dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.
Nell'occasione il Gip in sede rigettò invece la richiesta cautelare relativa alla posizione di alcuni degli odierni arrestati, non ritenendo sufficienti - al tempo - gli elementi acquisiti a loro carico. Luisi Luigi fu poi nuovamente vittima, il 31 ottobre 2016, di un secondo agguato armato a opera di affiliati al clan Strisciuglio, articolazione Libertà. Gravemente ferito, Luisi morì il successivo 14 novembre; per quest'ultimo episodio fu eseguito, dalla polizia di Stato, nel febbraio del 2017, un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, per i reati di omicidio premeditato, tentato omicidio e porto abusivo di armi da fuoco, aggravati dal metodo mafioso, nei confronti di Remini Domenico classe '87, Remini Gaetano classe '98, Sardella Donato classe '96, Sardella Maurizio classe '70.
Le mire espansionistiche del clan Strisciuglio sul quartiere Libertà erano alla base dei due episodi di sangue. L'attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale di Bari – e svolta dalla sezione criminalità organizzata della squadra mobile, anche successivamente alle due misure cautelari eseguite nel 2017, ha consentito di acquisire ulteriori elementi di responsabilità nei confronti di tutti gli autori dei gravi fatti di sangue.
Il giudizio abbreviato, che ha riguardato entrambi i fatti di sangue, si è concluso lo scorso 19 dicembre con l'emissione della sentenza di primo grado, con la quale sono stati condannati:
– alla pena di 20 anni di reclusione Valentino Vito, Ruta Alessandro, Cucumazzo Christian, Monno Antonio, Remini Domenico, Sardella Maurizio;
– alla pena di anni 18 di reclusione Sardella Donato;
– alla pena di 16 anni di reclusione Remini Gaetano.
Valentino, Ruta, Monno e Cucumazzo sono ritenuti responsabili dell'omicidio di Luisi Antonio e del tentato omicidio di Luisi Luigi; a Remini Domenico venivano attribuiti entrambi gli omicidi; ai Sardella e a Remini Domenico veniva attribuito l'omicidio di Luisi Luigi.
Nel corso del rito abbreviato, Sardella Donato e Remini Gaetano hanno ammesso le proprie responsabilità in relazione all'omicidio di Luisi Luigi. A seguito dell'emissione della citata sentenza di condanna veniva presentata dalla Dda nuova richiesta cautelare nei confronti degli imputati non ancora attinti, accolta dal Gip con emissione dell'ordinanza cautelare eseguita in data odierna.
I destinatari del provvedimento cautelare, tutti appartenenti al clan mafioso Strisciuglio e operanti nel quartiere Libertà, erano in contrapposizione al gruppo criminale dei Mercante, storicamente stanziale nel quartiere, a cui era affiliato Luisi Luigi, considerato al tempo uno dei principali fornitori di cocaina ed eroina della provincia di Bari.
La sera del 30 aprile 2015, secondo le risultanze investigative acquisite, Monno e Cucumazzo raggiunsero, incappucciati, a bordo di un motociclo, un circolo ricreativo di via Calefati, nel quartiere Libertà, al cui interno si intratteneva il pregiudicato Luigi Luisi, vero obiettivo dei killer, con altre persone tra cui il figlio Antonio, ventisettenne. All'ingresso dei due sicari nel circolo, Antonio Luisi, nel tentativo di difendere il padre, si frappose tra lui e i killer e fu colpito a morte. Luigi Luisi, invece, benché ferito gravemente alla testa, sopravvisse.
Le indagini dimostrarono che Remini Domenico, che aveva organizzato l'agguato armato, era a poca distanza dal circolo ricreativo. Per l'omicidio di Luisi Antonio, nel marzo del 2017, Ruta Alessandro, detto "U Russ" classe '87 e Valentino Vito, detto "Vituccio" classe '85, in quel momento reggenti delle articolazioni rispettivamente del San Paolo e del Libertà del clan Strisciuglio, quali mandanti dell'omicidio, furono destinatari di un provvedimento cautelare in carcere, emesso dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.
Nell'occasione il Gip in sede rigettò invece la richiesta cautelare relativa alla posizione di alcuni degli odierni arrestati, non ritenendo sufficienti - al tempo - gli elementi acquisiti a loro carico. Luisi Luigi fu poi nuovamente vittima, il 31 ottobre 2016, di un secondo agguato armato a opera di affiliati al clan Strisciuglio, articolazione Libertà. Gravemente ferito, Luisi morì il successivo 14 novembre; per quest'ultimo episodio fu eseguito, dalla polizia di Stato, nel febbraio del 2017, un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, per i reati di omicidio premeditato, tentato omicidio e porto abusivo di armi da fuoco, aggravati dal metodo mafioso, nei confronti di Remini Domenico classe '87, Remini Gaetano classe '98, Sardella Donato classe '96, Sardella Maurizio classe '70.
Le mire espansionistiche del clan Strisciuglio sul quartiere Libertà erano alla base dei due episodi di sangue. L'attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale di Bari – e svolta dalla sezione criminalità organizzata della squadra mobile, anche successivamente alle due misure cautelari eseguite nel 2017, ha consentito di acquisire ulteriori elementi di responsabilità nei confronti di tutti gli autori dei gravi fatti di sangue.
Il giudizio abbreviato, che ha riguardato entrambi i fatti di sangue, si è concluso lo scorso 19 dicembre con l'emissione della sentenza di primo grado, con la quale sono stati condannati:
– alla pena di 20 anni di reclusione Valentino Vito, Ruta Alessandro, Cucumazzo Christian, Monno Antonio, Remini Domenico, Sardella Maurizio;
– alla pena di anni 18 di reclusione Sardella Donato;
– alla pena di 16 anni di reclusione Remini Gaetano.
Valentino, Ruta, Monno e Cucumazzo sono ritenuti responsabili dell'omicidio di Luisi Antonio e del tentato omicidio di Luisi Luigi; a Remini Domenico venivano attribuiti entrambi gli omicidi; ai Sardella e a Remini Domenico veniva attribuito l'omicidio di Luisi Luigi.
Nel corso del rito abbreviato, Sardella Donato e Remini Gaetano hanno ammesso le proprie responsabilità in relazione all'omicidio di Luisi Luigi. A seguito dell'emissione della citata sentenza di condanna veniva presentata dalla Dda nuova richiesta cautelare nei confronti degli imputati non ancora attinti, accolta dal Gip con emissione dell'ordinanza cautelare eseguita in data odierna.