L'agguato ai fratelli Rafaschieri
L'agguato ai fratelli Rafaschieri
Cronaca

Omicidio Rafaschieri a Bari, sentenza «maturò in fase attuativa»

Via la premeditazione, sconto di pena: dall'ergastolo a 20 anni

Giovanni Palermiti e i suoi complici avevano «programmato di assassinare Alessandro Rafaschieri, colpevole dei tentativi d'espansione nel rione Madonnella» di Bari. Ma l'idea di uccidere il fratello Walter «è maturata nella fase attuativa» del delitto, «e non era stata contemplata durante l'ideazione del progetto criminoso».

Queste le motivazioni con cui i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Bari, lo scorso 30 ottobre, hanno escluso l'esistenza dell'aggravante della premeditazione e ridotto a 20 anni (dall'ergastolo) la condanna per Giovanni Palermiti, ritenuto colpevole - insieme ad altri - dell'omicidio di Walter Rafaschieri e del ferimento del fratello Alessandro. Il delitto fu commesso il 24 settembre 2018 a Carbonara, i due fratelli furono raggiunti da colpi di pistola mentre erano a bordo di una moto.

In favore di Palermiti, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, ha giocato «il comportamento processuale», costituito dall'aver risarcito Alessandro Rafaschieri con 100mila euro per «contribuire alle spese mediche necessarie per la sua riabilitazione dalle gravi lesioni personali subite». Ma Palermiti ha anche ammesso la propria responsabilità nel delitto, e queste circostanze secondo i giudici sono «sintomatiche di un principio di ravvedimento» dello stesso Palermiti.

In secondo grado i giudici hanno concesso uno sconto di pena anche per Filippo Mineccia (da 20 a 18 anni, anche lui ha risarcito Rafaschieri con 100mila euro), che avrebbe fatto parte del commando, e per l'ex pentito Domenico Milella (8 anni dai 9 anni e 4 mesi del primo grado), condannato per il concorso nell'omicidio.
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