Cronaca
Omicidio Sifanno, 46 anni di carcere tra Telegrafo e Grimaldi. Assolto Mastrogiacomo
Gli esecutori materiali dell'agguato mortale del San Paolo sono stati condannati dalla Corte di Assise di Bari con il rito abbreviato
Bari - martedì 27 marzo 2018
10.40
Sono stati condannati a trent'anni di reclusione dalla Corte di Assise di Bari, i presunti mandanti dell'agguato a colpi di kalashnikov a Donato Sifanno, nipote del boss Mercante. Si tratta dei presunti esecutori materiali dell'omicidio, datato 15 febbraio 2014, al quartiere San Paolo, Arcangelo Telegrafo ed Emanuele Grimaldi. Sifanno, sfuggito a due precedenti agguati, fu ucciso con 18 colpi di kalashnikov, sparati a bruciapelo mentre era in macchina, per contrasti interni alla criminalità organizzata della zona.
Il processo, celebrato con il rito abbreviato, ha permesso di condannare Telegrafo e Grimaldi rispettivamente a 30 e 16 anni, e di assolvere Francesco Mastrogiacomo "per non aver commesso il fatto". Altri cinque imputati sono ancora a processo con l'accusa di aver fornito supporto logistico, controllato e segnalato i movimenti della vittima, oltre ad aver procurato e conservato le armi.
Giuseppe Misceo, ritenuto il vero mandante dell'omicidio, era già stato condannato dalla Corte di Assise di Appello di Bari a 30 anni di reclusione.
Il processo, celebrato con il rito abbreviato, ha permesso di condannare Telegrafo e Grimaldi rispettivamente a 30 e 16 anni, e di assolvere Francesco Mastrogiacomo "per non aver commesso il fatto". Altri cinque imputati sono ancora a processo con l'accusa di aver fornito supporto logistico, controllato e segnalato i movimenti della vittima, oltre ad aver procurato e conservato le armi.
Giuseppe Misceo, ritenuto il vero mandante dell'omicidio, era già stato condannato dalla Corte di Assise di Appello di Bari a 30 anni di reclusione.