Cronaca
Operazione Kairos, in manette Cesare Michele Oreste
Salgono a quota 19 gli arresti per mafia tra Bari e la Murgia
Bari - mercoledì 23 agosto 2017
11.31 Comunicato Stampa
Ieri sera i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Cesare Michele Oreste, nato ad Altamura il 03.06.1983.
I fatti contestati si riferiscono al duplice omicidio di Rocco Lagonigro e Vincenzo Ciccimarra, avvenuto in Altamura (BA,) la mattina del 27 marzo 2010 quando nelle vie di quel centro, un gruppo armato a bordo di una autovettura rubata, tese loro un agguato ferendoli entrambi mortalmente. I fatti si verificarono nei pressi dell'abitazione del Lagonigro che era legato al clan Palermiti di Bari ed era attivo nell'attività di spaccio degli stupefacenti in Altamura. La sua eliminazione si inserisce in una serie di altri gravi fatti di sangue orditi ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore da una consorteria criminale emergente – il clan Nuzzi – allo scopo di realizzare la conquista violenta di quel comune.
Nella misura cautelare applicata a Cesare Michele Oreste per omicidio volontario e detenzione e porto dell'arma utilizzata per l'omicidio è stata riconosciuta dal GIP l'aggravante di mafia. Il provvedimento restrittivo è stato adottato a seguito di successivi e mirati accertamenti scaturiti in seno all'indagine - operazione kairos - conclusa nella primavera del 2016 dal Nucleo Investigativo di Bari e svolta attraverso articolate e complesse attività tecniche e dinamiche che avevano già portato – nel gennaio u.s. – all'esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare (16 delle quali in carcere e 2 in regime domiciliare) nei confronti di altrettanti soggetti, tra i quali figurano gli elementi apicali, diversi affiliati e alcuni fiancheggiatori del clan Nuzzi operante nel predetto centro della Città Metropolitana levantina, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio consumato e tentato, estorsione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, nonché di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L'attività investigativa aveva inoltre fatto luce – oltre a quello in narrativa - su numerosi altri gravi fatti di sangue, 1 omicidio e 2 omicidi tentati - orditi dalla consorteria ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore, allo scopo di realizzare la conquista violenta di quel Comune. Tali elementi - che nel gennaio 2017 il GIP non aveva ritenuto sufficienti ad integrare la sussistenza della gravità indiziaria in capo all'Oreste, ritenuto tra gli esecutori materiali del duplice efferato delitto – sono stati corroborati dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e da obiettivi riscontri che hanno consentito di accertare la sua partecipazione al gruppo di fuoco che ha commesso il duplice omicidio di Lagonigro e Ciccimarra.
Oreste, è stato catturato dai Carabinieri nell'aeroporto 'Karol Wojtyla' di Bari, mentre sbarcava al rientro da un periodo di vacanza nella località turistica di Sharm El Sheikh. L'operazione - convenzionalmente denominata "Kairos" – è stata il frutto di un'indagine avviata nel 2014 dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Bari, sviluppata quasi esclusivamente mediante incessanti servizi di osservazione e pedinamento effettuati in territori ostili e per mezzo di costanti attività tecniche d'intercettazione telefonica ed ambientale, che hanno inequivocabilmente:
I fatti contestati si riferiscono al duplice omicidio di Rocco Lagonigro e Vincenzo Ciccimarra, avvenuto in Altamura (BA,) la mattina del 27 marzo 2010 quando nelle vie di quel centro, un gruppo armato a bordo di una autovettura rubata, tese loro un agguato ferendoli entrambi mortalmente. I fatti si verificarono nei pressi dell'abitazione del Lagonigro che era legato al clan Palermiti di Bari ed era attivo nell'attività di spaccio degli stupefacenti in Altamura. La sua eliminazione si inserisce in una serie di altri gravi fatti di sangue orditi ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore da una consorteria criminale emergente – il clan Nuzzi – allo scopo di realizzare la conquista violenta di quel comune.
Nella misura cautelare applicata a Cesare Michele Oreste per omicidio volontario e detenzione e porto dell'arma utilizzata per l'omicidio è stata riconosciuta dal GIP l'aggravante di mafia. Il provvedimento restrittivo è stato adottato a seguito di successivi e mirati accertamenti scaturiti in seno all'indagine - operazione kairos - conclusa nella primavera del 2016 dal Nucleo Investigativo di Bari e svolta attraverso articolate e complesse attività tecniche e dinamiche che avevano già portato – nel gennaio u.s. – all'esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare (16 delle quali in carcere e 2 in regime domiciliare) nei confronti di altrettanti soggetti, tra i quali figurano gli elementi apicali, diversi affiliati e alcuni fiancheggiatori del clan Nuzzi operante nel predetto centro della Città Metropolitana levantina, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio consumato e tentato, estorsione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, nonché di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L'attività investigativa aveva inoltre fatto luce – oltre a quello in narrativa - su numerosi altri gravi fatti di sangue, 1 omicidio e 2 omicidi tentati - orditi dalla consorteria ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore, allo scopo di realizzare la conquista violenta di quel Comune. Tali elementi - che nel gennaio 2017 il GIP non aveva ritenuto sufficienti ad integrare la sussistenza della gravità indiziaria in capo all'Oreste, ritenuto tra gli esecutori materiali del duplice efferato delitto – sono stati corroborati dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e da obiettivi riscontri che hanno consentito di accertare la sua partecipazione al gruppo di fuoco che ha commesso il duplice omicidio di Lagonigro e Ciccimarra.
Oreste, è stato catturato dai Carabinieri nell'aeroporto 'Karol Wojtyla' di Bari, mentre sbarcava al rientro da un periodo di vacanza nella località turistica di Sharm El Sheikh. L'operazione - convenzionalmente denominata "Kairos" – è stata il frutto di un'indagine avviata nel 2014 dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Bari, sviluppata quasi esclusivamente mediante incessanti servizi di osservazione e pedinamento effettuati in territori ostili e per mezzo di costanti attività tecniche d'intercettazione telefonica ed ambientale, che hanno inequivocabilmente:
- documentato una abbondante serie di elementi che dimostrano la nascita ed il perdurante operare dell'organizzazione criminale facente capo a Nuzzi Pietro Antonio, detto "U leng", 34enne di Altamura; il sodalizio si è dimostrato attivo con carattere di stabilità nel territorio di Altamura, con la commissione di una serie indefinita di attività delittuose, tra cui il traffico di stupefacenti, i reati contro il patrimonio (estorsioni e furti), contro la persona (omicidi e tentati omicidi), in materia di armi, ecc.;
- permesso di sequestrare droga (circa 50 chili tra cocaina, hashish e marijuana), ordigni rudimentali da utilizzare per atti intimidatori, numerose armi, anche da guerra e centinaia di munizioni, il tutto nella disponibilità del clan;
- evidenziato la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dei nuclei familiari del citato Nuzzi Pietro Antonio e di Nuzzi Angelantonio, 37enne di Altamura - capi cosca - determinando il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 2 appartamenti, a loro in uso, correnti in Altamura, del valore di mezzo milione di euro.