Enti locali
Ordine dei medici: «Pretendiamo sicurezza, dall'omicidio Labriola non è cambiato nulla»
Dura presa di posizione del consiglio direttivo che chiede la chiusura delle sedi che non garantiscono incolumità a medici e cittadini
Bari - mercoledì 23 maggio 2018
9.49 Comunicato Stampa
Una dura presa di posizione emerge dalla seduta di ieri del Consiglio Direttivo dell'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Bari. La richiesta formale è l'immediata chiusura delle sedi di guardia medica e di continuità assistenziale che risultino non idonee a tutelare la sicurezza di medici e cittadini. Tale necessità emerge dal susseguirsi di aggressioni ai danni degli operatori sanitari e dalle dichiarazioni dei direttori generali delle ASL di Bari e Taranto sulla mancata adozione delle idonee misure di sicurezza nelle sedi di continuità assistenziale.
È dal 2013, dalla tragica uccisione di Paola Labriola, che l'Ordine denuncia le diffuse condizioni di insicurezza in cui i medici sono costretti ad operare. A settembre dello scorso anno i presidenti degli Ordini pugliesi avevano incontrato il presidente Emiliano per discutere di possibili soluzioni alle drammatiche condizioni di sicurezza. Il 10 novembre scorso l'intero mondo sanitario, guidato dagli Ordini e dai sindacati, era sceso in piazza a Bari per protestare contro le inaccettabili condizioni di rischio in cui i medici sono costretti a svolgere il proprio servizio. Su proposta del presidente Anelli si è costituito a livello nazionale l'osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza, la cui costituzione è stata annunciata dal ministro Lorenzin proprio a Bari lo scorso febbraio. Eppure, nulla finora è cambiato nelle sedi in cui operano quotidianamente i medici.
«È inaccettabile che strutture pubbliche da anni non ottemperino gli obblighi di legge per garantire la sicurezza di cittadini e operatori - dichiara Filippo Anelli, Presidente dell'Ordine di Bari - Le Asl si giustificano dicendo di non avere i soldi ed espongono quotidianamente i colleghi al rischio di aggressioni. Ma possiamo mai accampare motivazioni economico-finanziarie quando si parla di sicurezza? Quanto vale la vita di un essere umano?».
A questo proposito, a seguito delle dichiarazione del Dg dell'Asl Bari alla trasmissione "Non è l'Arena", l'Ordine ha inviato una lettera al Direttore Generale della Asl, Vito Monatanaro e ha chiesto al comandante dei Nas di poter accedere al verbale delle ispezioni svolte presso le sedi Asl.
È improrogabile che sia garantita la massima sicurezza ai cittadini ed ai medici con l'immediata chiusura delle sedi non idonee e la riorganizzazione del servizio stesso con modalità che non espongano i colleghi a condizioni di rischio, senza alcun pregiudizio economico e occupazionale per il personale medico.
È dal 2013, dalla tragica uccisione di Paola Labriola, che l'Ordine denuncia le diffuse condizioni di insicurezza in cui i medici sono costretti ad operare. A settembre dello scorso anno i presidenti degli Ordini pugliesi avevano incontrato il presidente Emiliano per discutere di possibili soluzioni alle drammatiche condizioni di sicurezza. Il 10 novembre scorso l'intero mondo sanitario, guidato dagli Ordini e dai sindacati, era sceso in piazza a Bari per protestare contro le inaccettabili condizioni di rischio in cui i medici sono costretti a svolgere il proprio servizio. Su proposta del presidente Anelli si è costituito a livello nazionale l'osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza, la cui costituzione è stata annunciata dal ministro Lorenzin proprio a Bari lo scorso febbraio. Eppure, nulla finora è cambiato nelle sedi in cui operano quotidianamente i medici.
«È inaccettabile che strutture pubbliche da anni non ottemperino gli obblighi di legge per garantire la sicurezza di cittadini e operatori - dichiara Filippo Anelli, Presidente dell'Ordine di Bari - Le Asl si giustificano dicendo di non avere i soldi ed espongono quotidianamente i colleghi al rischio di aggressioni. Ma possiamo mai accampare motivazioni economico-finanziarie quando si parla di sicurezza? Quanto vale la vita di un essere umano?».
A questo proposito, a seguito delle dichiarazione del Dg dell'Asl Bari alla trasmissione "Non è l'Arena", l'Ordine ha inviato una lettera al Direttore Generale della Asl, Vito Monatanaro e ha chiesto al comandante dei Nas di poter accedere al verbale delle ispezioni svolte presso le sedi Asl.
È improrogabile che sia garantita la massima sicurezza ai cittadini ed ai medici con l'immediata chiusura delle sedi non idonee e la riorganizzazione del servizio stesso con modalità che non espongano i colleghi a condizioni di rischio, senza alcun pregiudizio economico e occupazionale per il personale medico.