assemblea ordine degli avvocati bari
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Scuola e Lavoro

Palagiustizia, Sassanelli (Camera Penale Bari): «Tende per mantenere viva attenzione sul problema»

Stamattina all'AncheCinema l'assemblea convocata dall'Ordine degli Avvocati. Di Pinto (Ass. Magistrati): «Vogliamo sede adeguata e dignitosa»

Secondo giorno di proteste per avvocati, magistrati e operatori della giustizia, in agitazione dopo la chiusura per inagibilità del tribunale di via Nazariantz e il trasferimento delle udienze nella tendopoli allestita ai piedi del palazzo.

Dopo la marcia di ieri in toga, stamattina l'Ordine degli Avvocati di Bari ha indetto un'assemblea, a cui hanno partecipato centinaia di legali oltre al Procuratore Giuseppe Volpe, presso l'AncheCinema Royal. Un'occasione per fare il punto di una situazione insostenibile e che rischia di ledere l'immagine e la fiducia dei cittadini nell'istituzione della giustizia.

Dura è la presa di posizione di Gaetano Sassanelli, presidente della Camera Penale di Bari, che ai microfoni dei cronisti dice: «È del tutto evidente che al Ministero non interessa la soluzione del problema, restituendo all'amministrazione della giustizia una condizione che le consenta di funzionare. L'unica premura è quella di togliere le tende, che costituiscono un danno d'immagine. Questo fatto indica il grado di fiducia che possiamo nutrire nei loro confronti in merito a una risoluzione del problema. Sappiamo che, una volta smantellata la tendopoli, il ministero ci abbandonerà come ha fatto per tutti questi anni. Il problema era noto dal giugno 2012 e il ministero è diventato competente in materia di edilizia giudiziaria dal settembre 2015. È impossibile, quindi, pensare che faccia in un mese quello che non ha fatto in quasi tre anni. Non posso ovviamente fidarmi delle loro dichiarazioni d'intenti».

Nell'occhio del ciclone finisce anche la politica, distante da un problema che non è solo di avvocati e magistrati, ma è di tutti i cittadini: «In un'assemblea così partecipata - continua Sassanelli - è strano che non ci sia un solo politico, a livello nazionale e locale. A eccezione di un consigliere comunale (in sala era presente Giuseppe Carrieri, consigliere comunale di centrodestra e anch'egli avvocato di professione, NdR), non c'è neanche un deputato o un senatore, a ulteriore riprova del fatto che l'amministrazione della giustizia alla politica interessa molto poco».

Il problema, adesso, è trovare una sede provvisoria che garantisca sicurezza ed efficienza nello svolgimento dei processi e di tutte le procedure previste dalla macchina della giustizia. La sede di Modugno, indicata dal Ministero, «Va a coprire meno di un quarto dei metri quadri necessari - conclude Sassanelli. È evidente che non si vuole offrire una soluzione, ma semplicemente trovare in Modugno il cavillo per togliere le tende, trasferendo lì le attività che si svolgono nella tendopoli».

Le soluzioni emerse al tavolo di ieri non soddisfano anche le altre componenti, a partire da quella dei magistrati. «Noi chiediamo innanzitutto che ci venga data una sede adeguata e dignitosa ove svolgere il nostro servizio in favore della collettività - fa eco Rosa Calia Di Pinto, che parla per l'Associazione Nazionale Magistrati. Se non funzionano giustizia e sanità non si può andare avanti. È importante che i criminali non vengano liberati solo perché non abbiamo le aule dove celebrare le udienze, così come per lo stesso motivo non devono tra un anno cadere in prescrizione i reati migliaia di reati. Questa situazione di emergenza è paragonabile a un terremoto; per anno abbiamo chiedesto una sede idonea dove lavorare. Il palazzo di via Nazariantz da sede provvisoria è diventato sede definitiva. Da tre anni, per di più, occupiamo questo immobile senza pagare il canone d'affitto e l'Inail con la sua relazione non ha fatto altro che denunciare queste criticità, che sono asintomatiche e quindi con un concreto rischio che il palazzo ci crolli addosso».

«Lo stato di emergenza - continua Di Pinto - è dimostrato dal fatto che siano state montate le tende. Noi chiediamo una normativa che sospenda i termini processuali, di prescrizione e ci dia un posto da lavorare, non potendo andare nella già sovraccarica sede di piazza De Nicola, per la quale tra qualche anno si riproporranno i problemi cui oggi assistiamo in via Nazariantz».

È partita l'indagine di mercato per sondare le offerte verso cui rivolgersi per trovare una sede stabile, in attesa che a Bari venga costruita la cittadella della giustizia, progetto per cui ci vorranno ancora diversi anni (forse addirittura quindici). «L'indagine di mercato pone come scadenza l'11 giugno - chiarisce Di Pinto; entro quella data non so cosa si possa fare per dotare un immobile di tutto il necessario per la celebrazione delle udienze e per la conservazione dei documenti. Tutto questo non si può avere nel giro di un mese, nemmeno con un'indagine di mercato, che di fatto inizia un procedimento di cui però non si conosce la fine. Il termine di utilizzo della sede di Modugno, inoltre, è fissato entro il 12 settembre: cosa ne facciamo di un edificio di cui disporremo solo per il periodo delle ferie, quindi esclusivamente per le improcrastinabili emergenze».
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