Politica
Pioggia e temporali su Bari, allagata la tendopoli del tribunale. Melini: «Il ministro intervenga subito»
Ferma la giustizia nel capoluogo pugliese. La consigliera comunale: «Stato di assoluta emergenza, la politica ne prenda coscienza»
Bari - venerdì 15 giugno 2018
10.02
Non accenna a diminuire il nubifragio che fin dalle prime ore della mattinata di oggi si è abbattuto con violenza su Bari. Strade e sottopassaggi sono allagati, facendo registrare disagi e rallentamenti al traffico veicolare, ma i problemi creati dalla pioggia si estendono anche alla tendopoli allestita nel parcheggio di via Nazariantz per sostituire le aule del palazzo di giustizia ormai da due settimane in stato di sgombero dopo la dichiarazione di inagibilità.
Piove all'interno delle tende e la giustizia, già inevitabilmente rallentata dallo stato emergenziale in cui versa il tribunale di Bari, è completamente paralizzata. Stop alle udienze almeno finché non avrà smesso di piovere e non si sarà ripristinata la funzionalità delle tende di fortuna.
A mostrare la situazione estremamente critica ai piedi del palagiustizia è la consigliera del Gruppo Misto Irma Melini, che con un video sul suo profilo Facebook lancia l'appello: «Il sindaco di Bari, il presidente della Regione, i parlamentari di Movimento 5 Stelle e Lega e tutti i governativi portino questo messaggio a Roma. Lo stato in cui versa la giustizia barese è di assoluta emergenza: noi siamo dalla parte degli operatori di giustizia che chiedono ormai quasi da un mese una risoluzione. Bari ha bisogno di interventi immediati ma siamo ancora all'anno zero, agli avvisi pubblici e alle indagini di mercato».
L'interlocutore è il neo ministro di Grazia e Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede. Dagli uffici della Procura della Repubblica, anch'essi allagati con le operazioni di sgombero in corso, Melini rincara la dose: «Qui piove dentro e la dirigente del personale ha chiamato i Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza lo stabile e ha disposto l'uscita di tutti i dipendenti. Credo che questa pioggia sia in qualche modo provvidenziale: è evidente che ci sia bisogno di una presa di coscienza da parte della politica locale e nazionale di quella che è una calamità giudiziaria e anche naturale. Auspico che il ministro Bonafede riveda le sue posizioni e intervenga subito, perché la giustizia in una grande città come Bari oggi è completamente paralizzata».
Piove all'interno delle tende e la giustizia, già inevitabilmente rallentata dallo stato emergenziale in cui versa il tribunale di Bari, è completamente paralizzata. Stop alle udienze almeno finché non avrà smesso di piovere e non si sarà ripristinata la funzionalità delle tende di fortuna.
A mostrare la situazione estremamente critica ai piedi del palagiustizia è la consigliera del Gruppo Misto Irma Melini, che con un video sul suo profilo Facebook lancia l'appello: «Il sindaco di Bari, il presidente della Regione, i parlamentari di Movimento 5 Stelle e Lega e tutti i governativi portino questo messaggio a Roma. Lo stato in cui versa la giustizia barese è di assoluta emergenza: noi siamo dalla parte degli operatori di giustizia che chiedono ormai quasi da un mese una risoluzione. Bari ha bisogno di interventi immediati ma siamo ancora all'anno zero, agli avvisi pubblici e alle indagini di mercato».
L'interlocutore è il neo ministro di Grazia e Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede. Dagli uffici della Procura della Repubblica, anch'essi allagati con le operazioni di sgombero in corso, Melini rincara la dose: «Qui piove dentro e la dirigente del personale ha chiamato i Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza lo stabile e ha disposto l'uscita di tutti i dipendenti. Credo che questa pioggia sia in qualche modo provvidenziale: è evidente che ci sia bisogno di una presa di coscienza da parte della politica locale e nazionale di quella che è una calamità giudiziaria e anche naturale. Auspico che il ministro Bonafede riveda le sue posizioni e intervenga subito, perché la giustizia in una grande città come Bari oggi è completamente paralizzata».