Politica
Policlinico di Bari, piscina per disabili abbandonata
La denuncia di Luigi Cipriani della lista Riprendiamoci il Futuro sulla scia dell'esposto alla Corte dei Conti fatto da M5S
Bari - martedì 6 febbraio 2018
0.24
Una piscina per disabili nuova e mai utilizzata. Si trova nel Policlinico di Bari presso l'Unità Ospedaliera di Neuro-riabilitazione, al piano seminterrato del padiglione Asclepios. Una struttura all'avanguardia, dotato di tutto il necessario e per cui fu anche formato del personale apposito, ma che ad oggi non è mai entrata un funzione, al punto di essere completamente in stato di abbandono. La denuncia in merito viene dall'ex consigliere comunale Luigi Cipriani, che con la sua lista "Riprendiamoci il Futuro" sta preparando la futura campagna elettorale per le prossime amministrative. Denuncia che nasce sulla scia dell'esposto fatto alla Corte dei Conti da Mario Conca del Movimento 5 stelle, che denuncia diverse situazioni simili su tutto il territorio pugliese.
«Le piscine terapeutiche di proprietà delle ASL pugliesi - scrive Conca - sono da anni sono inutilizzate. Per questo ho presentato un esposto alla Corte dei Conti, per segnalare lo stato di abbandono in cui versano le piscine per la riabilitazione delle persone con disabilità. Nell'esposto si chiede al Procuratore Generale di accertare "l'eventuale sussistenza in capo ai Direttori Generali ed ai Dirigenti dei settori coinvolti di responsabilità connesse alla violazione delle disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse economiche pubbliche e del danno erariale riconducibile al mancato utilizzo e/o allo stato di abbandono di un'opera pubblica"».
«La piscina riabilitativa di Toritto - sottolinea - risulta in via di ristrutturazione, seppure rifinita in ogni sua parte ed in evidente stato di abbandono, quella di Alberobello è inutilizzata dal 2011 e il servizio offerto presso la piscina dell'ex C.T.O. di Bari è sospeso dal gennaio 2013, ufficialmente a causa di carenza di personale. Le piscine terapeutiche appositamente realizzate presso il Policlinico di Bari-Medicina Fisica e Riabilitazione, l'Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, la RSA di Poggiorsini e presso l'Ospedale di Mottola invece non hanno mai visto l'acqua e come se non bastasse, risulterebbe in cantiere la realizzazione di due piscine terapeutiche presso il "San Camillo" di Monopoli. Non è questo uno spreco di denaro pubblico?».
«Presso la U.O. Neuro-riabilitazione dell'Ospedale Policlinico di Bari - denuncia invece Cipriani - fu realizzata una piscina per la riabilitazione di disabili sita al piano seminterrato del Padiglione Asclepios. L'aspetto più sconcertante della vicenda è che tale struttura di pregio pur essendo dotata di attrezzature e personale formato, non è mai entrata in funzione né viene correttamente manutenuta e custodita e la piscina e le attrezzature pertinenti sono degradate e trasformate in discarica abusiva di rifiuti a cielo coperto. Inoltre, per l'attivazione di tale importante struttura riabilitativa è stato necessario formare, con danaro pubblico, alcuni fisioterapisti con specializzazione in riabilitazione dei disabili in acqua. Tali spese per la formazione, vanno a sommarsi alla ulteriore distrazione di pubblico denaro».
«Considerata l'innegabile utilità riabilitativa della piscina in questione - sottolinea l'ex consigliere - ci chiediamo: quali siano gli ostacoli che hanno impedito sino ad oggi ed impediscono ancora l'attivazione della stessa; quali siano stati gli impegni di spesa (per la realizzazione della struttura e per la formazione del personale addetto); quali siano gli impegni di spesa per la corrente manutenzione e quelli futuri per la ristrutturazione di ambienti così fatiscenti. Ci chiediamo, inoltre, se il Direttore Generale dell'Azienda Policlinico abbia mai intrapreso iniziative e/o adottato provvedimenti per risolvere la questione al fine di consentire ai pazienti del Policlinico di curare le proprie disabilità».
«Le piscine terapeutiche di proprietà delle ASL pugliesi - scrive Conca - sono da anni sono inutilizzate. Per questo ho presentato un esposto alla Corte dei Conti, per segnalare lo stato di abbandono in cui versano le piscine per la riabilitazione delle persone con disabilità. Nell'esposto si chiede al Procuratore Generale di accertare "l'eventuale sussistenza in capo ai Direttori Generali ed ai Dirigenti dei settori coinvolti di responsabilità connesse alla violazione delle disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse economiche pubbliche e del danno erariale riconducibile al mancato utilizzo e/o allo stato di abbandono di un'opera pubblica"».
«La piscina riabilitativa di Toritto - sottolinea - risulta in via di ristrutturazione, seppure rifinita in ogni sua parte ed in evidente stato di abbandono, quella di Alberobello è inutilizzata dal 2011 e il servizio offerto presso la piscina dell'ex C.T.O. di Bari è sospeso dal gennaio 2013, ufficialmente a causa di carenza di personale. Le piscine terapeutiche appositamente realizzate presso il Policlinico di Bari-Medicina Fisica e Riabilitazione, l'Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, la RSA di Poggiorsini e presso l'Ospedale di Mottola invece non hanno mai visto l'acqua e come se non bastasse, risulterebbe in cantiere la realizzazione di due piscine terapeutiche presso il "San Camillo" di Monopoli. Non è questo uno spreco di denaro pubblico?».
«Presso la U.O. Neuro-riabilitazione dell'Ospedale Policlinico di Bari - denuncia invece Cipriani - fu realizzata una piscina per la riabilitazione di disabili sita al piano seminterrato del Padiglione Asclepios. L'aspetto più sconcertante della vicenda è che tale struttura di pregio pur essendo dotata di attrezzature e personale formato, non è mai entrata in funzione né viene correttamente manutenuta e custodita e la piscina e le attrezzature pertinenti sono degradate e trasformate in discarica abusiva di rifiuti a cielo coperto. Inoltre, per l'attivazione di tale importante struttura riabilitativa è stato necessario formare, con danaro pubblico, alcuni fisioterapisti con specializzazione in riabilitazione dei disabili in acqua. Tali spese per la formazione, vanno a sommarsi alla ulteriore distrazione di pubblico denaro».
«Considerata l'innegabile utilità riabilitativa della piscina in questione - sottolinea l'ex consigliere - ci chiediamo: quali siano gli ostacoli che hanno impedito sino ad oggi ed impediscono ancora l'attivazione della stessa; quali siano stati gli impegni di spesa (per la realizzazione della struttura e per la formazione del personale addetto); quali siano gli impegni di spesa per la corrente manutenzione e quelli futuri per la ristrutturazione di ambienti così fatiscenti. Ci chiediamo, inoltre, se il Direttore Generale dell'Azienda Policlinico abbia mai intrapreso iniziative e/o adottato provvedimenti per risolvere la questione al fine di consentire ai pazienti del Policlinico di curare le proprie disabilità».