Eventi e cultura
Politecnico di Bari, un seminario sulla Mobilità Lenta e le possibilità del settore
Presentata una analisi in termini di progettazione delle infrastrutture critiche e della valorizzazione del patrimonio esistente
Bari - venerdì 10 novembre 2017
10.59
Ieri, presso l'aula magna "Attilio Alto", il Politecnico di Bari insieme all'Ordine degli Ingegneri e degli Architetti della Provincia di Bari, Italcementi e Calcestruzzi, ha organizzato un convegno di studi dal titolo "Nuove opportunità di sviluppo infrastrutturale, ambientale ed economico: materiali per la mobilità lenta e per la gestione delle acque meteoriche". Partendo dal quadro generale del sistema di trasporti in Italia, sono stati analizzati e ripensati diversi aspetti, dall'ingegneria civile all'architettura, considerando gli aspetti più tecnici riguardo la progettazione e la tipologia dei materiali utilizzati per la realizzazione delle opere dedicate alla mobilità lenta.
Presenti in platea architetti, ingegneri e studenti. Qualche istante prima dei saluti istituzionali della Prof.ssa Loredana Ficarelli, prorettore del Politecnico di Bari, abbiamo incontrato l'ing. Enrico Corio e l'ing. Evaristo Rota, responsabile prodotti speciali e direttore operativo dell'area centro sud Calcestruzzi che dichiarano: «La presenza di Italcementi e Calcestruzzi - leader da oltre 150 nel settore dei materiali per le costruzioni - vuole dare il suo contributo su come cogliere le opportunità del mercato riguardo la mobilità lenta e la fruibilità attiva, presentando il prodotto i.dro DRAIN che ingloba in una unica soluzione, sicurezza, qualità e durabilità. Caratteristiche che consentono a regime, una raccolta delle acque meteoriche e quindi una ricarica della falda acquifera e cioè di tutto quello che riguarda la sostenibilità ambientale non solo per la progettazione delle piste ciclabili ma anche per opere complementari come parcheggi ed aree pedonali».
L'iniziativa è stata arricchita da uno spazio espositivo-dimostrativo in atrio. Una simulazione su come si gestisce il materiale, quando arriva in cantiere: impastato, lavorato, steso e preparato. Pronto per essere fruito negli anni successivi. È stata presentata una analisi in termini di progettazione delle infrastrutture critiche e della valorizzazione del patrimonio esistente e anche dall'impatto sul territorio in termini architettonici, di rapporti del cittadino con la città. Il professore Michele Ottomanelli, docente di Tecnica ed Economia dei Trasporti al Politecnico, ci racconta che: «Attraverso alcuni studi condotti, la velocità della bicicletta rispetto a quella del trasporto pubblico o privato è concorrenziale. Per spostamenti entro i 6 Km è molto più veloce la bicicletta. Gli studi però dimostrano che con l'aumentare delle piste ciclabili si sta osservando una stazionarietà della bicicletta forse perché ci sono delle scelte progettuali sbagliate o dei collegamenti sbagliati. Bisogna capire l'utente cosa vuole».
La professoressa Ficarelli sostiene che: «Parlare dei sistemi infrastrutturali, significa parlare di territorio. Ci sono due punti di vista da attuare. Il primo è tecnico e si riferisce a come si realizza il sistema, il secondo è la motivazione che ci spinge a declinare il sistema infrastrutturale in maniera diversa. L'infrastruttura è una lettura particolare del nostro territorio e dei nostri paesaggi».
Presenti in platea architetti, ingegneri e studenti. Qualche istante prima dei saluti istituzionali della Prof.ssa Loredana Ficarelli, prorettore del Politecnico di Bari, abbiamo incontrato l'ing. Enrico Corio e l'ing. Evaristo Rota, responsabile prodotti speciali e direttore operativo dell'area centro sud Calcestruzzi che dichiarano: «La presenza di Italcementi e Calcestruzzi - leader da oltre 150 nel settore dei materiali per le costruzioni - vuole dare il suo contributo su come cogliere le opportunità del mercato riguardo la mobilità lenta e la fruibilità attiva, presentando il prodotto i.dro DRAIN che ingloba in una unica soluzione, sicurezza, qualità e durabilità. Caratteristiche che consentono a regime, una raccolta delle acque meteoriche e quindi una ricarica della falda acquifera e cioè di tutto quello che riguarda la sostenibilità ambientale non solo per la progettazione delle piste ciclabili ma anche per opere complementari come parcheggi ed aree pedonali».
L'iniziativa è stata arricchita da uno spazio espositivo-dimostrativo in atrio. Una simulazione su come si gestisce il materiale, quando arriva in cantiere: impastato, lavorato, steso e preparato. Pronto per essere fruito negli anni successivi. È stata presentata una analisi in termini di progettazione delle infrastrutture critiche e della valorizzazione del patrimonio esistente e anche dall'impatto sul territorio in termini architettonici, di rapporti del cittadino con la città. Il professore Michele Ottomanelli, docente di Tecnica ed Economia dei Trasporti al Politecnico, ci racconta che: «Attraverso alcuni studi condotti, la velocità della bicicletta rispetto a quella del trasporto pubblico o privato è concorrenziale. Per spostamenti entro i 6 Km è molto più veloce la bicicletta. Gli studi però dimostrano che con l'aumentare delle piste ciclabili si sta osservando una stazionarietà della bicicletta forse perché ci sono delle scelte progettuali sbagliate o dei collegamenti sbagliati. Bisogna capire l'utente cosa vuole».
La professoressa Ficarelli sostiene che: «Parlare dei sistemi infrastrutturali, significa parlare di territorio. Ci sono due punti di vista da attuare. Il primo è tecnico e si riferisce a come si realizza il sistema, il secondo è la motivazione che ci spinge a declinare il sistema infrastrutturale in maniera diversa. L'infrastruttura è una lettura particolare del nostro territorio e dei nostri paesaggi».