Attualità
Popolare di Bari, Emiliano: «Banca salvata anche grazie all'insistenza della Regione»
Il presidente commenta l'arresto di Jacobini e del figlio: «Da tempo non erano nella dirigenza. Ora si faccia giustizia»
Bari - domenica 2 febbraio 2020
Continua a tenere banco in città la crisi della Banca popolare di Bari. Nelle ultime ore sono arrivati gli arresti dell'ex presidente dell'istituto di credito Marco Jacobini e del figlio Gianluca a scuotere ancor di più una situazione di incertezza fra azionisti e risparmiatori.
Sulla questione è intervenuto anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che commenta: «Non conosco l'indagine giudiziaria, ma la Regione Puglia seguirà la situazione e cercherà in tutti i modi di tutelare chi ha subito dei danni. La banca è stata salvata grazie al governo e grazie alle richieste avanzate dalla Regione Puglia ai vari governi negli ultimi due anni. Queste persone che sono state arrestate non sono più nella banca da diverso tempo. Ora è tempo di fare giustizia e di rimettere in piedi una banca. Se tornerà a funzionare, almeno una parte del danno subito dagli azionisti potrà essere recuperata. Ci vorrà del tempo ma questa è la strada per tutelare i risparmiatori che si sono forse fatti imbrogliare da condizioni contrattuali che la Procura ha ritenuto non chiare, tanto da ipotizzare un reato».
Sulla questione è intervenuto anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che commenta: «Non conosco l'indagine giudiziaria, ma la Regione Puglia seguirà la situazione e cercherà in tutti i modi di tutelare chi ha subito dei danni. La banca è stata salvata grazie al governo e grazie alle richieste avanzate dalla Regione Puglia ai vari governi negli ultimi due anni. Queste persone che sono state arrestate non sono più nella banca da diverso tempo. Ora è tempo di fare giustizia e di rimettere in piedi una banca. Se tornerà a funzionare, almeno una parte del danno subito dagli azionisti potrà essere recuperata. Ci vorrà del tempo ma questa è la strada per tutelare i risparmiatori che si sono forse fatti imbrogliare da condizioni contrattuali che la Procura ha ritenuto non chiare, tanto da ipotizzare un reato».