Banca Popolare di Bari
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Popolare di Bari, il comitato: «Gli azionisti devono poter accedere al Fondo Indennizzi Risparmiatori»

In una lettera all'istituto di credito, al Governo e alle autorità di vigilanza le richieste ritenute necessarie per ridare fuducia ai soci

Il Comitato Azionisti Banca Popolare scrive una lunga lettera per chiarire all'istituto di credito, al Governo e alle autorità di vigilanza la propria posizione e le proprie richieste. Il tutto alla luce di notizie secondo cui la banca avrebbe deciso di procedere unilateralmente alla definizione di un piano industriale (di cui ancora oggi non sono chiari i contenuti), senza coinvolgere minimamente i suoi azionisti.

«Nella prospettiva della prossima assemblea dei soci - si legge nella nota - intendiamo ribadire con forza i punti essenziali che riteniamo essere il minimo necessario, per ridare fiducia ai soci, aumentare la redditività della Banca e quindi la liquidabilità delle sue azioni a prezzi più elevati e crescenti. L'esito delle ispezioni Consob, culminate nelle tre recenti Delibere che hanno sanzionato la banca per varie violazioni delle regole in materia di collocamento e negoziazione delle azioni, ed anche le Decisioni favorevoli dell'Arbitro per le Controversie Finanziarie, ottenute dai legali dal Comitato, che hanno condannatola banca a risarcire 15 azionisti per vari inadempimenti riscontrati nella vendita delle azioni, fanno capire che la stragrande maggioranza degli azionisti della BPB non sono avidi speculatori, ma semplici risparmiatori che confidavano in un investimento sicuro ed invece sono stati vittime, proprio come accaduto in altre banche».

«Per tali ragioni - proseguono - chiediamo al Governo di trattare in modo identico situazioni uguali: 1) gli azionisti della BPB devono poter accedere anche loro al Fondo Indennizzi Risparmiatori che è stato apprezzabilmente creato con l'ultima Finanziaria. 2) Come in Carige e MPS chiediamo che sia lo Stato a garantire l'emissione di obbligazioni subordinate, che servano eventualmente a ricostituire il capitale sociale necessario. La ricapitalizzazione precauzionale è già coperta dal Fondo da 20 miliardi creato nel 2016, usato solo in parte fino ad oggi per MPS e già messo a disposizione per Carige, laddove non ci siano investitori privati. 3) Cambiare il DL n.3/2015 e prevedere che in caso di trasformazione in S.p.A. e di recesso del socio, quest'ultimo deve avere diritto a ottenere dalla banca il rimborso del valore della quota, almeno nominale secondo ultimo bilancio noto (e quindi nel caso di BPB cinque euro). 4) Introdurre per legge (basterebbe un piccolo emendamento) la possibilità di usare la class action anche nei casi di risparmio tradito».

«Alla banca chiediamo - sottolineano - 1) I proprietari delle azioni oggi in circolazione devono poter scegliere di convertire le loro azioni in altro titolo con un rendimento minimo certo e che per questo sia reso più liquido. 2) E' necessario che il contratto di mutuo da noi suggerito e oggi introdotto tra i prodotti della banca (il c.d. mutuo break che consente al cliente la facoltà di sospendere unilateralmente i pagamenti per tre periodi, non superiori ad un anno ciascuno), avendo riscontrato il pieno gradimento di tanti risparmiatori, venga allargato ed applicato anche al mondo delle imprese ed applicato a tutte le forme di erogazione del credito. 3) Non svendere crediti deteriorati (NPL) e crediti incagliati (UTP) che sono attivi della banca, ma creare lo strumento societario che permetta il recupero all'interno del patrimonio della banca (non vogliamo un nuovo caso Banco di Napoli). 4) Stipulare una "convenzione soci" che attribuisca agli stessi una serie di diritti e servizi aventi valore economico, e che venga applicata a tutti, sia informando i propri funzionari della sua esistenza, sia informando la clientela dei vantaggi in essa contenuti. Fra i servizi contenuti a favore dei soci che hanno acquistatole azioni sino al 31.12.15, a titolo esemplificativo, vi dovrà essere una polizza quinquennale, il cui premio dovrà esser pagato dalla banca, e che alla scadenza, garantirà al beneficiario una somma pari al valore nominale dell'investimento azionario (sull'esempio di quanto fece banca Mediolanum in favore degli acquirenti di obbligazioni Lehman Brothers).. 5) Quando la banca perde dinanzi all'Arbitro per le Controversie Finanziarie, deve pagare i suoi azionisti nei 30 giorni di legge, cessando l'attuale condotta di rimanere inadempiente e prender tempo, costringendo così l'azionista a chiedere al Tribunale di confermare la decisione chiarissima dell'ACF. 6) Creare un collegamento stabile fra l'ufficio reclami della banca ed il Comitato, anche con la creazione di un tavolo di conciliazione paritetico, nel quale esaminare per davvero i reclami, e che permetta di giungere a soluzioni e/o conciliazioni per i casi che rientrano nei Regolamenti Consob (sull'esempio della commissione paritetica di conciliazione, costituita da Banca Intesa per i titoli Parmalat). 7) Appare indispensabile che le operazioni ed iniziative che si vorranno prendere, vengano da parte del management della banca previamente condivise con la platea degli azionisti, in modo che questi si rendano conto della loro natura, anche per fugare dubbi e voci incontrollate ed essere davvero partecipi della proprietà di cui essi sono titolari».

«Confidiamo altresì che le Autorità di Vigilanza siano vicine ai risparmiatori in questa vicenda» concludono.
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