
Territorio
Porta a porta a Bari, +78% anche a San Cataldo, San Girolamo e Villaggio Trieste
Positivo il bilancio delle prime tre settimane. Petruzzelli: «Sanzioni più aspre per chi porta i rifiuti da altri Comuni»
Bari - lunedì 8 gennaio 2018
16.28
L'impatto della raccolta differenziata porta a porta continua a essere più che positivo nei quartieri a nord di Bari, che stanno guidando con successo la fase di sperimentazione. La rivoluzione nel conferimento dei rifiuti, con la conseguente sparizione dei bidoni dalle strade, continua a fare breccia nel cuore ecologico dei baresi.
Conferme arrivano dai dati sulle prime tre settimane del servizio porta a porta nei quartieri di San Cataldo, Fesca-San Girolamo e Villaggio Trieste, dove si sono registrati picchi del 78,13%, con un sensibile aumento della raccolta di plastica e metalli, che corrisponde al 12,5% del totale, con 38.000 chilogrammi di rifiuti raccolti.
Numeri, per altro, in perfetta sintonia con quelli registrati a partire dall'estate scorsa negli altri quartieri pilota (Santo Spirito, Palese, Catino, San Pio e aree limitrofe). Un impegno dei cittadini per tenere pulito il loro quartiere che si estende a macchia d'olio nelle zone interessate dal nuovo servizio, arrivando a far registrare la cifra record di 6,20 chilogrammi di raccolta differenziata per ogni nucleo familiare residente nei quartieri oggetto della rilevazione in queste prime tre settimane.
Dando uno sguardo più generale, nella zona di "start up" del nuovo servizio, che interessa circa 50.000 persone e ben 17.000 nuclei familiari, al 5 gennaio 2018 i numeri della raccolta differenziata parlano dell'80,54% totale, che combacia con un aumento sensibile della produzione di rifiuti differenziati in tutto il territorio governato dal Comune di Bari.
Nel 2017 appena concluso, anche grazie al nuovo servizio di porta a porta avviato negli ultimi mesi dell'anno scorso, sono stati prodotti 6 milioni di chilogrammi di rifiuti differenziati in più, per un totale assoluto di 72 milioni di chilogrammi, cifra inedita per il nostro territorio.
«Questi dati sono un bell'incoraggiamento per cominciare il nuovo anno - commenta con soddisfazione l'assessore all'Ambiente Pietro Petruzzelli - e ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta. Nei quartieri dove è partito il nuovo servizio l'impegno dei cittadini è il successo più importante per la nostra città che per anni ha tentennato sull'avvio di questo percorso. Presto i benefici del nuovo servizio appariranno evidenti anche per il resto della città».
Avviata con successo la raccolta differenziata porta a porta, ormai capace di camminare sulle proprie gambe, la battaglia ecologica del Comune di Bari, ora, si trasferisce su un altro campo. La sfida è impedire l'antipatica prassi dei cittadini provenienti da comuni limitrofi di conferire i propri rifiuti nei cassonetti di Bari, in modo da aggirare le diverse regole sulla raccolta differenziata promulgate dal proprio comune di appartenenza. Anche in questo caso, però, si annuncia vita breve per gli "sporcaccioni" forestieri: «L'unica nota stonata - prosegue Petruzzelli - è quella di non riuscire a monitorare il fenomeno della migrazione dei rifiuti come vorremmo e, nonostante i passi in avanti fatti sulla differenziazione dei rifiuti, la frazione dell'indifferenziato diminuisce solo di tre milioni di chilogrammi, segnale evidente che la città di Bari ad oggi è costretta a smaltire anche tanti rifiuti che arrivano dai Comuni limitrofi. Per questa ragione in queste settimane stiamo studiando un più efficace posizionamento delle fototrappole e un inasprimento delle sanzioni, anche in funzione della residenza di chi commette l'illecito. Stiamo valutando di far pagare di più ai residenti di altri Comuni che portano i rifiuti a Bari, perché questi comportamenti determinano costi di smaltimento più alti a carico dei cittadini baresi».
Conferme arrivano dai dati sulle prime tre settimane del servizio porta a porta nei quartieri di San Cataldo, Fesca-San Girolamo e Villaggio Trieste, dove si sono registrati picchi del 78,13%, con un sensibile aumento della raccolta di plastica e metalli, che corrisponde al 12,5% del totale, con 38.000 chilogrammi di rifiuti raccolti.
Numeri, per altro, in perfetta sintonia con quelli registrati a partire dall'estate scorsa negli altri quartieri pilota (Santo Spirito, Palese, Catino, San Pio e aree limitrofe). Un impegno dei cittadini per tenere pulito il loro quartiere che si estende a macchia d'olio nelle zone interessate dal nuovo servizio, arrivando a far registrare la cifra record di 6,20 chilogrammi di raccolta differenziata per ogni nucleo familiare residente nei quartieri oggetto della rilevazione in queste prime tre settimane.
Dando uno sguardo più generale, nella zona di "start up" del nuovo servizio, che interessa circa 50.000 persone e ben 17.000 nuclei familiari, al 5 gennaio 2018 i numeri della raccolta differenziata parlano dell'80,54% totale, che combacia con un aumento sensibile della produzione di rifiuti differenziati in tutto il territorio governato dal Comune di Bari.
Nel 2017 appena concluso, anche grazie al nuovo servizio di porta a porta avviato negli ultimi mesi dell'anno scorso, sono stati prodotti 6 milioni di chilogrammi di rifiuti differenziati in più, per un totale assoluto di 72 milioni di chilogrammi, cifra inedita per il nostro territorio.
«Questi dati sono un bell'incoraggiamento per cominciare il nuovo anno - commenta con soddisfazione l'assessore all'Ambiente Pietro Petruzzelli - e ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta. Nei quartieri dove è partito il nuovo servizio l'impegno dei cittadini è il successo più importante per la nostra città che per anni ha tentennato sull'avvio di questo percorso. Presto i benefici del nuovo servizio appariranno evidenti anche per il resto della città».
Avviata con successo la raccolta differenziata porta a porta, ormai capace di camminare sulle proprie gambe, la battaglia ecologica del Comune di Bari, ora, si trasferisce su un altro campo. La sfida è impedire l'antipatica prassi dei cittadini provenienti da comuni limitrofi di conferire i propri rifiuti nei cassonetti di Bari, in modo da aggirare le diverse regole sulla raccolta differenziata promulgate dal proprio comune di appartenenza. Anche in questo caso, però, si annuncia vita breve per gli "sporcaccioni" forestieri: «L'unica nota stonata - prosegue Petruzzelli - è quella di non riuscire a monitorare il fenomeno della migrazione dei rifiuti come vorremmo e, nonostante i passi in avanti fatti sulla differenziazione dei rifiuti, la frazione dell'indifferenziato diminuisce solo di tre milioni di chilogrammi, segnale evidente che la città di Bari ad oggi è costretta a smaltire anche tanti rifiuti che arrivano dai Comuni limitrofi. Per questa ragione in queste settimane stiamo studiando un più efficace posizionamento delle fototrappole e un inasprimento delle sanzioni, anche in funzione della residenza di chi commette l'illecito. Stiamo valutando di far pagare di più ai residenti di altri Comuni che portano i rifiuti a Bari, perché questi comportamenti determinano costi di smaltimento più alti a carico dei cittadini baresi».