Associazioni
Pranzo degli abbracci, alle Piscine Comunali il capodanno solidale di InConTra
A servire gli ospiti anche il sindaco Decaro: «Obiettivo per il 2019? Continuare a fare comunità». Il vice presidente: «Servono volontari»
Bari - martedì 1 gennaio 2019
16.08
Si rinnova il tradizionale appuntamento con il capodanno dell'associazione di volontariato barese InConTra. Anche quest'anno alle Piscine Comunali di Bari i volontari hanno organizzato il consueto "Pranzo degli abbracci", il momento conviviale con gli assistiti di InConTra, che quotidianamente offre sostegno e aiuto a senza fissa dimora e persone indigenti della nostra città.
L'appuntamento, come sempre, è doppio: ieri sera il cenone solidale, oggi il pranzo di capodanno in allegria. Un evento che ormai è pietra miliare del welfare barese, sostenuto dal Comune di Bari che ha messo a disposizione gli spazi dello stadio del nuoto e che insieme alla banca tesoreria Unicredit ha donato capi di vestiario. Fra i partner anche Amtab che ha garantito il servizio di trasporto gratuito sia ieri che oggi ai commensali, e Ladisa Ristorazione che ha fornito gli alimenti.
Un menù succulento che ha previsto come antipasti focacce, arancini e mozzarelle, un piatto di ravioli in brodo come prima portata e del pollo con insalata per secondo. Frutta e dolci natalizi a chiudere. A servire ai tavoli e a misurarsi anche nelle improbabili vesti di cantante il sindaco Antonio Decaro, che già a fine 2018 aveva ricordato come le prenotazioni per il pranzo solidale fossero dimezzate; un feedback positivo per il lavoro svolto dalla rete welfare cittadina. «Il dato sulla diminuzione delle prenotazioni per il pranzo e la cena di solidarietà è legato anche al fatto che abbiamo aperto le case di comunità e cancellato le tendopoli; tante di queste persone per fortuna cominciano a fare un percorso in autonomia - dice Decaro. Non abbiamo dimezzato la povertà, ma solo il numero di persone che si rivolgono alla mensa. Vuol dire che hanno iniziato un percorso di comunità e mi auguro che possano farlo anche le persone che sono qui a questi tavoli».
Anche per Michele Tatarianni, vice presidente di InConTra, la diminuzione dei partecipanti al pranzo solidale può essere «Un buon segnale. Molte persone, anche se non hanno un'abitazione e non sanno dove andare hanno fatto famiglia fra loro e forse preferiscono condividere il capodanno in maniera più intima. D'altra parte, però, la nostra paura è che con il passaggio da 40 a 24 posti letto al dormitorio della Cartias e la chiusura del dormitorio della Croce Rossa molte persone siano andate a cercare altrove un posto d'accoglienza».
Interpretazioni di dati e numeri a parte, per InConTra resta la gioia del dono, che si esprime non solo con l'appuntamento solidale di fine e inizio anno, ma soprattutto con l'impegno quotidiano in favore dei più fragili nel presidio di piazza Balenzano, a Madonnella. «I nostri amici ci sono molto affezionati, con noi fanno famiglia - continua Tataranni. Per noi non sono assistiti e senzatetto, ma veri e propri familiari. Per loro e per noi è un appuntamento fisso con questa festa; sono in tanti che pur avendo una casa e delle famiglie hanno piacere a passare con noi le feste».
Un anno appena iniziato, ma già pieno di obiettivi solidali per l'associazione InConTra: «Anche nel 2019 ci aspetta un grande lavoro», commenta Tataranni. Se, infatti, diminuiscono le persone che fanno richiesta di partecipare al pranzo solidale, «Abbiamo registrato un aumento delle famiglie che vivono situazioni di disagio - spiega il vice presidente di Incontra. Siamo arrivati oltre la soglia delle 600 famiglie, quindi oltre 2000 persone e oltre 1000 bambini, da assistere a scuola e per tutti i vari problemi che possono insorgere». Di qui l'appello di InConTra lanciato dal vice presidente: «Seguire 600 famiglie comporta un grande lavoro. Per questo abbiamo bisogno di tanti volontari», conclude Tataranni.
Obiettivi chiari anche per il welfare comunale in questo 2019 appena agli inizi. La ricetta del sindaco Antonio Decaro non cambia: «Bisogna cercare di tenere insieme la comunità. Ricordo spesso l'importanza della rete fra scuole, associazioni, parrocchie. Lo stare insieme fa star tutti un po' più tranquilli perché ci permette di tenerci per mano e dare una mano a chi ne ha più bisogno». In questa direzione si colloca il progetto delle dodici Reti civiche urbane: «Lo scopo - conclude il primo cittadino - è animare dal basso i quartieri dal punto di vista sociale e culturale. Non è l'amministrazione che porta un evento, ma sono i cittadini a farlo con la consapevolezza di voler tornare protagonisti della vita di città».
L'appuntamento, come sempre, è doppio: ieri sera il cenone solidale, oggi il pranzo di capodanno in allegria. Un evento che ormai è pietra miliare del welfare barese, sostenuto dal Comune di Bari che ha messo a disposizione gli spazi dello stadio del nuoto e che insieme alla banca tesoreria Unicredit ha donato capi di vestiario. Fra i partner anche Amtab che ha garantito il servizio di trasporto gratuito sia ieri che oggi ai commensali, e Ladisa Ristorazione che ha fornito gli alimenti.
Un menù succulento che ha previsto come antipasti focacce, arancini e mozzarelle, un piatto di ravioli in brodo come prima portata e del pollo con insalata per secondo. Frutta e dolci natalizi a chiudere. A servire ai tavoli e a misurarsi anche nelle improbabili vesti di cantante il sindaco Antonio Decaro, che già a fine 2018 aveva ricordato come le prenotazioni per il pranzo solidale fossero dimezzate; un feedback positivo per il lavoro svolto dalla rete welfare cittadina. «Il dato sulla diminuzione delle prenotazioni per il pranzo e la cena di solidarietà è legato anche al fatto che abbiamo aperto le case di comunità e cancellato le tendopoli; tante di queste persone per fortuna cominciano a fare un percorso in autonomia - dice Decaro. Non abbiamo dimezzato la povertà, ma solo il numero di persone che si rivolgono alla mensa. Vuol dire che hanno iniziato un percorso di comunità e mi auguro che possano farlo anche le persone che sono qui a questi tavoli».
Anche per Michele Tatarianni, vice presidente di InConTra, la diminuzione dei partecipanti al pranzo solidale può essere «Un buon segnale. Molte persone, anche se non hanno un'abitazione e non sanno dove andare hanno fatto famiglia fra loro e forse preferiscono condividere il capodanno in maniera più intima. D'altra parte, però, la nostra paura è che con il passaggio da 40 a 24 posti letto al dormitorio della Cartias e la chiusura del dormitorio della Croce Rossa molte persone siano andate a cercare altrove un posto d'accoglienza».
Interpretazioni di dati e numeri a parte, per InConTra resta la gioia del dono, che si esprime non solo con l'appuntamento solidale di fine e inizio anno, ma soprattutto con l'impegno quotidiano in favore dei più fragili nel presidio di piazza Balenzano, a Madonnella. «I nostri amici ci sono molto affezionati, con noi fanno famiglia - continua Tataranni. Per noi non sono assistiti e senzatetto, ma veri e propri familiari. Per loro e per noi è un appuntamento fisso con questa festa; sono in tanti che pur avendo una casa e delle famiglie hanno piacere a passare con noi le feste».
Un anno appena iniziato, ma già pieno di obiettivi solidali per l'associazione InConTra: «Anche nel 2019 ci aspetta un grande lavoro», commenta Tataranni. Se, infatti, diminuiscono le persone che fanno richiesta di partecipare al pranzo solidale, «Abbiamo registrato un aumento delle famiglie che vivono situazioni di disagio - spiega il vice presidente di Incontra. Siamo arrivati oltre la soglia delle 600 famiglie, quindi oltre 2000 persone e oltre 1000 bambini, da assistere a scuola e per tutti i vari problemi che possono insorgere». Di qui l'appello di InConTra lanciato dal vice presidente: «Seguire 600 famiglie comporta un grande lavoro. Per questo abbiamo bisogno di tanti volontari», conclude Tataranni.
Obiettivi chiari anche per il welfare comunale in questo 2019 appena agli inizi. La ricetta del sindaco Antonio Decaro non cambia: «Bisogna cercare di tenere insieme la comunità. Ricordo spesso l'importanza della rete fra scuole, associazioni, parrocchie. Lo stare insieme fa star tutti un po' più tranquilli perché ci permette di tenerci per mano e dare una mano a chi ne ha più bisogno». In questa direzione si colloca il progetto delle dodici Reti civiche urbane: «Lo scopo - conclude il primo cittadino - è animare dal basso i quartieri dal punto di vista sociale e culturale. Non è l'amministrazione che porta un evento, ma sono i cittadini a farlo con la consapevolezza di voler tornare protagonisti della vita di città».