Enti locali
Presentato in consiglio comunale il rendiconto di gestione 2017. 8 milioni recuperati agli evasori
Lo scorso anno il Comune ha riscosso 3 milioni in più dai contribuenti insolventi rispetto al 2016. Carrieri attacca: «Troppi soldi, troppe spese»
Bari - venerdì 15 giugno 2018
10.49
È stato presentato ieri mattina in consiglio comunale il rendiconto di gestione 2017 sul bilancio del Comune di Bari. A illustrare i dettagli in aula è stato l'assessore al Bilancio Alessandro D'Adamo, che nella sua relazione ha voluto sottolineare l positivo cambio di passo fatto registrare dall'ente comunale all'indomani dell'avvio dell'armonizzazione contabile.
I numeri presentati in consiglio con i crismi dell'ufficialità erano già stati annunciati in un'assemblea pubblica lo scorso 31 marzo dall'assessore, a conferma di alcuni trend positivi fatti registrare negli ultimi anni. Spiccano l'aumento del saldo finale nelle casse comunali e il miglioramento del risultato di amministrazione complessivo, dati avvalorati dal bilancio in positivo tra residui attivi e passivi.
La consistenza finale dei residui attivi (ovvero i crediti che il Comune detiene nei confronti dei contribuenti) al 31/12/2017 non subisce incrementi rispetto al 2016 ma segna addirittura una riduzione di circa 3 milioni di euro (si passa dai 411 milioni del 2016 ai 408 milioni del 2017). Segno meno per i residui passivi (debiti del Comune nei confronti dei cittadini contribuenti), che si riducono di oltre 13 milioni di euro rispetto al 2016 (si passa dai 157 milioni del 2016 ai 143 milioni del 2017), «In coerenza con l'indicatore annuale dei pagamenti che posiziona il Comune di Bari tra quelli più virtuosi nella completa definizione delle transazioni commerciali», come spiegano da Palazzo di Città.
Il dato più positivo di tutti, però, emerge dai risultati della lotta all'evasione fiscale nel 2017. Dai contribuenti "furbetti" sono stati recuperati lo scorso anno circa 8 milioni di Euro, dei quali circa 6 milioni a titolo di imposta e 2 milioni a titolo di sanzioni e interessi, parte dei quali già incassati nel corso dello stesso esercizio in misura pari al 12%.
D'Adamo ha, inoltre, posto l'accento sulle spese in conto capitale, ovvero quelle finalizzate alla manutenzione e realizzazione di infrastrutture pubbliche cittadine. Dato che fa registrare un incremento di oltre il 52% rispetto al 2016. Si f apprezzare anche l'impatto nei confronti dell'economia insediata barese, in virtù della cospicua immissione di flussi finanziari sul territorio senza che sia stato necessario ricorrere all'indebitamento. Restano fuori da questo trend virtuoso solo tre finanziamenti, per un totale di circa 3 milioni di euro, ottenuti a tasso zero dal Credito Sportivo per la realizzazione di interventi nel settore dello sport cittadino. La programmazione per il 2018 prevede, infine, che venga mantenuto lo stesso trend per l'anno in corso.
Fredda è però la reazione dell'opposizione in consiglio comunale. A farsi portavoce delle rimostranze verso l'amministrazione Decaro è il consigliere di centrodestra Giuseppe Carrieri, che dice: «In aula si è discusso del rendiconto di gestione 2017, uno degli atti annuali più importanti con il quale il Sindaco Antonio Decaro e la sua giunta danno conto alla Città di come hanno impiegato i 332 milioni di euro che ogni anno si spendono a Bari per far "funzionare" la città. Una cifra enorme, che si somma agli oltre 900 milioni già spesi dal 2014 ad oggi e che complessivamente raggiunge il miliardo e#duecentomilioni che ci si chiede dove siano stati utilmente impiegati».
«Le strade della Città infatti sono a pezzi - attacca Carrieri. La sicurezza urbana molto carente. La pulizia e l'igiene molto insoddisfacenti. Il trasporto urbano a dir poco deficitario. La Città complessivamente appare in grave stato di dissesto manutentivo (marciapiedi, giardini, fontane, etc), malgrado le alte spese e soprattutto gli elevati livelli della tassazione comunale. Bari infatti è ai vertici delle classifiche nazionali per imposte sulla casa (1,06%), imposte sui redditi (0,8% addizionale irpef), imposte sui rifiuti (tari media circa 480 euro). Insomma, molte tasse per avere una spesa inefficace, piena di tanti sprechi. È il caso dei 220 mila euro per acquisto carta; i 716 mila euro di euro per convegni, i 732 mila di euro per telefonia fissa; il milione e cinquecentomila per consumi idrici; il milione e seicentomila euro per lavanderia. Costi assurdi e inaccettabili che gridano vendetta, che un Sindaco incapace da anni non riesce a contenere e razionalizzare essendo affaccendato in altre questioni (ed infatti è stato assente sia oggi in aula che in giunta allorquando è stato approvato il rendiconto). In conclusione, un rendiconto 2017 da bocciare su tutta la linea, poiché a fronte di una montagna di soldi spesi e di tasse incamerate, i servizi resi ai Cittadini risultano a dir poco scadenti».
I numeri presentati in consiglio con i crismi dell'ufficialità erano già stati annunciati in un'assemblea pubblica lo scorso 31 marzo dall'assessore, a conferma di alcuni trend positivi fatti registrare negli ultimi anni. Spiccano l'aumento del saldo finale nelle casse comunali e il miglioramento del risultato di amministrazione complessivo, dati avvalorati dal bilancio in positivo tra residui attivi e passivi.
La consistenza finale dei residui attivi (ovvero i crediti che il Comune detiene nei confronti dei contribuenti) al 31/12/2017 non subisce incrementi rispetto al 2016 ma segna addirittura una riduzione di circa 3 milioni di euro (si passa dai 411 milioni del 2016 ai 408 milioni del 2017). Segno meno per i residui passivi (debiti del Comune nei confronti dei cittadini contribuenti), che si riducono di oltre 13 milioni di euro rispetto al 2016 (si passa dai 157 milioni del 2016 ai 143 milioni del 2017), «In coerenza con l'indicatore annuale dei pagamenti che posiziona il Comune di Bari tra quelli più virtuosi nella completa definizione delle transazioni commerciali», come spiegano da Palazzo di Città.
Il dato più positivo di tutti, però, emerge dai risultati della lotta all'evasione fiscale nel 2017. Dai contribuenti "furbetti" sono stati recuperati lo scorso anno circa 8 milioni di Euro, dei quali circa 6 milioni a titolo di imposta e 2 milioni a titolo di sanzioni e interessi, parte dei quali già incassati nel corso dello stesso esercizio in misura pari al 12%.
D'Adamo ha, inoltre, posto l'accento sulle spese in conto capitale, ovvero quelle finalizzate alla manutenzione e realizzazione di infrastrutture pubbliche cittadine. Dato che fa registrare un incremento di oltre il 52% rispetto al 2016. Si f apprezzare anche l'impatto nei confronti dell'economia insediata barese, in virtù della cospicua immissione di flussi finanziari sul territorio senza che sia stato necessario ricorrere all'indebitamento. Restano fuori da questo trend virtuoso solo tre finanziamenti, per un totale di circa 3 milioni di euro, ottenuti a tasso zero dal Credito Sportivo per la realizzazione di interventi nel settore dello sport cittadino. La programmazione per il 2018 prevede, infine, che venga mantenuto lo stesso trend per l'anno in corso.
Fredda è però la reazione dell'opposizione in consiglio comunale. A farsi portavoce delle rimostranze verso l'amministrazione Decaro è il consigliere di centrodestra Giuseppe Carrieri, che dice: «In aula si è discusso del rendiconto di gestione 2017, uno degli atti annuali più importanti con il quale il Sindaco Antonio Decaro e la sua giunta danno conto alla Città di come hanno impiegato i 332 milioni di euro che ogni anno si spendono a Bari per far "funzionare" la città. Una cifra enorme, che si somma agli oltre 900 milioni già spesi dal 2014 ad oggi e che complessivamente raggiunge il miliardo e#duecentomilioni che ci si chiede dove siano stati utilmente impiegati».
«Le strade della Città infatti sono a pezzi - attacca Carrieri. La sicurezza urbana molto carente. La pulizia e l'igiene molto insoddisfacenti. Il trasporto urbano a dir poco deficitario. La Città complessivamente appare in grave stato di dissesto manutentivo (marciapiedi, giardini, fontane, etc), malgrado le alte spese e soprattutto gli elevati livelli della tassazione comunale. Bari infatti è ai vertici delle classifiche nazionali per imposte sulla casa (1,06%), imposte sui redditi (0,8% addizionale irpef), imposte sui rifiuti (tari media circa 480 euro). Insomma, molte tasse per avere una spesa inefficace, piena di tanti sprechi. È il caso dei 220 mila euro per acquisto carta; i 716 mila euro di euro per convegni, i 732 mila di euro per telefonia fissa; il milione e cinquecentomila per consumi idrici; il milione e seicentomila euro per lavanderia. Costi assurdi e inaccettabili che gridano vendetta, che un Sindaco incapace da anni non riesce a contenere e razionalizzare essendo affaccendato in altre questioni (ed infatti è stato assente sia oggi in aula che in giunta allorquando è stato approvato il rendiconto). In conclusione, un rendiconto 2017 da bocciare su tutta la linea, poiché a fronte di una montagna di soldi spesi e di tasse incamerate, i servizi resi ai Cittadini risultano a dir poco scadenti».