Cronaca
Presunte affiliazioni al clan Capriati per controllare il porto. Iniziata l'udienza preliminare
Il ministero dell'Interno si costituisce parte civile
Bari - sabato 13 ottobre 2018
17.31
Ha preso il via l'udienza preliminare nei confronti di 37 persone, presunte affiliate al clan Capriati di Bari e di un funzionario dell'Agenzia delle entrate, nell'ambito dell'indagine sul controllo delle attività nel porto di Bari.
ADSP MAM (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale), Ministero dell'Interno, Agenzia delle Entrate, Cooperativa Ariete e Associazione Antiracket Puglia si sono costituiti parte civile nel processo.
i 37 imputati sono tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga, aggravati dal metodo mafioso e dall'uso delle armi, porto e detenzione di armi da guerra, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e continuate, furti, truffa e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Le indagini della Dda di Bari, coordinate dal pm Isabella Ginefra, che nei mesi scorsi ha chiesto il rinvio a giudizio degli imputati, il clan Capriati avrebbe assunto illecitamente il controllo del servizio di assistenza e viabilità nel porto di Bari. Più della metà dei 44 dipendenti della cooperativa che gestisce quei servizi sono risultati pregiudicati o persone vicine al clan.
ADSP MAM (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale), Ministero dell'Interno, Agenzia delle Entrate, Cooperativa Ariete e Associazione Antiracket Puglia si sono costituiti parte civile nel processo.
i 37 imputati sono tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga, aggravati dal metodo mafioso e dall'uso delle armi, porto e detenzione di armi da guerra, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e continuate, furti, truffa e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Le indagini della Dda di Bari, coordinate dal pm Isabella Ginefra, che nei mesi scorsi ha chiesto il rinvio a giudizio degli imputati, il clan Capriati avrebbe assunto illecitamente il controllo del servizio di assistenza e viabilità nel porto di Bari. Più della metà dei 44 dipendenti della cooperativa che gestisce quei servizi sono risultati pregiudicati o persone vicine al clan.