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Attualità

Primo Maggio, il segretario generale CGIL Puglia a Bari

La cerimonia di deposizione di una corona di fiori in Largo Chiurlia, alla lapide che ricorda Giuseppe Di Vittorio e la difesa della Camera del Lavoro

Il segretario generale della Cgil Puglia il Primo Maggio sarà prima a Bari, alle ore 9.30, per la cerimonia di deposizione di una corona di fiori in Largo Chiurlia, alla lapide che ricorda Giuseppe Di Vittorio e la difesa della Camera del Lavoro dall'assalto squadrista nel 1922; alle ore 11.30 sarà invece a Monopoli per il comizio conclusivo della celebrazione della Festa dei lavoratori.

"Ridare centralità e valore al lavoro, sotto attacco nella sua dignità e nelle sue tutele da oltre 30 anni di dissennata politica ispirata ai principi neoliberisti, che hanno prodotto precarietà, povertà diffusa, nessuna crescita". È il messaggio che lancia la Cgil Puglia in occasione della Festa dei Lavoratori: non a caso Cgil Cisl Uil nel manifesto del Primo Maggio 2023 hanno voluto celebrare i 75 anni dalla promulgazione della Costituzione con un esplicito richiamo al suo articolo 1.

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro – afferma il segretario generale Pino Gesmundo – è stato fortemente voluto dai nostri costituenti, dava centralità al lavoro nella democrazia nascente, come valore sociale e anche strumento per condurre una vita dignitosa e assieme contribuire allo sviluppo del Paese. Da un bel po' di tempo invece il valore è considerato una merce, le persone corpi da spremere, e si è arrivati all'assurdo che si è poveri anche lavorando. Allora da questo Primo Maggio il messaggio che si deve alzare con forza è quello dell'orgoglio del mondo del lavoro, che rivendica dignità e tutela. Basta con teorie che non hanno prodotto alcuna crescita, basta con precariato e salari da fame: o si investe su buona occupazione, sulla sicurezza, sulla stabilità, o condanniamo questo Paese per sempre.

Non a caso i nostri giovani, specie quelli più formati, scappano all'estero, esponendo soprattutto le aree del Mezzogiorno, quelle che più hanno bisogno di essere sostenute, a un rischio desertificazione demografica. Perché senza un lavoro e un salario dignitoso anche chi resta ha poco da progettare di metter su famiglia e fare figli. Altro che la propaganda di questo Governo, i pochi euro messi in tasca ai lavoratori e i fringe benefit. A che servono se di contro si approvano norme che precarizzano ulteriormente il lavoro a termine, se si taglia il welfare a partire dalla sanità, se non si supporta una crescita dei salari a partire da differenti politiche fiscali? Lo stesso vale per le pensioni di oggi su cui si fa cassa, e del futuro, impossibili da costruire con impieghi intermittenti e atipici e, per chi ci riuscirà, con assegni da fame".

Da qui un richiamo della Cgil alla politica e al mondo delle imprese: "Torniamo a parlare di buona occupazione, di investimenti per innovare e far crescere qualità produzioni e lavoro, basta pensare di poter competere su mercati globali ancora comprimendo salari e diritti, anche perché c'è rimasto poco da spremere. L'unica competizione alla quale condanneranno l'Italia, se non si cambia registro, è a quella con i paesi emergenti, non certo con l'occidente più evoluto. A questo devono servire le risorse del Pnrr e degli altri fondi europei, a far crescere il Mezzogiorno perché senza Mezzogiorno non cresce l'Italia, a colmare divari sociali e generazionali. Puliamo il mercato da tante forme assurde di contratti, anche perché la precarietà è il primo elemento da superare se vogliamo davvero accrescere sicurezza nei luoghi di lavoro.

Da questo Primo Maggio, caratterizzato dalla mobilitazione che Cgil Cisl Uil stanno tenendo con assemblee lei luoghi di lavoro e nei territori in tutto il Paese, dalle piazze e dalle manifestazioni che terremo, da quella nazionale a Potenza alle tante che come sempre organizziamo in Puglia, viene avanti la proposta di un nuovo paradigma di società che guarda alle persone al loro benessere come centrale, e al lavoro come strumento per realizzare tutto questo. Chi è nemico del lavoro è nemico del Paese e dei suoi cittadini".
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