Territorio
Problema rifiuti a Bari, la raccolta porta a porta non basta
Nonostante l'obbligo di differenziare sia in vigore da anni, le strade e le campagne diventano discariche
Bari - lunedì 6 novembre 2023
10.00
La città di Bari è sporca. Questa frase da anni è una specie di mantra che esce dalla bocca di tutti, dai detrattori dell'amministrazione comunale alle opposizioni in consiglio comunale, dalla signora che getta la spazzatura incurante di differenziare, ma poi si lamenta dei rifiuti gettati a terra, dai negozianti stanchi di vedere ogni tipo di rifiuti in strada di fronte ai loro negozi nei pressi delle cosiddette "isole ecologiche", fino agli abitanti dei quartieri periferici che convivono con vere e proprie discariche nelle campagne e con il fenomeno della migrazione dei rifiuti.
Ma a Bari, nonostante ci sia un obbligo di legge che, sulla base del decreto legislativo n° 22 del 15 febbraio 1997 (decreto Ronchi) e successive attuazioni, impone a tutti i cittadini di fare la differenziata, sono pochi quelli che mettono in pratica tali accorgimenti, eccezion fatta per quei quartieri dove l'amministrazione ha attivato il servizio di raccolta porta a porta (e anche in quelle zone ci sono quelle che potremmo definire "sacche di resistenza").
Ad oggi la nostra città registra un tasso di raccolta differenziata, stando agli ultimi dati a disposizione della Regione Puglia, pari al 44,07%. Un dato relativo al mese di maggio 2023 e in rialzo rispetto allo stesso periodo dello stesso anno (quando era stato registrato un 37,58%). Un incremento probabilmente legato alla estensione del porta a porta a tutto il quartiere San Paolo, ma che è ancora ben lontano da quell'obiettivo del 65% che l'Unione Europea chiede ormai da anni.
I problemi sono sotto gli occhi di tutti, basta camminare una qualsiasi domenica sera nei quartieri in cui il porta a porta non c'è (ma anche in alcune zone dove si fa) per vedere come i baresi si comportano con i rifiuti. Perché è inutile nascondere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi, e accusare altri di portare i rifiuti da noi quando in qualunque via del Libertà o del centro murattiano nei pressi dei bidoni è possibile trovare rifiuti di ogni tipo, ingombranti e non solo, oltre a rifiuti di carta nella plastica, vetro non differenziabile nelle campane, e così via.
Il problema è importante, e profondo. Si dice sempre che il futuro sarà migliore perché sarà fatto da una generazione educata a queste tematiche, ma se non siamo noi adulti di oggi a dare l'esempio, cosa potranno fare gli adulti di domani se non seguire la strada che noi abbiamo tracciato loro?
Ma a Bari, nonostante ci sia un obbligo di legge che, sulla base del decreto legislativo n° 22 del 15 febbraio 1997 (decreto Ronchi) e successive attuazioni, impone a tutti i cittadini di fare la differenziata, sono pochi quelli che mettono in pratica tali accorgimenti, eccezion fatta per quei quartieri dove l'amministrazione ha attivato il servizio di raccolta porta a porta (e anche in quelle zone ci sono quelle che potremmo definire "sacche di resistenza").
Ad oggi la nostra città registra un tasso di raccolta differenziata, stando agli ultimi dati a disposizione della Regione Puglia, pari al 44,07%. Un dato relativo al mese di maggio 2023 e in rialzo rispetto allo stesso periodo dello stesso anno (quando era stato registrato un 37,58%). Un incremento probabilmente legato alla estensione del porta a porta a tutto il quartiere San Paolo, ma che è ancora ben lontano da quell'obiettivo del 65% che l'Unione Europea chiede ormai da anni.
I problemi sono sotto gli occhi di tutti, basta camminare una qualsiasi domenica sera nei quartieri in cui il porta a porta non c'è (ma anche in alcune zone dove si fa) per vedere come i baresi si comportano con i rifiuti. Perché è inutile nascondere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi, e accusare altri di portare i rifiuti da noi quando in qualunque via del Libertà o del centro murattiano nei pressi dei bidoni è possibile trovare rifiuti di ogni tipo, ingombranti e non solo, oltre a rifiuti di carta nella plastica, vetro non differenziabile nelle campane, e così via.
Il problema è importante, e profondo. Si dice sempre che il futuro sarà migliore perché sarà fatto da una generazione educata a queste tematiche, ma se non siamo noi adulti di oggi a dare l'esempio, cosa potranno fare gli adulti di domani se non seguire la strada che noi abbiamo tracciato loro?