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Pronto soccorso in crisi a Bari: «Sette ore per il rilascio di una barella»

Lo sfogo via Facebook del sindaco di Cellamare Gianluca Vurchio volontario del 118

Gli ospedali di Bari non ce la fanno più, il Coronavirus sta facendo ritornare la situazione ad un anno fa. Se le terapie intensive sono a livelli di allarme, come si evince dai dati Agenas, i pronto soccorso non stanno affatto bene. Al 20 marzo l'occupazione delle terapie intensive è al 37%, mentre i posti letto di terapia intensiva in area non critica occupati da pazienti Covid−19 sono il 46%.

La situazione è critica, e ogni giorno arrivano notizie sempre peggiori. Nella sola giornata di oggi risultano 1.540 accessi nei pronto soccorso pugliesi, di cui circa il 18% per sospetti casi Covid (276). L'ultimo sfogo via social è del sindaco di Cellamare, Gianluca Vurchio, che in qualità di soccorritore del 118 si è trovato anch'egli di fronte al caos di questi giorni. Vurchio racconta di 7 ore di attesa perché una ambulanza potesse rilasciare la barella, e non è la prima situazione di questo tipo.

«Abbiamo ragione tutti, perché il sistema ha iniziato a collassare. È evidente - scrive Vurchio - Qualche giorno fa è toccato a me, nel mio turno di servizio, attendere per ben oltre 7 ore, il rilascio della barella. Parliamo di un'ambulanza del Servizio di Emergenza 118, non di una semplice ambulanza dedicata al trasporto di infermi e feriti. Non dovrebbe essere così in un paese tra i primi al mondo per il sistema sanitario, ma ancor di più dopo esattamente un anno di emergenza. Significa che abbiamo capito poco o, peggio ancora, nulla».

«Molti colleghi - prosegue - si lamentano, giustamente, perché risulta impensabile, ed a tratti disumano, attendere per oltre 15 ore, fuori da un Pronto Soccorso. Altri, in maniera sacrosanta, espongono le loro perplessità e difficoltà perché il momento non è facile per nessuno e la pressione è troppo, troppo forte. Siamo tutti sballottati e stanchi. Abbiamo tutti una ragione, ma qualcuno ha il sacrosanto dovere di trovare non soluzioni definitive, che purtroppo non esistono è inutile prenderci in giro, ma almeno soluzioni che vadano ad "alleggerire" sia la pressione sul sistema 118, che quella negli ospedali».
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