Vita di città
Protesta dei lavoratori del Cara di Bari-Palese, a rischio in 160
In corso il nuovo bando per l'affidamento della gestione, in giornata l'apertura delle buste
Bari - lunedì 16 ottobre 2017
13.31
Protesta dei lavoratori del Cara di Bari – Palese questa mattina in piazza Prefettura. È in corso, infatti, un nuovo bando di gara per l'aggiudicazione della gestione del centro. Differentemente dagli altri anni, però, in cui era affidato ad un unico soggetti (in questi anni la cooperativa Auxilium) il nuovo bando è diviso in 4 lotti: amministrazione e servizi sanitari, pasti, pulizie, forniture e magazzino. Inoltre è stato pensato per poco più di 700 ospiti, a fronte degli oltre 1300 realmente ospitati. Così come è strutturato il bando non garantirebbe la possibilità di occupazione per tutti i circa 160 dipendenti attualmente utilizzati, creando problemi di gestione oltre che di continuità lavorativa.
«Siamo qui a protestare questa mattina – ha dichiarato Miriam Ruta, Segretario Generale Fisascat Cisl Bari – in quanto il bando ad oggi in essere, le cui buste delle offerte economiche saranno aperte oggi, prevede una riduzione dei posti di lavoro. Il bando, infatti, prevede la suddivisione in quattro lotti dell'attuale gestione del servizio presso il Cara, e questo può significare un eventuale esubero del personale, a seconda che si parli di operatori generici che si occupano delle pulizie e della sanificazione del centro, sia del servizio mensa e dispensa dei pasti, così come anche dei servizi sociali che vengono garantiti dagli operatori inquadrati nel settore delle cooperative sociali».
«Non abbiamo ad oggi avuto risposte positive – prosegue Ruta – abbiamo già effettuato un sit-in lo scorso 19 settembre, e abbiamo avuto a inizio settembre un altro incontro sia con la dott.ssa Guida che con il prefetto di Bari, dove abbiamo fatto presenti tutte le anomalie e le incongruenze relative al nuovo bando, in quanto è stato intenzione del Ministero espletarlo in maniera differente rispetto al passato. Abbiamo chiesto che fossero inserite delle variazioni e rettifiche in corso d'opera. Purtroppo le nostre richieste non sono state accettate, ed oggi con l'apertura delle buste temiamo che l'aggiudicazione possa coincidere con una mattanza dei posti di lavoro».
«Ad oggi sono occupati circa 160 lavoratori – conclude – e dubitiamo fortemente che tutti e 160 i lavoratori possano avere una stabilità occupazionale. Non resteremo a guardare, perché non può essere accettato il concetto che quel lavoro sia stato utilizzato nel momento in cui c'era un'emergenza da affrontare ed oggi non serve più. Motivo per cui chiediamo immediatamente un tavolo di confronto con il prefetto e con il sindaco di Bari, perché si possa gestire questa fase di transizione con tutte le garanzie possibili per la continuità lavorativa di tutti quegli operatori che per anni sono stati delegati a fronteggiare drammi umani e sociali».
«Voglio essere positiva – sostiene una delle manifestanti – e mi auguro che non accada quanto dichiarato dal ministro Minniti, e quindi che non avvenga la chiusura del Cara di Bari, in quanto sarebbe non solo un problema occupazionale, ma un grave problema per poter gestire l'accoglienza degli immigrati. Ci stiamo battendo per questo sia dal punto di vista politico, che sindacale per salvaguardare l'occupazione e far sì che le dichiarazioni fatte non divengano reali».
«Siamo qui a protestare questa mattina – ha dichiarato Miriam Ruta, Segretario Generale Fisascat Cisl Bari – in quanto il bando ad oggi in essere, le cui buste delle offerte economiche saranno aperte oggi, prevede una riduzione dei posti di lavoro. Il bando, infatti, prevede la suddivisione in quattro lotti dell'attuale gestione del servizio presso il Cara, e questo può significare un eventuale esubero del personale, a seconda che si parli di operatori generici che si occupano delle pulizie e della sanificazione del centro, sia del servizio mensa e dispensa dei pasti, così come anche dei servizi sociali che vengono garantiti dagli operatori inquadrati nel settore delle cooperative sociali».
«Non abbiamo ad oggi avuto risposte positive – prosegue Ruta – abbiamo già effettuato un sit-in lo scorso 19 settembre, e abbiamo avuto a inizio settembre un altro incontro sia con la dott.ssa Guida che con il prefetto di Bari, dove abbiamo fatto presenti tutte le anomalie e le incongruenze relative al nuovo bando, in quanto è stato intenzione del Ministero espletarlo in maniera differente rispetto al passato. Abbiamo chiesto che fossero inserite delle variazioni e rettifiche in corso d'opera. Purtroppo le nostre richieste non sono state accettate, ed oggi con l'apertura delle buste temiamo che l'aggiudicazione possa coincidere con una mattanza dei posti di lavoro».
«Ad oggi sono occupati circa 160 lavoratori – conclude – e dubitiamo fortemente che tutti e 160 i lavoratori possano avere una stabilità occupazionale. Non resteremo a guardare, perché non può essere accettato il concetto che quel lavoro sia stato utilizzato nel momento in cui c'era un'emergenza da affrontare ed oggi non serve più. Motivo per cui chiediamo immediatamente un tavolo di confronto con il prefetto e con il sindaco di Bari, perché si possa gestire questa fase di transizione con tutte le garanzie possibili per la continuità lavorativa di tutti quegli operatori che per anni sono stati delegati a fronteggiare drammi umani e sociali».
«Voglio essere positiva – sostiene una delle manifestanti – e mi auguro che non accada quanto dichiarato dal ministro Minniti, e quindi che non avvenga la chiusura del Cara di Bari, in quanto sarebbe non solo un problema occupazionale, ma un grave problema per poter gestire l'accoglienza degli immigrati. Ci stiamo battendo per questo sia dal punto di vista politico, che sindacale per salvaguardare l'occupazione e far sì che le dichiarazioni fatte non divengano reali».