Eventi e cultura
Puccini 100, da domani due giorni di seminario al Conservatorio di Bari
Incontri il 31 gennaio e 1 febbraio a cura di Fabio Sartorelli
Bari - giovedì 30 gennaio 2025
15.14 Comunicato Stampa
Il seminario «Puccini 100», tenuto da Fabio Sartorelli, in programma venerdì 31 gennaio (ore 14-20) e sabato 1° febbraio (ore 8-14), si propone di ripercorrere l'intera parabola compositiva pucciniana, con particolare attenzione alle opere meno note (Le Villi, Edgar, La fanciulla del West e La Rondine), senza trascurare ampie riflessioni sulle opere più popolari, da Manon Lescaut fino a Turandot, il suo capolavoro rimasto incompiuto.
La parabola compositiva di Giacomo Puccini viene tradizionalmente fatta iniziare dal 1890, negli anni che anticipano il successo universale della Manon Lescaut (1893). Tuttavia, il suo apprendistato prende avvio a Lucca, in un ambiente familiare profondamente legato al repertorio sacro, per proseguire a Milano, prima come studente del Conservatorio e poi come giovane musicista promettente, fra il buon successo delle Villi e lo scarso riscontro di Edgar. Nel giro di un decennio, Puccini consolidò il proprio prestigio con quattro titoli di indiscusso successo internazionale (Manon Lescaut, La Bohème, Tosca e Madama Butterfly), imponendosi come unico operista del suo tempo capace di ottenere una tale continuità di consensi. Basti pensare ai colleghi, spesso legati a un solo capolavoro o quasi: Mascagni con Cavalleria rusticana, Leoncavallo con Pagliacci, Giordano con Andrea Chénier e Fedora. Ad eccezione de La Rondine, opera meno fortunata della maturità, o de La fanciulla del West, rimasta ai margini per via delle difficoltà nella messa in scena, anche i vent'anni successivi al debutto tormentato della Butterfly furono segnati da successi intramontabili. Lo stile di Puccini, saldamente radicato negli eterni valori di armonia e melodia, rimase attuale e universalmente apprezzato, a dispetto delle avanguardie musicali del suo tempo.
La parabola compositiva di Giacomo Puccini viene tradizionalmente fatta iniziare dal 1890, negli anni che anticipano il successo universale della Manon Lescaut (1893). Tuttavia, il suo apprendistato prende avvio a Lucca, in un ambiente familiare profondamente legato al repertorio sacro, per proseguire a Milano, prima come studente del Conservatorio e poi come giovane musicista promettente, fra il buon successo delle Villi e lo scarso riscontro di Edgar. Nel giro di un decennio, Puccini consolidò il proprio prestigio con quattro titoli di indiscusso successo internazionale (Manon Lescaut, La Bohème, Tosca e Madama Butterfly), imponendosi come unico operista del suo tempo capace di ottenere una tale continuità di consensi. Basti pensare ai colleghi, spesso legati a un solo capolavoro o quasi: Mascagni con Cavalleria rusticana, Leoncavallo con Pagliacci, Giordano con Andrea Chénier e Fedora. Ad eccezione de La Rondine, opera meno fortunata della maturità, o de La fanciulla del West, rimasta ai margini per via delle difficoltà nella messa in scena, anche i vent'anni successivi al debutto tormentato della Butterfly furono segnati da successi intramontabili. Lo stile di Puccini, saldamente radicato negli eterni valori di armonia e melodia, rimase attuale e universalmente apprezzato, a dispetto delle avanguardie musicali del suo tempo.