Politica
Puglia, salta la doppia preferenza di genere e Lopalco "si salva"
All'1.30 cade il numero legale con l'abbandono dell'aula della maggioranza dopo che era stato approvato un emendamento che rendeva ineleggibile il virologo
Puglia - mercoledì 29 luglio 2020
10.36
Dura battaglia nell'ultimo Consiglio Regionale in Puglia prima delle elezioni di settembre. Unico obiettivo che sembrava raggiunto il fatto che l'epidemiologo della task force anti-covid, Pierluigi Lopalco, rischiava di diventare un soggetto ineleggibile. Con 28 voti a favore e 19 contrari, infatti, nella tarda serata di ieri il Consiglio regionale aveva approvato a scrutinio segreto l'emendamento a firma Damascelli-Conca di modifica dell'articolo 6 della legge elettorale vigente. Tale articolo aggiungeva alle cause di ineleggibilità anche: «I soggetti nominati a qualunque titolo nella task force della Regione Puglia, che siano alle dirette dipendenze della stessa o che abbiano stipulato contratti di consulenza o collaborazione».
L'emendamento votato era però solo il primo dei circa 1950 emendamenti presentati che hanno, alla fine, impedito il dialogo e la possibilità di procedere con l'approvazione della doppia preferenza di genere e quindi della nuova legge elettorale. All'1,30 circa, dopo l'ennesima sospensione, il presidente, Mario Loizzo, ha dovuto prendere atto della mancanza del numero legale, causa le numerose assenze tra i banchi dell'opposizione, e dichiarare la chiusura dei lavori, circostanza che coincide con la conclusione dell'attività della X legislatura. Facendo quindi diventare nullo questo procedimento.
L'intervento del capogruppo del Pd, Paolo Campo spariglia le carte: «Piuttosto che stare qui a discutere del nulla è meglio affidarsi a quanto il Governo nazionale farà sostituendosi al Consiglio regionale in tema di doppia preferenza di genere». Seguono l'uscita dall'aula di numerosi esponenti del governo e della maggioranza. Restano tra i banchi le opposizioni che contestano quello che Nino Marmo, capogruppo di FI, definisce: «Abdicazione della maggioranza dal proprio ruolo nell'ultimo giorno in cui la legislatura si spegne».
Ed è ancora Marmo a spiegare il rifiuto opposto dalla maggioranza alla proposta di mediazione che questa volta sono le opposizioni a proporre: ritiro di tutti gli emendamenti, approvazione immediata della doppia preferenza di genere, conferma del 60% della presenza massima di un genere rispetto all'altro con il mantenimento della ammenda pecuniaria che si inasprisce con l'inammissibilità delle liste a decorrere dalla 12° Legislatura. Non c'è tempo per discuterne. In aula non ci sono consiglieri in numero sufficiente per proseguire.
L'emendamento votato era però solo il primo dei circa 1950 emendamenti presentati che hanno, alla fine, impedito il dialogo e la possibilità di procedere con l'approvazione della doppia preferenza di genere e quindi della nuova legge elettorale. All'1,30 circa, dopo l'ennesima sospensione, il presidente, Mario Loizzo, ha dovuto prendere atto della mancanza del numero legale, causa le numerose assenze tra i banchi dell'opposizione, e dichiarare la chiusura dei lavori, circostanza che coincide con la conclusione dell'attività della X legislatura. Facendo quindi diventare nullo questo procedimento.
L'intervento del capogruppo del Pd, Paolo Campo spariglia le carte: «Piuttosto che stare qui a discutere del nulla è meglio affidarsi a quanto il Governo nazionale farà sostituendosi al Consiglio regionale in tema di doppia preferenza di genere». Seguono l'uscita dall'aula di numerosi esponenti del governo e della maggioranza. Restano tra i banchi le opposizioni che contestano quello che Nino Marmo, capogruppo di FI, definisce: «Abdicazione della maggioranza dal proprio ruolo nell'ultimo giorno in cui la legislatura si spegne».
Ed è ancora Marmo a spiegare il rifiuto opposto dalla maggioranza alla proposta di mediazione che questa volta sono le opposizioni a proporre: ritiro di tutti gli emendamenti, approvazione immediata della doppia preferenza di genere, conferma del 60% della presenza massima di un genere rispetto all'altro con il mantenimento della ammenda pecuniaria che si inasprisce con l'inammissibilità delle liste a decorrere dalla 12° Legislatura. Non c'è tempo per discuterne. In aula non ci sono consiglieri in numero sufficiente per proseguire.